image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Volley
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Volley
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Jimi Hendrix,
il re della psichedelia

  • di Matteo Guarnaccia Matteo Guarnaccia

17 settembre 2020

Jimi Hendrix, il re della psichedelia
A 50 anni dalla morte di uno dei miti della musica, il “wild thing” del rock, proponiamo gli estratti del libro di Matteo Guarnaccia che comprendono anche i ricordi di grandi artisti italiani come Eugenio Finardi e Omar Pedrini

di Matteo Guarnaccia Matteo Guarnaccia

Jimi Hendrix muore a Londra il 18 settembre del 1970. Ha solo ventisette anni, quanti sono bastati per cambiare la storia della musica e tramutare se stesso in un'icona di libertà creativa che, decenni dopo, continua a risplendere. La sua non è soltanto la storia di un genio fragile stritolato dagli ingranaggi dell'industria musicale, è anche l'avventura di una ribellione senza ideologia, sostenuta da un misticismo sensuale e dalla fede pura e assoluta nella propria arte. Metà nero e metà cherokee, Hendrix portava dentro sé le anime dell'altra America.

A cinquant'anni anni dalla morte di Jimi Hendrix la ComicOut ripropone in libreria una graphic novel di Matteo Guarnaccia originariamente pubblicata su «Rolling Stones» nel 1980. La storia a fumetti, sviluppata in 46 tavole a colori di grande formato, ripercorre la biografia del più grande chitarrista rock di tutti i tempi, ma restituisce anche le forti emozioni culturali di quegli anni, la musica, e le nuove filosofie di vita. Solo Matteo Guarnaccia, autore e teorico della Psichedelia, poteva raccontare così Jimi Hendrix. Un ritratto fatto di flash veloci, spietati e visionari, che a distanza di 40 anni dalla pubblicazione si rivela un pezzo di storia vibrante del fumetto italiano.

20200917 144424002 7083
Il libro di Matteo Guarnaccia

Vedi anche

Le 10 canzoni più belle della storia del rock

«Nel 1980 la rivista Rolling Stone, si era ormai lasciata alle spalle l’originaria contiguità con la controcultura di San Francisco, testimoniata dalla fortunata testata, disegnata dall’artista psichedelico Rick Griffin. Era una delle riviste più autorevoli nel campo del nuovo giornalismo (…) Quell’anno, grazie a una cordata scombinata, debuttò la sua versione italiana. (…) Venni inserito tra i collaboratori e, a dispetto dei tempi, mi venne affidato il compito di realizzare un albo a fumetti per il decennale della dipartita di Jimi Hendrix.

Negli anni Ottanta parlare di musicisti psichedelici e controcultura, era considerato un pericoloso segnale di passatismo. Si viveva come sotto i Khmer Rouge, bastava un minimo accenno a Purple Haze per essere spedito nei campi di rieducazione a fotocopiare fanzine. Imperversavano il punk, la new wave e i paninari. Rabbia, messa in scena e rappel à l’ordre. Erano i giorni algidi delle mises stilose, tenax e borchie di pelle, Plastic e tastiere elettroniche, capelli decolorati e spalline spigolose. Hendrix, con i suoi capelli afro, i completini selvaggi etnico-spaziali, la sua musica “fuori di testa”, era considerato un relitto del passato, un hippie che puzzava troppo di peace & love. (…) Le spedizioni tra gli anelli fosforescenti di Saturno erano state sostituite dalle giravolte sulle piste imbiancate delle discoteche. Amavo Jimi dal momento in cui, nel 1968, leggendo Walt Whitman mi ero reso conto che quello che lui stava cantando era esattamente il corpo elettrico menzionato dal poeta».

20200917 144846862 5322
Hendrix e il testo di Purple Haze

Vedi anche

Non chiediamo troppo al Paradiso

Il ricordo di Eugenio Finardi

«Jimi e la sua Stratocaster bianca erano il Re e la Regina della psichedelia, lui la baciava, la violentava, la seduceva e ne traeva urla di gioia e di dolore. Raffiche di mitra. Melodie angeliche.

E cantava bene come può cantare uno che crede di non esserne capace.

Il suo percorso artistico coincide con la vetta della cultura psichedelica e ha segnato l’inizio di un trentennio (e più) di predominio della chitarra elettrica come strumento di creazione sonora.

Noi adolescenti che da Milano sognavamo la California, Matteo, Alberto, io, Mario…

Ci innamorammo subito di quel suono viscerale e di quell’estetica lisergica e sognante, colorata e sensuale».

20200917 145252707 4162
The Jimi Hendrix Experience

Vedi anche

Meglio un giorno da Freddie Mercury che 90 da... In vacanza con una leggenda

Il ricordo di Omar Pedrini

«Avevo quattordici anni quando Jimi Hendrix entrò così prepotentemente a spettinare la mia vita (e la mia futura carriera). Così come il sacro peyote trova il viaggiatore, quella mattina Hendrix trovò me e da allora non se n’è più andato.

Matteo invece l’ho incontrato intorno ai venticinque anni, sotto le sembianze di una copertina di un disco dei Byrds e allora pensai: cavoli, esiste un artista psichedelico italiano che ha illustrato un album dei miei miti californiani. Dovevo scoprire tutto di lui. In breve tempo Matteo divenne la mia guida personale per l’altra dimensione: i suoi manuali sugli anni sessanta- settanta della psichedelia, dei viaggi in India sui Magic Bus cantati dagli Who, sulla città dei miei sogni Amsterdam, sull’arte e addirittura sulla moda (Matteo, collaboratore di Vivienne Westwood e amico di un altro visionario come lui, il grande Elio Fiorucci). Poi la “mia” Milano, quella del parco Lambro, della Cramps, di Gianni Sassi e compagnia cantante, in una parola la Milano della “controcultura”.

Sono figli della stessa cultura, Jimi e Matteo, ci trovi Castaneda e Huxley, il dr. Hoffmann e Dylan e John Lennon con Yoko nelle loro “cose” e per fortuna che il secondo è sopravvissuto agli anni settanta per raccontarmi ciò che i miei occhi non hanno visto, o forse hanno visto in sogno. Capita spesso così, quando si è figli del Voodoo».

20200917 145626379 7206
Japan, Polydor, 1980

Tag

  • Musica
  • Jimi Hendrix
  • Rock
  • Psichedelia

Top Stories

  • Ma come si pronuncia il nome del Nobel per la letteratura 2025? Siamo gli unici così onesti da dirvi che László Krasznahorkai non sappiamo chi sia (ma proviamo a dirvelo lo stesso)

    di Riccardo Canaletti

    Ma come si pronuncia il nome del Nobel per la letteratura 2025? Siamo gli unici così onesti da dirvi che László Krasznahorkai non sappiamo chi sia (ma proviamo a dirvelo lo stesso)
  • Scandalo San Carlo, anche Fedora Sorrentino, come Spedaliere e Tzempetonidis, assunta per un ruolo che prima non esisteva: ma quante cariche si sono inventati?

    di Riccardo Canaletti

    Scandalo San Carlo, anche Fedora Sorrentino, come Spedaliere e Tzempetonidis, assunta per un ruolo che prima non esisteva: ma quante cariche si sono inventati?
  • E se qualcuno vi dicesse che “Una battaglia dopo l’altra” di Anderson con DiCaprio non è un capolavoro (né è un film attuale)? Lo fa Bret Easton Ellis. E la rivoluzione...

    di Matteo Cassol

    E se qualcuno vi dicesse che “Una battaglia dopo l’altra” di Anderson con DiCaprio non è un capolavoro (né è un film attuale)? Lo fa Bret Easton Ellis. E la rivoluzione...
  • Intervista dolce, violenta, vera ad Anna Negri: “Mio padre Toni? Voleva cambiare il mondo, ma non si accorgeva dei rapporti di potere con mia madre e me”

    di Leonardo Caffo

    Intervista dolce, violenta, vera ad Anna Negri: “Mio padre Toni? Voleva cambiare il mondo, ma non si accorgeva dei rapporti di potere con mia madre e me”
  • Ma perché non mi sono ubriacato al release party del nuovo disco di Irama? Non ne ho idea. Il reportage...

    di Gianmarco Serino

    Ma perché non mi sono ubriacato al release party del nuovo disco di Irama? Non ne ho idea. Il reportage...
  • La folle storia del Supersonic Record Store, che da Foligno porta la gente a New York partendo da un ex cinema a luci rosse

    di Cosimo Curatola

    La folle storia del Supersonic Record Store, che da Foligno porta la gente a New York partendo da un ex cinema a luci rosse

di Matteo Guarnaccia Matteo Guarnaccia

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore [email protected]

Next

Kanye West è pazzo, ma ne abbiamo un fo**uto bisogno

di Matteo Cassol

Kanye West è pazzo, ma ne abbiamo un fo**uto bisogno
Next Next

Kanye West è pazzo, ma ne abbiamo un fo**uto bisogno

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy