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Valentina Romani si racconta a MOW: da Naditza di Mare Fuori al primo romanzo Guarda che è vero. E sulla sua generazione, i social e Tutto chiede salvezza…

  • di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

7 giugno 2024

Valentina Romani si racconta a MOW: da Naditza di Mare Fuori al primo romanzo Guarda che è vero. E sulla sua generazione, i social e Tutto chiede salvezza… [VIDEO]
Abbiamo visto Valentina Romani in “Mare Fuori”, “La porta rossa”, “Il sol dell’Avvenire”, ma quanti di voi sanno che ha appena scritto il suo primo libro? “Guarda che è vero”, edito da Rizzoli, è la storia di una ragazza (Ellen) che non sopporta chi non prende posizione nella vita, prova diffidenza verso chi si rifugia nei “forse” e che ha tante cose in comune con la sua autrice. Ecco la nostra intervista

di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

Valentina Romani è una giovane e talentuosa attrice di ventotto anni, protagonista di Mare Fuori, La porta rossa e nel cast dell’ultimo film di Nanni Moretti, Il Sol dell’avvenire. A breve la vedremo anche nella serie tv Netflix Tutto Chiede Salvezza 2, nella produzione Rai Gerri, in cui sarà la protagonista femminile e su Mediaset con il biopic Bardot. Insomma, fermate questa donna. Valentina non solo ha passato gli ultimi mesi dividendosi tra un set e l’altro ma ha persino trovato il tempo per scrivere un libro, il primo, dal titolo Guarda che è vero, la storia di una giovane ragazza di nome Ellen alla ricerca di se stessa (e dell’amore). L’attrice che è anche nel laboratorio artistico di "Una Nessuna Centomila", la fondazione nata per prevenire e contrastare la violenza sulle donne, ci ha aperto le porte di casa per una breve chiacchierata in occasione del lancio del suo primo romanzo con indosso un sorriso accecante come era raggiante Lei, la Capitale, che di giorno appariva alle nostre spalle. Tra un breve capitolo e l’altro di Guarda che è vero c’è una sorpresa, compaiono brevi poesie scritte sempre da Valentina, pensate e poi raccolte con cura negli anni e solo oggi rese pubbliche. L’attrice che ha dedicato il suo libro ai suoi nonni (per lei “la vera luce eterna del mondo”), un po’ come Ellen, ha ammesso di essersi sentita qualche volta “finita”: “Credo sia fondamentale sentirsi stanchi, non voler pensare a nulla e rimanere un po’ sospesi”. Con Valentina abbiamo normalizzato le paure, dato spazio agli inizi - che lei ama tanto - cercato di spiegare chi sono i nostri coetanei e… Ecco l’intervista in esclusiva per MOW

Guarda che è vero di Valentina Romani
Guarda che è vero di Valentina Romani

Valentina ti conosciamo come una grande e giovane attrice, cosa ti ha portato a cimentarti nella scrittura? 

Grazie intanto per la grande attrice! (ride, ndr). Dunque, in realtà la scrittura ha sempre fatto parte di me, è un qualcosa che io ho sempre usato fin dai tempi del liceo per liberarmi, per conoscermi meglio. La scrittura ha il bellissimo potere di costringerti quasi a scegliere che cosa scrivere, ti fa mettere in ordine i pensieri. Mi sono divertita molto scrivendo, mi è piaciuto.

Come è nato il tuo primo libro “Guarda che è vero”?

L'idea mi è venuta un paio d'anni fa. Diciamo che la mia scrittura ha molteplici forme, infatti nel libro ci sono anche alcune mie poesie, perché io scrivo pensieri, racconti brevi... Quest'idea è nata perché molto semplicemente sentivo di aver qualcosa da dire, l'ho scritta, l'ho messa da parte e ad un certo punto ho scelto di svilupparla.

Tra un breve capitolo e l’altro si scorgono infatti delle brevi poesie con questo disegno stilizzato che si ripete, che significato hanno?

Ciò che muove la mia scrittura il più delle volte sono i miei pensieri specie quelli costantemente rivolti ai miei nonni che non ci sono più e molte delle mie poesie di riflesso sono dedicate a loro. Ho scelto di inserire questo simbolo floreale per rimarcare il concetto molto presente e anche molto importante per me 'degli inizi'. Il fiore sbocciato è l'inizio di qualcosa ed Ellen, la protagonista, è un po' come me, ama gli inizi forse perché sono le cose più difficili da ricordare.

Nel tuo libro scrivi: “Nella testa ho scatole immaginarie dove ripongo ciò che più mi piace, mentre in altre chiudo quello che proprio non sopporto” cosa piace più di ogni cosa a Valentina Romani e cosa proprio non sopporta?

Queste scatole al loro interno hanno ciò che mi piace e ciò che non mi piace sotto tutti punti di vista. Ciò che mi piace di più è l'onestà, qualcosa che detesto è il cumino per esempio (ride, ndr). Non mi piace il ritardo, amo la puntualità dell’universo, gli incastri perfetti, tutto questo mi meraviglia sempre e mi fa sentire bene.

Si legge: “Ho sempre apprezzato le opinioni e provato diffidenza verso chi si rifugia nei forse”. Anche te sei così? La “nostra” generazione pensi che prenda abbastanza posizione nella vita, sui temi sociali?

Abbastanza direi, sono molto determinata ed è difficile sicuramente perché richiede un ascolto molto profondo con se stessi per imparare a riconoscere ciò che ci piace e ciò che non ci piace senza contaminazioni esterne. Non è facilissimo soprattutto nella società odierna però è una cosa molto importante e direi quasi necessaria per conoscerci.

Valentina Romani Nicolas Maupas in Mare Fuori 3
Valentina Romani e Nicolas Maupas in Mare Fuori 3

La “nostra” generazione pensi che prenda abbastanza posizione nella vita?

Secondo me siamo a un buon punto, vedo la mia generazione molto consapevole sia di ciò che ci succede sia di ciò che succede intorno a noi. Forse quello che io ho sentito nel corso della crescita è l'importanza di soffermarci a volte un po' di più sulle cose, ecco questo non dovremmo dimenticarcelo.

La colpa è anche dei social?

I social accorciano le distanze e accorciano tutti i processi di riflessione perché siamo abituati a scrollare e a mettere un mi piace quasi di default. Ecco forse proprio prendendo come esempio un post, se noi riuscissimo a fermarci un attimo, a guardare questo post e riconoscere qualcosa di veramente bello, che veramente ci piace, saremo un po' più onesti con noi stessi.

In questo libro fa da sfondo Roma “con la sua luce eterna, tavolini delle trattorie sistemati sui marciapiedi, i cortili in cui sbirciare attraverso i portoni socchiusi, eccetera...” la racconti attraverso immagini evocative che tutti noi associamo alla città eterna. Il mito di Roma per molti non esiste più per altri non è mai esistito. Tu cosa ne pensi e che rapporto hai con la tua città?

Roma è la mia città, dove sono nata e cresciuta. Mi sembrava lo sfondo perfetto per questo romanzo per diversi motivi, primo fra tutti per agevolare il racconto della quotidianità della protagonista, dandole in prestito un po' della mia. Ciò che più amo di questa città è la luce appunto, come ho scritto nel libro, come ritorna più volte anche nella parte in cui Ellen si confronta con le sue amiche. Roma mi piace viverla da turista e stare con il naso all'insù per osservare anche i tetti, le finestre, è una città che sa essere estremamente romantica e questo libro un po' è romantico. Quindi mi sembrava un connubio perfetto.

Che cos'è l'amore per Ellen, la protagonista di questa storia?

Viene esplorato da un punto di vista diverso dal concetto di amore a cui noi siamo abituati ad assistere, perché nel romanzo è centrale l'amore verso se stessi, favore che noi ci dovremmo fare di più.

Verso la fine del tuo libro in un intermezzo poetico scrivi: “Una volta mi hai detto/Neanche hai iniziato/Io mi sentivo già finita” . Nonostante la giovane età e le già tante esperienze alle spalle e in continuo divenire ti è mai capitato di sentirti davvero così “finita”? 

Questa parte viene da un momento in cui ero molto affaticata perché il lavoro di attrice richiede concentrazione e a volte ci si può sentire anche stanchi e credo sia anche molto sano sentirsi così anche quando ti viene richiesto di essere molto performante. Ci tengo anche a normalizzare questo sentimento perché credo che sia fondamentale sentirsi stanchi, sia molto prezioso anche sentire l'esigenza di non voler pensare a nulla a volte e rimanere così un po’ sospesi. Mi ci sono sentita e sono grata di essermici sentita, è quasi fisiologico e va bene così.

La porta rossa, Mare Fuori, ll sol dell’avvenire, quali tra i ruoli che hai interpretato, se ce n’è uno, senti che ha continuato a influenzare il tuo modo di pensare e di vivere anche dopo le riprese?

A loro modo tutti e tre. Sono tre personaggi che mi hanno segnato come attrice e come essere umano da cui ho imparato moltissimo. Sicuramente diciamo, anche citando il libro, il personaggio Naditza di Mare fuori insegna che ciò che più conta nella vita non è riconoscere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato ma saper riconoscere ciò che è giusto per noi ascoltandoci. Ed è diciamo 'un là' che mi ha aiutato molto poi a sviluppare l'idea però allo stesso modo anche gli altri personaggi mi hanno ispirato nella scrittura. Emma de Il sol dell'avvenire è una ragazza molto altruista. Vanessa è l'adolescente a cui capita qualcosa di straordinario che a un certo punto della sua vita scopre di poter vedere i morti, una cosa che spiazza e il carattere di Ellen è spiazzante perchè pur rimanendo con una identità ben definita evolve all'interno della storia.

Dove ti vedremo a breve sul piccolo e grande schermo?

Intanto ci vediamo nelle librerie con Guarda che è vero e poi a breve usciranno: la nuova stagione di Tutto chiede salvezza e una nuova serie per la Rai che si chiamerà Gerri. In più ora sono momentaneamente sul set di progetti top secret di cui a breve sicuramente ti potrò parlare. 

Valentina Romani
Valentina Romani
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