Dopo che per anni Fabri Fibra ha rifiutato qualsiasi tipo di invito a diventare docente o giudice del talent di turno – e di offerte ne ha avute tante, ve lo assicuriamo –, ecco che il rapper di Senigallia, fra i simboli definitivi della resurrezione del rap italico di inizio millennio, mette la sua firma su “Nuova scena–Rhythm + flow Italia”, in onda da domani su Netflix. Otto episodi per uno show diviso in tre parti: gli episodi 1-4 usciranno appunto domani con Fibra che, coadiuvato per l’occasione da Geolier e Rose Villain, farà tappa in alcuni centri considerati nevralgici per lo sviluppo della scena rap nostrana. Obiettivo, la ricerca dei next talent. Negli episodi 5, 6, 7, che debutteranno lunedì 26 febbraio, i rapper selezionati si misureranno con prove di freestyle, rap battle, videoclip e, soprattutto, lavoreranno sui featuring con Guè, Madame, Marracash e Noyz Narcos. La finale sarà invece disponibile da lunedì 4 marzo, e vedrà i tre finalisti sfidarsi con un proprio brano originale. In palio per il vincitore ben 100.000 euro. Lo show arriva in Italia dopo il successo riscosso negli States e in Francia e rappresenta il primo adattamento italiano di un format originale Netflix.
Tre giudici hot per la nuova scena rap
Mettendo un attimo da parte qualsiasi polemica su cosa oggi sia o non sia rap, va ammesso che la scelta dei tre giudici pare più che mai azzeccata e credibile. Abbiamo un “padrino della scena”, un “GOAT” come Fabri Fibra e due figure rampanti e in ascesa come Rose Villain e Geolier, uscite dall’ultimo Sanremo con qualche ammaccatura ma forti di due fanbase affollati, affettuosi e fedeli, elemento più determinante rispetto a qualsiasi scoria post-festivaliera. Il trio può quindi giocarsi sul serio la chance di ricollocare il rap al centro senza dare l’impressione di un’operazione forzata. Badate, il rap, non solo la trap o, peggio, qualcosa di scaltramente edulcorato. L’idea è quella di scavare oltre i trend, le vetrine e l’autopromozione. “Quando parli di rap spesso affronti gli stessi argomenti, parli di brani, di dischi, dei produttori, fai le promo – osserva Fibra –, noi qui non parliamo sotto un profilo discografico, ma diamo consigli alle nuove generazioni che si sono trovate il rap in classifica, non diciamo a loro come andare in classifica, ma come approcciarsi proprio al genere. La differenza tra questa generazione e la nostra? Noi non avevamo certezze”. Appunto. Non un format obbligato necessariamente a fornire assist alla catena produttiva della nuova discografia liquido-digitale, bensì un punto di riferimento per chi attorno al rap scorga anche l’ombra di una cultura più ampia.
Senza i feat che rap sarebbe stato?
Quasi a mimare le tracklist dei rapper veri, lo show presenta un folto numero di featuring. Nella prima fase, i tre giudici vengono affiancati da altri nomi della scena: Ernia, Fred De Palma, Ketama126, Lazza, Lele Blade, Nayt, Nitro, Rocco Hunt, Squarta e Yung Snapp. Insieme analizzeranno le prime barre dei candidati. Il tutto accompagnato da un racconto, anche personale, che narra la vita dei giovani: la famiglia e il quartiere servono a contestualizzare da dove provengono le nuove leve.
Un cast ricco che quindi garantisce aderenza all’idea di partenza senza il rischio che questa risulti eccessivamente annacquata. “Non parteciperei mai a un talent dove si tratta la musica pop, qui c’è un interesse concreto per il rap – sottolinea Fibra come per confermare la bontà dell’attacco iniziale di questo pezzo. Il genere più genuino e più sincero è il rap. Tutti sembrano impauriti dall’essere sè stessi, con il rap puoi esserlo. Il rap italiano esce vincitore da questo show, non è una città sola a vincere”. Per questo MOW seguirà lo show passo dopo passo. Stay tuned.