Terza puntata per “Nuova scena-Rhythm + flow”, in onda su Netflix. La ricerca della next generation del rap italiano adesso passa anche per l’ulteriore scrematura delle audizioni finali ai Magazzini Generali di Milano.
Le pagelle della terza puntata
Giudice: Geolier, voto 6: “Voglio portare solo chi sa raccontare Napoli”. Buona idea, ma raccontarlo a chi, se il resto d’Italia rischia di non riuscire sempre a sintonizzarsi?
Concorrenti di Napoli:
Jelecrois, 7: finora, pur capendo il 7% di ciò che dice in napoletano strettissimo, appare la migliore rapper donna. Così, a intuito, visto che capire il senso delle barre non sarebbe malaccio… A un certo punto sbaglia il tempo, ma tiene bene. A Milano comunque ci va.
Crisi, 6: tutto comprensibile, ma non particolarmente efficace. Macchinoso.
Capozanarky, NG: recuperato dalla seconda puntata. Non fa una seconda performance, ma Geolier, dopo adeguate meditazioni, lo spedisce a Milano.
Le pagelle, seconda parte
Giudice: Rose Villain, 6: Si muove tra i parchi vicini ai palazzi di periferia abbandonando per un attimo il glitter della Milano del futuro. Set perfetto per i concorrenti di questa puntata. Come lo skate park di Calvairate, lo sfondo su cui Rose incontra uno stranamente estroverso Lazza. Alla fine porta tutti e tre i concorrenti a Milano. Forse troppo timida nella selezione.
Concorrenti di Milano:
Dubrazil, 7: affascinante, con un volto che evoca la Nina Moric migliore. Porta sulla pelle sofferenze famigliari e alcoliche. Il problema principale, la madre. Biografia pesante, fangosa, dalla quale parte per costruire il suo solido assalto frontale.
Made, 7: da San Giuliano Milanese. “Sono stato con delle vecchie con cui facevo granny anal”. E Pornhub ringrazia sentitamente. Corrosivo e spavaldo.
Caciah, 6: altro “scappato di casa dalle periferie” (cit.), rappa discretamente – con una bella variazione melodica piazzata nel mezzo – su una base che tira pericolosamente a un reggaeton buono per le giostre. Su un beat meno dozzinale avrebbe fatto una figura migliore.
Le pagelle, terza parte
Giudice: Fabri Fibra, 7: sfida insieme a Nayt una Roma difficile da catalogare, divisa com’è tra quartieri. Ogni quartiere, un umore. Cercano originalità, qualità di cui effettivamente si sente il bisogno.
Concorrenti di Roma:
Regazzino, 4: dai Monti tiburtini racconta il marciume del quartiere (droga, reati). Già sentito. Grippa sul finale, ma poi riparte.
Fata, 6: altra rapper fortemente ispirata da una tragedia famigliare. Perde la madre nel 2019 e al solo ricordo di quella ferita si scioglie in un pianto più tenero che rabbioso (“Mi sono chiesta: perché proprio a me”). Nelle sue barre c’è anche la madre. Ispirata, ha lo swag che serve. Migliorabili le strofe, non così penetranti. Però andrà a Milano.
Le audizioni:
Nella seconda parte della puntata, ai Magazzini Generali, entra in scena Andry the Hitmaker, che tesse i beat su cui i ragazzi devono fare freestyle davanti a tutti i giudici.
Christian Revo, 7: cresciuto rispetto alla prima puntata, pollice alzato all’unanimità.
Mavie, 5: tenta la strada melodica, su cui punta molto (anche troppo, secondo Geolier). Bocciata nonostante l’incoraggiamento di Fibra.
Grein, 6: va avanti suscitando entusiasmi che condividiamo a metà. Un’altra voce timbricamente timida, ma i versi ci sono.
Yanni$, 7: dalla sua propone questa commistione di francese e italiano che impressiona abbastanza. Una soddisfazione per Rose Villain che lo ha selezionato nel primo episodio, ma questo è il vero cliffhanger della puntata, che sfuma sui dubbi di Fibra.