Prima di cominciare è importante specificare che quest'intervista è stata autorizzata dalla mamma di Giuseppe "Mandrake" Ninno, ovvero la signora Maria. Giuseppe nasce nel 1984 a Brindisi, un paese del Sud dal quale ha preso ispirazione per l'ambientazione della sua "famiglia media", ma ammette che la sua primissima musa è stata proprio sua madre. A MOW racconta delle quattordici chiamate di quella che poi sarebbe diventata La Signora Maria solo per chiedergli se avesse mangiato: da lì, sostiene, "è cambiato tutto". Parte da quelle chiamate incessanti di sua madre per sviluppare il primo video su Facebook, diventato poi virale, tra migliaia di like e commenti. Solo in seguito approda su Instagram e su TikTok, arricchendo la sua sitcom di tutta una serie di personaggi (interpretati da lui) che si muovono tra le avventure di una tipica famiglia italiana. Scopriamo insieme a Mandrake chi è davvero Mandrake.
La tua carriera è iniziata con la pubblicazione di un video, in particolare, che ha avuto un successo immediato.
Innanzitutto voglio precisare che non ho iniziato né con Instagram né con TikTok. Il mio primo video è diventato virale proprio su Facebook. Ricordo anche molto bene quale fu il mio esordio: una parodia, che montai nel 2016, sulla sindaca di Brindisi dell'epoca. Diciamo che che sin da subito mi resi conto di avere una certa satira politica che mi scorreva nel sangue. Dopo i miei video di esordio iniziai a sviluppare il formato de “Il brindisino medio”. Mostravo il modo di vivere del brindisino medio giocando sulla differenza di comportamenti tra il suo modo di vivere al Nord e al Sud. Diciamo che quello è stato un vero e proprio punto di partenza.
Attualmente sei uno dei comici più seguiti della piattaforma nel tuo settore. Puoi svelarci com'è nata l’idea di rappresentare, come soggetto centrale dei tuoi video, proprio la famiglia con le sue beghe quotidiane?
Mi raccomando: che nessuno la chiami mai mamma Maria, se legge questa domanda poi s'inca*za!. Nasce proprio come Signora Maria. Era il giugno del 2021, andai a farmi la doccia e, dopo essermi lavato i capelli, notai ben 14 chiamate perse di mia madre. Ammetto di essermi spaventato all'epoca, al punto che ebbi paura a richiamarla. Sai il terrore di sentirti dire che tuo padre è morto? La mia preoccupazione era: mio fratello si è trasferito a Milano? Quindi, a chi lascerà la casa mio padre? A me o a mio fratello? Mi vennero tutta una serie di pensieri in quel momento. Comunque, alla fine, decisi di chiamarla lo stesso. La mamma mi rispose dopo uno squillo, urlando prima il mio nome e poi chiedendomi se avessi mangiato. Ti rendi conto? Quattordici chiamate per sapere se avessi mangiato. Ricordo di aver risposto così: "Uè mà, mi chiami 14 volte e quando ti richiamo mi rompi le pal*e per chiedermi se ho mangiato? E poi quando ti chiamo mi rompi le pal*e che ti chiamo, quando non ti chiamo mi rompi le pal*e, ogni volta mi rompi le pal*e allora sai che cosa c’è? Vai a fanculo". Ho 37 anni e mi tratta come un bambino.
Questo ti creerà imbarazzo, immagino.
Certo che mi imbarazza. E se arrivo a subirlo io l’imbarazzo, figurati tu un bambino di sei anni che non si rende conto, dato che è ancora piccolo, della mamma pressante che lo sta mettendo in imbarazzo... Mentre il mio personaggio più piccolo capisce e percepisce quell’imbarazzo. In ogni caso, da quell’evento,dopo due giorni mi decisi a caricare il primo video che si ispirava a me da bambino. Quindi, in realtà, nasce tutto per colpa di mia madre, di quei messaggi e di quelle telefonate. E ancora oggi mi ripete: "Tu dici sempre così nelle interviste, che è colpa mia, ma a me ancora non dai un caz*o di soldi".
Nonostante tu abbia un pubblico molto affezionato, ti è mai capitato di confrontarti con “il lato oscuro dei social”, ovvero gli immancabili haters?
Decisamente inevitabile per chi fa questo mestiere. Noi rendiamo pubblico quello che facciamo, nonchè noi stessi come persone. Eppure io non ho così tanti haters, devo essere onesto... Anzi, quei pochi che ho li capisco. In fondo comprendere tutto quello c’è dietro il mio lavoro è complicato. Io scrivo la sceneggiatura di tutti i miei lavori come fossero piccoli film. Li giro e li sviluppo con cura. In sostanza: li preparo perché piacciano e abbiano successo. Non tutti capiscono cosa significa fare il lavoro che faccio io.
Il tipo di comicità a cui ti ispiri subisce una qualche influenza televisiva?
Sono appassionato di tutto ciò che appartiene agli anni '90, dal punto di vista televisivo. Colleziono un po' tutto quello che appartiene a quel periodo. Adoro sia il cinema che la commedia italo-americana, musicalmente sono anche un fan sfegatato dell’hip hop della West Coast. Eppure, credo che la mia più profonda fonte d'ispirazione creativa sia proprio Lino Banfi. Ecco, ritengo che lui sia un vero e proprio maestro della commedia italiana. E poi è pugliese come me.
Giuseppe Ninno è davvero il “Giuseppe” che vediamo nei video, oppure interpreta un personaggio che non gli appartiene del tutto?
Giuseppe Ninno è il Giuseppe alle elementari che si trasforma nel ragazzetto Antonio alle medie... Nei miei personaggi c’è sempre un po’ di Giuseppe. Anche nella "Signora Maria" e nel papà c’è un po’ di Giuseppe. Così come in tutti i miei singoli personaggi. Devi sapere che ogni periodo della mia vita è rappresentata da un personaggio in particolare, quindi sono tutti “io”. Un po' come vari Power Rangers che si uniscono tra loro. E solo al termine di questa fusione, nasce Giusè.