image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Luca Barbareschi è il paladino contro il politicamente corretto, ma in “The Penitent” è meno cattivo di quello che crede

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

2 giugno 2024

Luca Barbareschi è il paladino contro il politicamente corretto, ma in “The Penitent” è meno cattivo di quello che crede
La cancel culture, il politicamente corretto, la morte del pensiero critico. La macchina del fango. “The Penitent”, il film diretto, interpretato e prodotto da Luca Barbareschi cerca di affrontare tutti questi temi. Un film che parla di oggi e che ha l’ambizione di essere radicale. Peccato che non riesce a esserlo. I dialoghi lunghi e i temi che si sovrappongono fanno scivolare il focus dello spettatore. Un attacco alla semplificazione che però manca il bersaglio

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

La città americana per eccellenza, New York, vista dall’alto mentre si specchia nel suo doppio. Le cime dei palazzi che si toccano, le strade che si dividono speculari. Finiti i titoli, comincia la storia. Anche qui, la doppiezza: “Love is love. Hate is hate”, “l’amore è amore. L’odio è odio”. Semplice, a quanto pare, ma non scontato. Non secondo Luca Barbareschi, regista, interprete e anche produttore di The Penitent, film già presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. La sceneggiatura di David Mamet, poi, prende ispirazione da un fatto di cronaca realmente accaduto in America alla fine degli anni Sessanta. Barbareschi veste i panni di uno psichiatra che ha avuto in cura un ragazzo, poi autore di una strage in una scuola, dove ha fatto otto morti. Sui giornali, però, prima ancora che dell’assassino, si parla del medico. E della sua considerazione dell’omosessualità. In una frase riportata dalla stampa si legge: “L’omosessualità come aberrazione”. Un’espressione storpiata che originariamente recita: “L’omosessualità come adattamento”. A complicare le cose c’è la questione del limite del segreto professionale: quello dello psichiatra in primis, ma anche quello dell’avvocato Richard. Può la legge chiedere gli appunti riservati di un analista che sta curando una persona che soffre? Cosa farsene del contenuto di quegli scritti? Le parole in quelle pagine sono opinioni, diagnosi o confessioni? Come se non bastasse, infine, la conversione all’ebraismo di Charles (così si chiama lo psichiatra di Barbareschi) getta ulteriori ombre sulla scelta del medico di non testimoniare in difesa del giovane killer. Il dubbio è che in nome del rigore interpretativo della parola di Dio, Charles possa aver scelto di non difendere una persona “non conforme”. Nell’interrogatorio con l’avvocato difensore, infatti, la questione viene sviscerata. Il riferimento al giuramento di Ippocrate (e alla riservatezza che impone) su cui lo psichiatra insiste, però, non convince la legge, e nemmeno la moglie, interpretata da Catherine McCormack. Fino a qui, quindi, la storia di un uomo che vive un conflitto: tra la propria professione, la voglia di conservare la propria reputazione, la sua fede in Dio e il senso di colpa. Ma Barbareschi vorrebbe parlare di qualcosa di più. O quantomeno di diverso.

In The Penitent c’è tanta roba messa sul piatto. Forse troppa. Specie se, come accade in particolare nella prima parte, nessuno dei concetti che chiama in causa vengono affrontati con la giusta efficacia: le conversazioni di Charles con la moglie e l’avvocato sono ripetitivi, troppo lunghi, non sufficienti a spingere la profondità della questione oltre la semplice domanda: “Perché, Charles, non vuoi consegnare i tuoi appunti?”. Per il resto, lo psichiatra si nasconde dietro all’immoralità di un’eventuale cessione degli scritti. Più interessante, anche se, come molte altre sequenze, eccessivamente lunga, quella del confronto con l’avvocato. Partendo da lontano (molto lontano) e dall’antico testamento, si arriva al punto decisivo: Charles non vuole testimoniare per la difesa perché la parola di Dio nega la dignità degli omosessuali? Ma in The Penitent c’è soprattutto la battaglia personale di Luca Barbareschi contro il politicamente corretto e la presunta semplificazione che ne segue. Il linciaggio che subisce, infatti, non viene analizzato nel dettaglio, rimanendo un accenno sullo sfondo (al massimo, il punto è il pessimo giornalismo). La problematica che salta più all’occhio è proprio quella dei limiti del segreto professionale. La macchina del fango non va oltre il coro con cui si apre il film, mentre il resto del tempo si tratta, piuttosto, di azioni legali a cui lo psichiatra cerca di opporsi. Insomma, la sua battaglia, quella di Barbareschi, si allontana dal centro dell’opera: vuole essere cattivo, forse, ma non si accorge, in realtà, di non essere così radicale come sembra. A meno di sottovalutare il “problema”. La macchina del fango, la cancel culture, il politicamente corretto: sono argomenti complessi, piacciano o meno. E The Penitent non basta ad affrontarli.

https://mowmag.com/?nl=1

More

Paolo Sorrentino ha una bella fotografia? Chi lo dice non ha capito niente. Perché nei suoi film, da “La grande bellezza” a “Parthenope”, c'è qualcosa che a molti sfugge: ecco cos'è

di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

Da Cannes alle candeline

Paolo Sorrentino ha una bella fotografia? Chi lo dice non ha capito niente. Perché nei suoi film, da “La grande bellezza” a “Parthenope”, c'è qualcosa che a molti sfugge: ecco cos'è

Dal Doge a Giampaolo: Manca ci racconta un nuovo amore (vuole sposarsi), un altro film a Cannes e l’ultimo Sequestro a Manhattan (non con la Mala del Brenta)

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

oltre alla mala

Dal Doge a Giampaolo: Manca ci racconta un nuovo amore (vuole sposarsi), un altro film a Cannes e l’ultimo Sequestro a Manhattan (non con la Mala del Brenta)

“Caso Rohrwacher? Certi film in Italia non hanno mercato. Cortellesi funziona perché...”: intervista dal Festival di Cannes a Del Brocco (Rai Cinema). La soluzione? “Deve arrivare dalle piattaforme”

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Soldi, sale e...

“Caso Rohrwacher? Certi film in Italia non hanno mercato. Cortellesi funziona perché...”: intervista dal Festival di Cannes a Del Brocco (Rai Cinema). La soluzione? “Deve arrivare dalle piattaforme”

Tag

  • Cinema
  • Luca Barbareschi
  • Politicamente corretto

Top Stories

  • Concerto Blackpink a Milano, ma perché la girl band K-pop fa impazzire i giovanissimi (in particolare le ragazzine) Blink, che fanno pagare oltre 100 euro ai genitori per vedere Lisa, Jennie, Rosé and Jisoo da lontano all'Ippodromo Snai La Maura?

    di Beniamino Carini

    Concerto Blackpink a Milano, ma perché la girl band K-pop fa impazzire i giovanissimi (in particolare le ragazzine) Blink, che fanno pagare oltre 100 euro ai genitori per vedere Lisa, Jennie, Rosé and Jisoo da lontano all'Ippodromo Snai La Maura?
  • Non rompete il caz*o a Ultimo per le vacanze a Taormina: yacht da 50 milioni? “Tutto pagato dal clan dei tristoni”. Solo preso a noleggio, niente ostentazione. E sulla presunta crisi con Jacqueline…

    di Giulia Ciriaci

    Non rompete il caz*o a Ultimo per le vacanze a Taormina: yacht da 50 milioni? “Tutto pagato dal clan dei tristoni”. Solo preso a noleggio, niente ostentazione. E sulla presunta crisi con Jacqueline…
  • "APRIMI IL CU*O" è il tormentone dell'estate 2025? Tutto quello che sappiamo sulla canzone virale sui social (TikTok) e su Vera Luna, artista (vera o fake?) che stuzzica la sonnacchiosa estate pop

    di Emiliano Raffo

    "APRIMI IL CU*O" è il tormentone dell'estate 2025? Tutto quello che sappiamo sulla canzone virale sui social (TikTok) e su Vera Luna, artista (vera o fake?) che stuzzica la sonnacchiosa estate pop
  • E CHE SI FA? Temptation Island, l'intervista impossibile ad Alessio Loparco: “Sto cercando lavoro, questa storia ha prodotto solo cose negative. La tv una parentesi da chiudere”. Ma davvero si sposa con Sonia Mattalia? E poi...

    di Jacopo Tona

    E CHE SI FA? Temptation Island, l'intervista impossibile ad Alessio Loparco: “Sto cercando lavoro, questa storia ha prodotto solo cose negative. La tv una parentesi da chiudere”. Ma davvero si sposa con Sonia Mattalia? E poi...
  • Le bombe di Mara Maionchi: “X Factor? Morgan ebbe un’intuizione…”. Poi la trap e il rap (“Non so neppure se ritenerli brutti”), Sanremo e la Rai, Vasco Rossi e la scoperta di Gianna Nannini…

    di Domenico Agrizzi

    Le bombe di Mara Maionchi: “X Factor? Morgan ebbe un’intuizione…”. Poi la trap e il rap (“Non so neppure se ritenerli brutti”), Sanremo e la Rai, Vasco Rossi e la scoperta di Gianna Nannini…
  • Siamo andati al concerto di Lucio Corsi al Locus Festival, ma com’è stato? Piuttosto deludente, ma salvato dai pezzi sempreverdi di un cantautore che sa scrivere e…

    di Elvio Carrieri

    Siamo andati al concerto di Lucio Corsi al Locus Festival, ma com’è stato? Piuttosto deludente, ma salvato dai pezzi sempreverdi di un cantautore che sa scrivere e…

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Abbiamo bisogno di tanti feat? Il mercato sì, la musica no. Fedez e Emis Killa (ispirati da Shakira?), BigMama e Amoroso (male) e Tony Effe e Gaia (meglio), chi ci guadagna?

di Giuditta Cignitti

Abbiamo bisogno di tanti feat? Il mercato sì, la musica no. Fedez e Emis Killa (ispirati da Shakira?), BigMama e Amoroso (male) e Tony Effe e Gaia (meglio), chi ci guadagna?
Next Next

Abbiamo bisogno di tanti feat? Il mercato sì, la musica no....

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy