La serie tv Tutto Chiede Salvezza di Francesco Bruni, ispirata all'omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, ritorna su Netflix. Daniele (Federico Cesari), che nella prima interpretava un paziente sottoposto a Tso, si ritrova ora nei panni di un giovane papà e di un infermiere che lavora come stagista nello stesso reparto psichiatrico dove anni prima era stato ricoverato. La seconda stagione, strutturata in cinque settimane, studia le vite nuove dei vecchi personaggi, e accoglie quelle dei nuovi arrivati, come Matilde (Drusilla Foer). Tutto vive, tutto si consuma e chiede salvezza tra le quatto mura dell’ospedale e la vita al di fuori di esso.
"Forse ha ragione Matilde. Io qua ci posso stare solo dall’altra parte", dice Daniele in un momento di sfogo nella prima puntata della seconda stagione. Il protagonista è cambiato in questa nuova fase della storia: cerca di riprendere in mano la vita che aveva prima, si è iscritto all'università e sta per laurearsi, ma c'è ancora qualcosa che lo ostacola: è il male che si annida nella sua mente. Fatto di pensieri opprimenti, ossessivi, e incessanti. Federico Cesari torna a interpretare il personaggio con una profonda sensibilità (e assieme a un cast brillante), mettendosi nei panni di un giovane che si confronta con una storia vera e complessa da raccontare. Il fantasma del vecchio compagno di stanza, Mario, che si era buttato dalla finestra nella prima stagione, riaffiora tra gli episodi della seconda. Di lui restano l'insegnamento e l’ombra, anche attraverso l'introduzione di un nuovo personaggio, sua figlia Angelica (Valentina Romani), che si avvicinerà a Daniele per ricordare insieme gli ultimi momenti del padre. E poi c'è Alessandro, il giovane paralizzato che avevamo lasciato confinato in un letto, solo, che subisce ora la perdita dell'unica persona a lui davvero vicina. "E ora chi si prenderà cura di lui?", si chiede Daniele mentre accarezza dolcemente la fronte del ragazzo. A rispondergli è ancora Matilde. "Che senso ha stare al mondo senza speranza e senza nessuno?". E poi Nina (Fotinì Peluso) che crede di essersi pacificata con se stessa ma che, invece, continua a fare la guerra agli altri. Quando il campo di battaglia si nasconde dentro di lei. Perché c'è qualcosa che la fa sentire non all’altezza del mondo e di Daniele. Perché lui sa fare tante cose, e lei no. O perlomeno così crede.
Tutto Chiede Salvezza 2 esplora il tema dell’identità di genere, il ricatto (di Rachid, interpretato da Samuel Di Napoli), il suicidio, la fatica di essere giovani genitori, la paura. Perché scava dentro di noi mostrandoci con uno scalpello in una mano e un ammasso di terriccio nell’altra che in fondo al posto di Daniele e degli altri ricoverati potremmo esserci noi. E come ci si sente a stare dalla loro parte e non avere (quasi) nessuno che ti capisca davvero. Perché i pensieri intrusivi sono stupidi, e le nostre angoscie un lusso per pochi disadatttati, questo ci vuole far credere la società in cui viviamo. “Forse pure noi visti da fuori facevamo paura”, esclama Gianluca (Vincenzo Crea) nella seconda puntata. Correggiamo il tiro. Forse tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo fatto paura a qualcuno che non in realtà non ci aveva soltanto capito. La serie Netflix è un prodotto auspicabilmente per tutti, ma che forse arriverà davvero a pochi. Alle persone sensibili che, come i protagonisti di questa storia, pensano la vita strafiticata. E quando si chiedono che senso abbia, come Daniele nella prima stagione, il giudizio degli altri, della società, si fa imperante. Tutto Chiede Salvezza (prima e seconda stagione) ci mostra la realtà delle nostre giornate, in cui ci svegliamo allegri e andiamo a dormire tristi, come dice Daniele, in un mondo che però, come gli risponde la dottoressa Cairoli (Raffaella Lebboroni), non ci affatto aiutando.