Cosa succede quando interpreti un dittatore? Quando lo hanno chiesto a Luca Marinelli, ha risposto con un sospiro profondo. L’attore romano, fresco di interpretazione di Benito Mussolini nella serie M - Il figlio del secolo su Sky, non ha nascosto il peso emotivo del ruolo: "Interpretarlo è stato devastante. Non è stato solo un viaggio nelle ombre della storia, ma anche dentro di me", ha dichiarato. "Mussolini è un uomo che non avrei mai voluto incontrare, eppure ho dovuto comprenderlo per rappresentarlo". Una dichiarazione che ha fatto discutere, soprattutto per il rischio di confondere la comprensione con la giustificazione, un’ombra che aleggia sempre quando ci si cala nei panni dei grandi dittatori. Ora tocca a Jude Law affrontare una sfida simile. L’attore britannico, noto per i suoi ruoli intensi e magnetici, si prepara a interpretare Vladimir Putin “all’inizio della sua carriera” nel film The Wizard of Kremlin, diretto da Olivier Assayas. In un’intervista a Deadline, Law ha rivelato le sue paure: "Lo dico con esitazione perché non ho ancora iniziato a lavorarci. Sembra un Everest da scalare, quindi sono ai piedi della collina e guardo in alto pensando: oh Cristo, cosa ho detto?". Il progetto è ancora in fase iniziale, ma l’attore ha già manifestato il peso di un ruolo così complesso.
La differenza tra Marinelli e Law è evidente: mentre Mussolini appartiene al passato, Putin è una figura vivente e controversa, con un peso politico attuale che rende la sua interpretazione un terreno minato. Marinelli ha dichiarato di essersi immerso completamente nel personaggio, leggendo discorsi, lettere e ascoltando registrazioni per coglierne la retorica. Law, invece, si troverà a rappresentare non solo un personaggio, ma una presenza viva e divisiva del panorama globale. La carriera di Jude Law, iniziata negli anni Novanta, lo ha visto lavorare con registi come Anthony Minghella (Il talento di Mr. Ripley), Martin Scorsese (The Aviator), e Paolo Sorrentino (The Young Pope). Passando dal Vaticano al Cremlino, l’attore si appresta a esplorare un altro personaggio di potere assoluto e spietato. Nel 2011, Law manifestò contro il dittatore bielorusso Lukashenko, dimostrando una consapevolezza politica che potrebbe influire sulla sua interpretazione di Putin.
Ci sono però domande che rimangono sullo sfondo. La prima: cosa spinge un attore ad accettare un ruolo così controverso? Marinelli ha ammesso di aver provato paura, ma anche un senso di responsabilità: "È importante raccontare questi personaggi per capire come certi meccanismi possano ripetersi". E Law sembra condividere lo stesso approccio, un mix di fascinazione e timore per l’enigmatico leader russo. La seconda: i critici cinematografici, i commentatori social e gli influencer vari, criticheranno anche Jude Law per i suoi timori manifestati? O forse è troppo figo per essere contestato? Alla fine, sia Marinelli che Law si trovano a rispondere alla stessa esigenza: raccontare la complessità dell’umanità, anche quando questa si presenta sotto forma di un dittatore. E se per farlo bisogna soffrire, che sia pure un dolore che lascia il segno.