La quarta puntata di “Nuova scena-Rhythm + flow”, in onda su Netflix, finalmente si svela. Fra i giudici Fabri Fibra vola tre spanne sopra Rose Villain e Geolier, troppo impressionabili e di bocca buona. “Sei vestito meglio di come rappi” è il promettente titolo di una puntata che si apre con la promozione di Yanni$, che alla fine della terza puntata era rimasto appeso alla scelta di Fibra. Si riparte quindi dalle audizioni milanesi ai Magazzini Generali. Lo show abbandona definitivamente i luoghi e gli ambienti del rap, muovendo inesorabilmente verso il classico format di qualsiasi altro talent. Regia enfatica, primi piani al rallentatore dei rapper come se a salire sul palco ci fossero Guru, Method Man o Q-Tip. Il pubblico che applaude come assistesse a un block party americano degli anni Settanta. Ma siamo in uno studio, di fatto. Le scenografie sono da studio e il contorno, ripetiamo, è quello di ogni talent, che uno faccia rap o scaloppine è uguale. Concorrenti che pare debbano affrontare Stone Cold Steve Austin e poi l’obbligatoria fratellanza dietro le quinte, un’ipocrisia molto pop ormai condivisa in ogni luogo dove una telecamera sia puntata sul volto di un “vorrei presto essere famoso”.
Le pagelle della quarta puntata
Ciro Zero, 4: inciampa all’inizio e fatica a riprendersi. Inciampa sull’emozione una seconda volta e tra un “bro” e l’altro finisce la sua corsa. Tristi per Ciro, quasi divertiti dal fatto, appunto, che quando ‘sti ragazzi salgono sul palco sembrano tutti dei Rocky Balboa prima del clash con Ivan Drago. Un po’ meno, forse?
Made, 4: sbaglia due volte e lo mandano a casa.
Caciah, 5: asfissia il suo rap, strozzandolo. Bocciato.
Nooz, 4: cade sotto la sua stessa prosopopea. È quello che nella prima puntata si era definito ““la star del Bronx” con lo stilista di 15 anni che gli crea l’outfit. Meglio vestito che altro, purtroppo. Come da titolo della puntata.
Sir Prodige, 7: dopo tutti questi disastri arriva questo spavaldo diciassettenne originario di Palermo. Timbro comprensibilmente giovane, al gusto latte e miele, ma fa una bella figura. E passa.
El Matador, 8: simpaticissimo (“Sono così brutto che mia madre mi chiama bello di zia”), dovrà solo indurire il volto babyface. Spacca tutto. Il cazzaro (cit.) conquista.
Le pagelle parte seconda
Jelecrois, 6: bella inca**ata e spinta a palla da Rose Villain. Geolier positivo, Fibra tiepido su un rap che si regge su punchlines e atteggiamento spacco tutto io. Resiste e va avanti.
Fata, 5: più Baby K che Lil’ Kim, lascia molto perplessi. Ovviamente Rose Villain, che, on the mike, avrebbe promosso anche Rita Levi Montalcini, ne è entusiasta.
Capozanarky, 7: carico come Joe Pesci in “Quei bravi ragazzi”, fa centro.
Spender, 6: il più anziano fra i concorrenti, torna con un look ripulito e versi non pienamente convincenti. Si pensa “tro*a maschio” e prova a choccare. Passa grazie a Fibra, che l’aveva portato lì.
Enny P, 2: questa si presenta dicendo che le sta stretto tutto, “anche l’Italia”, e un 3 d’ufficio senza neppure ascoltarla per mezza barra ci stuzzica molto. Dice di non essere “cheap” e prova a fare Cardi B con le rime dell’ultima bitch del quartiere. L’hip hop che dovrebbe estinguersi. Non lascia parlare nemmeno Geolier. Spocchiosa come poche riesce a farci abbassare il voto di un punto.
Kid Lost, 6: aggressivo e intenso, ma Fibra non abbocca: “Non nasconderti dietro Napoli. Chi è Kid Lost?”.
Dubrazil, 6: giustamente spinta da Rose Villain, sprizza rabbia e aggredisce bene il beat. Anche qui, a deludere sono alcuni versi puramente autoreferenziali. Fibra non è convinto, da rivedere.
Flaza, 6: a parte gli occhiali inguardabili, ci sta. E passa.
Suspect CB, 7: a noi piace più di quanto forse piaccia ai giudici. Passa.
Ince, 5: traballa un po’ nella penultima parte del pezzo. Buona tecnica, ma banale. Gli chiedono una strofa a cappella per decidere la sua sorte. Promosso.