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In Bridgerton il politicamente corretto ha rotto il caz*o: ecco perché la serie è storicamente inattendibile…

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

13 giugno 2024

In Bridgerton il politicamente corretto ha rotto il caz*o: ecco perché la serie è storicamente inattendibile…
Cosa succede quando il politicamente corretto supera tutti i livelli di sopportazione dello spettatore? È quello che ci siamo domandati guardando la terza stagione di Bridgerton, dove a suon di inclusività si è perso decisamente il contatto con la realtà storica di ciò che era il primo 800 in Inghilterra, dove di nobili di colore non c’era nemmeno l’ombra…

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

Cronache mondane di Lady Whistledown? No, in questo caso meglio una cronaca storica alla MOW. Lo sappiamo tutti, la serie in costume Bridgerton ha spopolato in tutto il mondo, ma quello che noi ci chiediamo è quanto sia storicamente attendibile questo racconto ambientato nella Londra del primo 800. Spoiler? Veramente poco. Il motivo principale? Un eccesso di politicamente corretto che, arrivati alla terza stagione della serie, inizia davvero a far storcere il naso. Perlomeno a chi scrive. Va bene l’inclusività, ma davvero siamo disposti a credere in modo così pacifico che in quel periodo anche le persone con discendenze africane avessero un titolo nobiliare? Così pare, stando alla quantità enorme di fan che la serie ha conquistato in ogni dove. Fatto sta che il primo nobile di colore in Inghilterra si è visto a metà degli anni Novanta. Viva la romantica fantasia degli autori.

Bridgerton
Daphne Bridgerton e Simon Basset Duca di Hastings

Non che durante l’Epoca Regency, quella raccontata dalla serie che va dal 1811 al 1820, le persone di colore fossero tutte relegate ai bassi fondi. Niente affatto. Anche loro ricoprivano delle posizioni autorevoli, e facevano parte della borghesia. La differenza con i nobili? Che loro per mantenere un certo tenore di vita dovevano andare a lavorare. Per intenderci, non era un’esistenza fatta di balli, modiste e merletti. Niente rendite provenienti da qualche Ducato sparso nella campagna inglese. Insomma, Bridgerton vuole essere una sorta di Orgoglio e Pregiudizio all’avanguardia, ma per quanto il Duca di Hastings e il Visconte Bridgerton possano impegnarsi, il livello di fascino di Mr Darcy, che magari oggi non tarderemo a definire un caso umano, è ancora molto lontano da raggiungere. Eppure, un dettaglio che forse potrebbe essere storicamente attendibile riguarda l’etnia africana della Regina Carlotta, realmente esistita e regnate durante l’Epoca Regency. Come mai? Molto facile: alcuni suoi ritratti la mostrano infatti con la pelle scura. Eppure, le versioni fornite dagli storici sono due: che la Regina fosse di etnia mulatta o che il pittore, mosso da un presunto odio personale, la disegnasse sempre male di proposito. Delle due l’una. Nel frattempo Netflix ha diffuso oggi la seconda parte della terza stagione, ma basterà Colin Bridgerton a distrarci da tutto il resto? Non ne siamo tanto sicuri…

Bridgerton
La regina Carlotta
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