Le truffe online sono sempre in agguato e man mano che vengono scoperte, invece di essere debellate diventano a loro volta più raffinate e complesse. Se ci aggiungiamo che oggi l’avvento dell’intelligenza artificiale permette di clonare, non solo i dati di una persona ma persino foto e video con impressionante fedeltà, possiamo solo immaginare quanti raggiri e di quale portata vengano messi a segno ogni giorno. I social, in questa giungla, non sono altro che un propulsore. Capita poi che, più semplicemente, chi si nasconde dietro account fake faccia leva sulle speranze, i sogni o la ricerca di lavoro di tante persone per spillare soldi a ignari utenti. Ancor più facile e subdolo se chi compie questi imbrogli si serve di un finto profilo di una personalità famosa. E non pensiate che a cadere nella rete dei “pirati del web” siano solamente ingenui e sprovveduti, perché anche professionisti di ogni settore possono cascarci visto che gli imbroglioni in questione sanno bene come replicare certe modalità “ufficiali”. È esattamente ciò che è capitato a Debora Pagano, giovane cantautrice che da anni lavora nel settore della musica con competenze che vanno dal diritto d’autore alla proprietà intellettuale e l’innovazione tecnologica in etichette discografiche. È lei che ha svelato a MOW in quale truffa ha rischiato di finire proprio mentre stava cercando di contattare una delle professioniste più influenti della discografia italiana come Marta Donà. Fate attenzione all’accento sul cognome della Donà, un dettaglio non da poco in questa storia.
Qualche tempo fa Debora, che come ogni libero professionista trova nuove collaborazioni anche attraverso i social, riceve una richiesta di amicizia da parte del profilo di quella che pensava essere la manager, tra gli altri, di Marco Mengoni e Angelina Mango (e in passato dei Måneskin) e le scrive direttamente sul Messanger di Facebook. Ne segue uno scambio di messaggi - che abbiamo potuto consultare - dove si parte dai convenevoli, ma ben presto si arriva alla richiesta da parte della cantautrice di poter avere un incontro di persona con la famosa manager: “Io vorrei un colloquio, anche una chiamata con numero anonimo se non vogliamo scambiarlo, o un incontro, un qualcosa che ci permetta di conoscerci e per farti capire che tu hai realizzato quello che io avevo in mente di realizzare per me e per gli emergenti del futuro” scrive Debora, che le aveva esposto un suo progetto. E riceve questa risposta dall’account che era convinta fosse di Marta Donà: “Ho esaminato i tuoi dettagli, è fantastico. Grazie per il tuo apprezzamento. Devi prenotare una sessione, così possiamo vedere. Questa è l'e-mail del mio assistente, invia un'e-mail richiedendo di prenotare una sessione in studio: Latarmae@gmail.com”. Come concordato, quindi, la cantautrice spedisce la mail, dove riporta: “Buonasera, sono Debora Pagano, scrivo a questa mail indicatami da Marta Donà in seguito ad una conversazione su Messenger avuta nel mese di dicembre in cui mi ha dato questo indirizzo per richiedere di prenotare una sessione o comunque un appuntamento (non so se video o fisico essendo io domiciliata a Milano)”. Passa qualche giorno e arriva la risposta da parte di chi si firma “La Tarma Entratenment” (con il refuso in “entertainment” ma il logo uguale a quello ufficiale), che però inizia a insospettirla: “QUESTO È IL LISTINO PREZZI DELLA PRENOTAZIONE. 1 ora: €100, 4 ore €300, giornata intera (vip) €1000. Che cosa prenoterai? Ti preghiamo di rispondere velocemente perché ci sono molte richieste”. Ma non è il listino prezzi che la fa dubitare, visto che diversi personaggi noti nella discografia o in altri settori, proprio perché il loro tempo ha un valore, possono chiedere che l’incontro o la consulenza venga retribuita, quanto il tono della mail e il modo in cui è scritta: con le lettere maiuscole, gli errori nel riportare il nome della società e con quella domanda finale che sembra volerle mettere fretta. Insomma, non proprio una comunicazione professionale visto il mittente. Non è finita, perché Debora cerca di capire in che modalità avverrà il dialogo con Marta Donà.
“Io vorrei prenotare un colloquio per spiegare la mia situazione e capire da lì cosa fare e se può esserci interessamento reciproco o una collaborazione professionale. E di conseguenza penso un’ora sia sufficiente, vorrei più dettagli sulle eventuali modalità” scrive in una seconda mail. È a questo punto che capisce di avere di fronte qualcuno che sta cercando di sfruttare la situazione e che, probabilmente, non ha niente a che fare con la super manager. Questa la risposta della presunta etichetta: “TUTTI I DETTAGLI TI SARANNO INVIATI DOPO LA PRENOTAZIONE COMPLETA. OK IL PAGAMENTO SARÀ EFFETTUATO TRAMITE PAYPAL. Assicurati di inviare una ricevuta o uno screenshot del pagamento una volta effettuato”. Dopo una mail del genere non sembrano esserci più dubbi sul fatto che si tratti di un fake che, utilizzando l’identità di Marta Donà e della sua azienda, cerca di estorcere denaro a chi prova ad avvicinarla per poter lavorare. Poi nota un altro dettaglio nel primo account Facebook, dove il cognome della manager ha un accento invertito: Marta Doná. Fa uno screenshot e lo invia ad altri conoscenti nel settore della musica e scopre che in realtà il vero profilo Facebook ha riportato l’accento corretto: Marta Donà. Ma Debora non si accontenta e decide di avvisare la diretta interessata e la sua etichetta, visto che molte altre persone potrebbero essere cadute nella truffa o rischiare di farlo in futuro.
Così scrive alla pagina Instagram ufficiale “latarma.records”, dove lancia l’allarme: “Urgente in DM… credo cerchino di truffarmi essendo voi alla mail”. E effettivamente una risposta la riceve, ma forse non con la preoccupazione che si aspettava: “Ciao! Ci dispiace non siamo noi! Grazie per la segnalazione”. A nulla è valso un altro messaggio di Debora alla casa discografica dove cerca di far capire la gravità della situazione: “Magari fate una segnalazione ufficiale perché penso che parecchie persone si trovino in questa truffa”. Non le arriverà nessun altro feedback. “Io mi sono salvata dalla truffa perché da anni lavoro nel settore e so che non sono queste le modalità di pagamento, ma temo che molti altri ci siano cascati” ci ha spiegato la cantautrice, che poi ha aggiunto un po’ di delusione per la risposta distaccata ottenuta dall’etichetta: “Mi ha sconcertato la loro indifferenza, soprattutto perché, vista l’esposizione mediatica di Marta Donà in questi anni, chissà quante persone sono cascate in questo raggiro. Mi sarei aspettata più di attenzione verso professionisti e musicisti che, in cerca di una collaborazione o di far ascoltare i propri brani, rischiano di rimetterci parecchi soldi. Ho conosciuto molti emergenti che, dopo delusioni del genere, hanno avuto gravi ripercussioni anche psicologiche”.