Menomale che doveva essere un disastro. 'La Corrida' di Amadeus su Nove sta andando alla grande, raccogliendo all'incirca un milione di telespettatori ogni mercoledì sera. Gli ultimi tre, nonostante la spietata concorrenza della corazzata defilippiana 'This is Me' su Canale 5. Visti gli scarsi risultati del pre-serale 'Chissà chi è', che nel 2025, si mormora, verrà ricollocato in prima serata, erano tutti pronti a far starnazzare i campanacci contro il conduttore degli ultimi cinque Festival di Sanremo. Anzi, già da prima. Il fatto che "Ama" avesse lasciato la Rai è stato vissuto, per qualche motivo, come un vero e proprio alto tradimento. "Se ne è andato solo per soldi", ripete schifata perfino mia madre. Come se già il denaro non fosse, per tutti, un'ottima ragione per cambiare strada professionale. Visto che non siamo tra quelli che, dalla sera alla mattina, si sono messi a considerare il conduttore da Re Mida della tv a ultimo degli stronzi, qui vogliamo mettere i puntini sulle i, celebrarne il successo e analizzare perché 'La Corrida', format che poteva benissimo essere considerato bollito, funzioni ancora così bene. Alla faccia di gufi e rosiconi. Tra il pubblico come, se non soprattutto, tra gli addetti ai lavori.
Incredibile: Amadeus è un grandissimo animale televisivo che sa alla perfezione come mettere in piedi uno show in grado di catalizzare l'attenzione del pubblico. 'La Corrida' poteva risultare un format anacronistico, da naftalina. E, forse, messo in mano a chiunque altro, così sarebbe stato. Invece, Ama è riuscito a svecchiarlo, rendendolo uno dei programmi che, attualmente, fa venire voglia di accendere la tv, invece di scappare più lontano possibile da quel piccolo, ferale elettrodomestico. Non è affatto poco, considerando la media generale. Come gli è riuscito cotanto prodigio?
Innanzitutto, inutile nascondersi dietro a un ditone, Discovery ha il budget. La diretta (ha sempre costi spaventosi) e lo studio gigantesco aiutano a creare una atmosfera da grande evento a cui a molte altre trasmissioni tocca rinunciare. Poi, c'è la sapienza. La sapienza di mettere insieme un cast di concorrenti nati per diventare meme. Così, anche se mercoledì sera non stai guardando il Nove ma, come tanti, scrolli X, diventa impossibile non imbattersi in qualche dilettante allo sbaraglio che fa robe tra l'assurdo e il bizzarro. Ti viene quasi voglia di andare a dare una sbirciata, lo fai. Va sottolineato quanto tale accoglienza virtuale non sia pilotata dagli account ufficiali dello show. Il programma è, appunto, in diretta per cui i suoi social media manager non hanno filmati già precotti da postare nella speranza che vengano condivisi. È, molto spesso, il pubblico stesso, durante la diretta, a diffondere clip o foto alla tv dei momenti più scemi o folli della puntata. E questo si chiama, sostanzialmente, coinvolgimento, affetto sincero. Un privilegio rarissimo. Si direbbe, anzi, impossibile.
Come mai accade? Prima di tutto perché i dilettanti sono stati scelti bene assai, c'è dietro un gran lavoro dell'ufficio casting (e di Amadeus). Alle volte, viene ripescato qualche concorrente da edizioni precedenti dello show, specie da quelle della Rai, è vero. Ma, pure questo, non avviene per caso: fa parlare. Il caotico marasma di 'Tú Sí Que Vales', nonostante i boati dei campanacci, qui non viene replicato. Tutti si divertono, ma all'interno di una scaletta di ferro, senza sbavature, nonostante la diretta. Fa ridere perché ogni cosa è stata calcolata al decimo di secondo affinché faccia ridere. Si nota anche da alcuni punti fermi: lo strazio del repertorio di Annalisa (ogni puntata compare uno sciagurato che ne storpia un brano ballando o ragliando), per esempio. Come anche l'epifania del concorrente scheggia impazzita che tira una frecciata ad Amadeus riguardo alla Rai. Nella serata di mercoledì 4 dicembre per esempio, un barista notturno che ha cercato di sostenere d'esser drago delle imitazioni, ha pungolato il conduttore: "Ma tu sei lo stesso che stava alla Rai? Ti trovo diverso. Ma hai fatto bene ad andartene da lì!". Qualche puntata fa, invece, un altro malnato, scaldapubblico tv di professione, aveva elogiato il Servizio Pubblico: "Quando lavoro là mi pagano bene, Nove non sgancia la grana".
Amadeus aveva spesso sostenuto di traslocare su Nove per 'sperimentare'. Ritrovarlo alla guida de 'La Corrida', dunque, ha fatto storcere più di un nasino. Dove starebbe, insomma, la 'sperimentazione'? Non è poi così difficile rispondere ma pare sia necessario quindi eccoci: Ama ha firmato con Discovery un contratto arcimilionario (ma va? Strano per un conduttore tv di lunghissimo corso) della durata di quattro anni. L'obiettivo è quello di aprire Nove al pubblico generalista. Un'impresa tutt'altro che facile, anzi, forse perfino impossibile. E qui sta tutto il senso della 'sperimentazione' di cui sopra. Si tratta di un progetto in cui il nostro ha piena libertà di realizzare ciò che gli pare per raggiungere lo scopo. O comunque avvicinarcisi. Questa la sfida, una sfida che, necessariamente, comporta pure eventuali passi falsi sulla via. Senza che nessuno, in quel di Discovery, si o gli strappi le vesti.
In definitiva, al netto di tutte le analisi fattibili, 'La Corrida' funziona perché è divertente. Finalmente, un po' di leggerezza vera in tv, qualcosa che si lascia seguire senza vergogna. O comunque senza sentire il bisogno di farsi una doccia a fine puntata, per lo scempio di cui ci si è in qualche modo resi complici. Amadeus detiene la segretissima formula dell'intrattenimento televisivo. Perché è milionario? No. Perché, pazzesco, sa fare il proprio mestiere. Ce ne fossero, non ce ne sono.