Neanche il tempo delle scuse per lo spettacolino di Selinunte (rissa con il pubblico con tanto di insulto omofobo: froc*o di mer*a ), che Morgan è passato al tafferuglio successivo rispondendo con un video alle critiche di Andrea Scanzi. Che, intervenendo a gamba tesa sulla questione con una diretta social intitolata “Morgan è questa roba qua: non stupitevi”, tira in ballo con fare dispregiativo anche l'ex band. Vale a dire quel gruppo come pochi in Italia che risponde al nome dei Bluvertigo, persino apripista nel dissotterrare l’immaginario glam, dando forse per primo l’impulso al revival di certe sonorità anni ’80. Non per il giornalista del Fatto, però: “Non ne ho mai avuto grande stima (di Morgan ndr) – inveisce - ho sempre pensato che i Bluvertigo erano i più deboli. Erano tutti più bravi dei Bluvertigo negli anni '90, dagli Afterhours ai Marlene Kuntz, dai Modena City Ramblers ai Negrita [...]”. Un'associazione inopportuna, a giudicare dalle parole di Andy (Andrea Fumagalli), co-fondatore della band simbolo degli anni '90, che prende le distanze anche dal redivivo (ancora in carica?) giudice di XFactor.
Con il pretesto del video-sfuriata di Morgan, sui social scrive: i Bluvertigo erano altro. Da cosa si dissocia?
“In generale da tutto, dagli insulti e dai modi. La filosofia della band era in tutt'altra direzione, e ancora oggi continuiamo quel percorso, io ad esempio con l'omaggio a David Bowie. Avrei evitato di espormi, ma ho ricevuto non so quante condivisioni di quel video. Cosa c'entro io?”
Intanto Scanzi nell'attaccare lui critica anche i Bluvertigo: dice che eravate i più scarsi.
“Libero di pensarla come crede, mi sfugge però il nesso. Sta argomentando su un fatto che riguarda Morgan, perché ampliare il raggio? Siamo stati sopravvalutati? Penso tutto il contrario: a tal proposito stiamo rimettendo mano a un live del 2000 con Battiato, e mi accorgo di quanto eravamo bravi, specie dal vivo”.
Di che si tratta?
“È la prima volta che parlo di questo: è un documento stupendo, in cui il Maestro canta i nostri pezzi e viceversa, lo vedrete appena uscirà”.
Con buona pace di Scanzi, la critica è sempre stata dalla vostra.
“In un'epoca in cui i progetti musicali sono sparati uno dopo l'altro, è sorprendente che tanti ci ricordino ancora con affetto”.
Perché associare forzatamente Castoldi alla band?
“Perché Morgan era il frontman, e i Bluvertigo erano una squadra, spesso a difesa delle sue idee. Ma il Morgan di allora non ha nulla a che fare con il Morgan di adesso. Non nascondo che suonare insieme lo scorso anno non è stato semplice, è difficile relazionarsi con lui. Non è la prima volta che si permette di maltrattare il pubblico o di arrivare in ritardo ai concerti... Ora gli sono scappate anche delle parole altisonanti”.
Dica la verità, l'osservazione di Scanzi l'ha infastidita?
“Per niente, ripeto, può pensarla come crede. Tra l'altro è un personaggio che stimo molto. Ma è fastidioso che associ una critica denigratoria ai Bluvertigo con questo polverone che non ci riguarda!”
Che consiglio darebbe a Marco Castoldi?
“Per carità, preferisco non darne, meglio restarne fuori (se la ride)”.
Quel progetto del disco insieme che fine ha fatto?
“Non esiste più”.
È un peccato.
“E ditelo a me, è impossibile lavorare con lui e portarlo avanti”.