In un viaggio in bici da Roma a Istanbul tra panorami mozzafiato e città ricche di storia, abbiamo fatto una sosta imprevista a casa del leggendario regista Emir Kusturica. Sì, Una tappa a Drven Grad, dove abbiamo avuto il privilegio di bere una birra con il maestro stesso e scoprire il suo nuovo progetto cinematografico. Tutto è iniziato, come tutte le idee migliori, con un'idea folle condivisa con gli amici di sempre: partire in bici da Roma e raggiungere Istanbul, attraversando paesaggi che sembrano usciti da un libro di fiabe e incontrando persone che, senza nemmeno saperlo, avrebbero reso il nostro viaggio indimenticabile. Del resto gli artisti sono sempre alla ricerca di ispirazioni nuove, e cosa c’è di meglio di un’avventura su due ruote con buoni amici per riempire la mente e l’anima di nuovi colori e suggestioni? Dopo giorni di pedalate, sudore, qualche disavventura e non pochi sketch improvvisati sulle mie tele, ci siamo trovati in Serbia, precisamente nella splendida regione di Mokra Gora. Lì, tra colline verdi e un silenzio quasi surreale, si trova il villaggio di Drvengrad, un luogo che sembra sospeso nel tempo.
Costruito dallo stesso Kusturica per il suo film La vita è un miracolo, questo borgo è una vera e propria oasi per chi, come noi, ama il cinema, l'arte e la creatività. Ma la parte più surreale doveva ancora arrivare. Mentre esploravamo il villaggio chi incontriamo? Proprio lui, Emir Kusturica in persona. Dopo qualche momento di incredulità (e una corsa frenetica per trovare il coraggio di parlargli), ci siamo presentati come suoi fan sfegatati. Lui, con un sorriso disarmante, ci ha invitato a bere una birra insieme. E così, ci siamo ritrovati seduti con Kusturica in una piccola taverna del villaggio, parlando di cinema, arte, e di quel sottile filo che lega tutte le forme di espressione creativa. Tra un sorso di birra e l’altro, abbiamo raccontato a Kusturica della passione per la pittura e di come il suo lavoro abbia influenzato alcune delle nostre opere. Sorprendentemente, ha mostrato un genuino interesse, chiedendoci di mostrargli qualche schizzo che avevamo realizzato durante il viaggio. Il suo apprezzamento è stato uno di quei momenti che, per un artista, valgono più di mille parole. Spinti dalla curiosità, non abbiamo potuto fare a meno di chiedergli cosa significasse per lui il cinema e da dove nascesse quella sua spinta a creare opere così profonde e intense. Ci ha raccontato che per lui il cinema è uno strumento potentissimo per afferrare la natura della vita, scavando sotto la superficie delle cose e mettendo in luce gli aspetti più nascosti della condizione umana.
Kusturica non vede il cinema solo come intrattenimento, ma come un mezzo per dare voce a sogni, paure e desideri che di solito restano in una zona buia. Ogni suo film è un modo per sfidare le consuetudini, mostrando come la bellezza possa emergere anche dal disordine più totale e dall'incertezza. Ascoltandolo, abbiamo capito che il cinema, per lui, non è semplicemente una passione, ma una necessità essenziale. È il suo modo di esprimere la sua idea del mondo e di connettersi con gli altri a un livello più profondo. Era come se stesse condividendo con noi un segreto intimo, qualcosa che solo chi vive e respira arte ogni giorno può davvero comprendere. Ma non è finita qui. Come se la serata non fosse già abbastanza straordinaria, Kusturica ha deciso di mostrarci un'anteprima del suo nuovo film. Seduti in una piccola sala di proiezione, con un’atmosfera intima, abbiamo avuto il privilegio di vedere alcune scene inedite, cariche di quella magia e di quel tocco surreale che solo il suo cinema sa creare. Ogni fotogramma sembrava dipingere una storia a sé, un po' come un quadro in movimento. Dopo aver salutato Kusturica e ringraziato per la sua ospitalità abbiamo ripreso il nostro viaggio verso Istanbul. Con il cuore pieno di gratitudine, la mente colma di nuove storie da raccontare e qualche nuovo schizzo nel mio taccuino. Perché, in fondo, non sono le mete finali a rendere un viaggio speciale, ma le persone che incontri e i momenti inaspettati che trasformano una semplice pedalata in un'avventura epica.