“Non sono un vicolo cieco / un pozzo senza fondo”, diceva la canzone. I Cccp sono tornati live, con un nuovo tour europeo che è partito da Berlino. Giovanni Lindo Ferretti è sceso dall'Appennino dopo decenni di romitaggio e di conversioni politiche e religiose integraliste, più o meno condivise o perdonate dal paritetico integralismo dei fan. Perché di perdono si tratta: chi ha imparato ad amare i Cccp - Fedeli alla linea per la loro estetica bolscevica, ha dovuto in qualche modo concedere a Giovanni Lindo Ferretti il beneficio punk della provocazione estrema, anche se questa implica una vera e propria sostituzione degli Dei di riferimento. Per il Pantheon personale di un fan, passare da Lev Trotsky a Giorgia Meloni e Matteo Salvini, così come saltare da Johnny Rotten a Joseph Ratzinger, è qualcosa di indubbiamente traumatico. Volendo si potrebbe parlare di rebranding, ed è come se la Coca-Cola da un giorno all'altro diventasse arancione. Anche questo, si capisce, è uno shock che richiede un certo livello di sopportazione e di perdono, da parte del cliente. “Non sono un vicolo cieco / un pozzo senza fondo”, di nuovo. Il perdono è sicuramente qualcosa di cattolico, un caposaldo della dottrina. Almeno, a partire dal rebranding di Cristo in avanti: prima di Gesù lo storytelling era quello del Dio vendicativo e pronto ad allagare il pianeta o distruggere città peccaminose. Da Cristo in poi invece si ripensò la religione al netto dello slogan "porgi l'altra guancia". Se parliamo così tanto di religione e di perdono, in riferimento al concerto dei Cccp a Berlino, è perché questa volta c'è stato qualcosa che non è stato perdonato alla band che più di tutte, in Italia, ha dato origine a un vero e proprio culto. Se i fan sono passati sopra alle dichiarazioni reazionarie del cantante, e se hanno anche accantonato le polemiche sul marketing e il costo del merchandising ufficiale, c'è una cosa che non è stata perdonata. No. Perché Glf non è un vicolo cieco, ma ha deciso di farsi accompagnare sul palco da un pozzo senza fondo. I performer hanno sempre fatto parte dei concerti Cccp, ma se Annarella e Fatur sono adorati dal pubblico, il nuovo arrivo del tour non è stato per niente apprezzato. Siamo all'Astra Kulturhaus, Friedrichschain, Berlino Est. A metà della messa cantata sale sul palco Andrea Scanzi, per un'orazione, risvegliando gli istinti veramente punk del concerto. Il suo discorso è incomprensibile, partono fischi a non finire, dita medie al vento, insulti e grida da parte del pubblico. Ferretti accoglie i fischi con grande piacere e soddisfazione, allargando le braccia, rispondendo a sua volta con entrambi i medi al pubblico, in un piacevole e gratificante scambio collettivo di vaffanc*uli. Scanzi continua a parlare, alzando la voce, ma i fischi e i 'buuu' aumentano, in un crescendo catartico di disapprovazione, mentre Ferretti danza, sorride e controinsulta. Poi Scanzi finisce, abbandonando la scena.
Giovanni Lindo Ferretti riprende il microfono, per ribadire la sua provocazione. “Quanta voglia di purezza”, ripete, “quanta voglia di purezza", per poi ribadire che il suo compito è quello di rompere i cog*lioni, di non dover accontentare mai chi pretende qualcosa da lui, e che è precisamente questo a giustificare pienamente la presenza di Andrea Scanzi sul palco. Per suggellare la piccola predica, il cantante intona il ritornello della canzone che stiamo citando di continuo: “Non sono come tu mi vuoi / non sono come tu mi vuoi / non sono come tu mi vuoi”. Tutto torna, la catarsi è chiusa, il concerto può riprendere. “Non sono un vicolo cieco / un pozzo senza fondo”. Il problema di questa provocazione è che la presenza Andrea Scanzi è di fatto un vicolo cieco. Il giornalista più narcisistico d'Italia non è certo un personaggio che si fa voler bene, dato il suo egocentrismo. Dal disprezzo per le scuole ai ritocchini, dalle polemiche con Morgan e i Bluvertigo fino alla sua motomania ma soprattutto alla mitomania; non c'è da stupirsi se il pubblico, perlopiù di ispirazione punk, che è andato a sentire un concerto poi inizi a fischiare, ritrovandosi a doversi sorbire un suo predicozzo. Se i fischi a Giovanni Lindo Ferretti sono piaciuti, rimane da capire se in qualche modo possano aver ferito l'impenetrabile egomania di Andrea Scanzi. Ovviamente no, perché nelle sue stories di Instagram ovviamente riappare più splendente e truccato che mai, al netto dei filtri bellezza, e dice che il momento dei fischi è stato uno dei più belli della sua vita, un istante eterno e meraviglioso, qualcosa di davvero punk, meraviglioso, bellissimo, meraviglioso, lo ripete più volte. Scanzi non perdona, lui ringrazia addirittura. D'altronde un dio deve essere misericordioso.