Ed ecco immaginate all’improvviso Giorgia Meloni e Luca Marinelli. Fidanzati. Sarebbe potuta essere un’altra e bellissima storia, con Alexander Jakhnagiev che chiede a Giorgia Meloni se calpesta le formiche e la Meloni che risponde: “Nooo… e poi chi lo sente a Luca che se mette a frignà, è sensibbile, j’hanno detto che ‘e emozzioni se devono esprime, io ‘o vorrei sapè chi è stata ‘sta matta che j’ha messo st’idea ‘n testa. Mica solo a tu’ nonna, pure a me me piove in casa se pesto ‘na formica, quanno se mette a esprime ‘e emozzioni, a Luca, je devo annà appresso cor mocio”. Perché diciamo la verità, noi a MOW, in quanto ita(g)liani (ogni tanto ci prende la “g”) siamo in pensiero per la situazione sentimentale del premier. Già ‘sto fatto che vuole essere chiamata col maschile un po’ scoraggia: “Ma in casa vostra chi li porta i pantaloni?”, “I pantaloni? Il problema sono gli stivali e il frustino”.
Perché insomma può anche fare piacere avere una premier che pija, se ne va in America, je tira er ciuffo a Donald Trump, je dice a Elon Musk “voi che te faccio gioca’ coi satellitini?”, torna e libera Cecilia Sala; può anche fare piacere avere un premier che doma i giornalisti cco le faccette (nere, dell’Abissinia) manco che era un domatore di pulci; può anche fare piacere, ai nostalgici del berlusconismo del “ghe pensi mi”, la versione romanesca “vabbe’, ho capito, sce penso io ché tu nun sei bbono”; però questo piglio, questo ardore, questa maschia gioventù, un po’ può scoraggiare. Così, con Moreno Pisto, il direttore, abbiamo pensato a Francesca Pascale. Magari un po’ l’ammorbidirebbe, le donerebbe quella femminilità che un po’, nelle azioni, le manca. Perché noi, a MOW, siamo molto woke, pensiamo, come si dice, al risultato, e la Pascale è abituata a gestire un premier, per così dire “ha fatto ‘e scole”.
Poi però ci è venuta l’illuminazione, datosi che il lesbismo ci sembrava una strada poco praticabile, anche perché, nel caso, avrebbe dovuto fare ministro della Cultura Chiara Valerio e poi Fulvio Abbate chi lo sente. E l’illuminazione ha un nome “Luca” e un cognome “Marinelli”. Anche il percorso dei due è stato comune, entrambi, per così dire, si sono calati nella pelata di Benito Mussolini, la Meloni quando ne parlava come di uno statista, il Marinelli, come tutti sappiamo (anche quelli che non vogliono saperlo) nel suo devastante percorso all’interno di se stesso e, soprattutto, parole sue, “de’ su’ nonna”. Ma voi ve lo immaginate cosa potrebbero combinare nell’intimità ‘sti due? Altro che fantasie per tenere viva la coppia! Altro che il “threesome” de quello. Con Marinelli che poi all’alba, con ancora la pelata finta in testa, frigna per l’emozione condivisa e Giorgia che je fa ‘e faccette, come a dire “e vabbe’ ‘amo capito, e mo’ pure basta”. Non so, altro che “M – figlio del secolo”, dove “M”, come si sa sta per Mussolini. Qui saremmo di fronte a “M – la coppia del secolo”, dove “M” sta per Meloni. O no?