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Le confessioni di Damiano David. Maneskin? “Avevo perso una sensazione”. Album flop? “Se succede…”. E sul tour 2025, lo stile “gay leather”, Mick Jagger, Bruce Springsteen e Bon Jovi…

  • di Benedetta Minoliti Benedetta Minoliti

27 dicembre 2024

Le confessioni di Damiano David. Maneskin? “Avevo perso una sensazione”. Album flop? “Se succede…”. E sul tour 2025, lo stile “gay leather”, Mick Jagger, Bruce Springsteen e Bon Jovi…
Un tour mondiale in partenza a marzo 2025, il primo album solista, la moda e Los Angeles, che gli ha provocato uno “choc culturale”. Di questo è molto altro ha parlato Damiano David, che ha trovato nella città degli angeli una nuova ispirazione e incontrato persone incredibili, da Labrinth a Bon Jovi, Mick Jagger e Bruce Springsteen…

di Benedetta Minoliti Benedetta Minoliti

“Credo che il segreto di questo lavoro sia la coerenza. So chi sono come artista e, se questo album fa flop, non sarà un verdetto sul mio talento: significherà solo che era il momento sbagliato”. Con un tour mondiale in partenza il 31 marzo 2025, Damiano David ha parlato anche del suo primo progetto discografico da solista, in uscita nel 2025, in una lunga intervista rilasciata ad Andrew Sean Greer per la copertina del nuovo numero di Vogue Italia. Il cantante, frontman dei Maneskin, a 24 anni è volato oltreoceano per inseguire il suo sogno da solista. Un viaggio introspettivo tra paure, successi e la ricerca di autenticità nella città degli angeli, dove sta prendendo forma il suo atteso album solista. “All’inizio, è stato davvero spaventoso” ha raccontato Damiano David ha proposito del suo trasferimento a Los Angeles. “È stato uno choc culturale. Ed è stato difficile trovare il mio posto in quella città”. E ha continuato: “È stato tutto molto rapido. Ho detto al mio manager che volevo farlo e, dieci giorni dopo, ero a Los Angeles con le sessioni prenotate, una casa affittata per sei mesi e nessuno accanto a me. Niente amici, niente fidanzata, nessuno. Ma è stata la cosa migliore, per me. Non avevo un background e, in pratica, potevo essere chiunque volessi. Perché nessuno mi conosceva. E questo mi ha permesso di mettere da parte tutto quello che avevo fatto fino a quel momento di costruire il mio ambiente da zero, nuova gente, nuovi posti, nuovi musicisti, nuovi autori”. E tutto questo, ha raccontato Damiano David, è stato di grande ispirazione: “Ho lavorato con tante persone diverse, soprattutto nei primi mesi, perché quello che cercavo davvero non era il più grande produttore sulla piazza, ma uno spazio in cui potessi sentirmi a mio agio”. Il cantante ha “ritrovato” così una nuova linfa. Non che l’avesse mai persa, sia chiaro, ma ha raccontato durante l’intervista di aver provato “una sensazione” che aveva perso nel corso degli anni e di essersi sentito di nuovo in movimento.

Damiano David
Damiano David
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E anche se ha raccontato di non cercarlo, Damiano David ha trovato uno dei più grandi produttori degli ultimi anni: Labrinth. “Sarah (Hudson, cantautrice americana) viene da me e mi dice: ‘Ok, sei fantastico, ti adoro. Sto facendo questa cosa con Labrinth e voglio che tu partecipi. Stiamo cercando da tempo una terza persona e non riusciamo a trovarla. Tu sei perfetto’. per me è stato uno choc, perché non me lo aspettavo, ma è stato anche come ricevere una specie di messaggio, come se qualcuno mi dicesse: ‘Stai facendo la cosa giusta, insisti. Non importa se hai paura, ignorala’”. Nel corso dell’intervista Damiano David ha raccontato di aver incontrato “persone immense”, come Bon Jovi (“la persona più tranquilla in assoluto”), Bruce Springsteen e Mick Jagger. E il cantante, fotografato da Steven Klein, ha anche raccontato di non amare particolarmente i servizi fotografici. Il motivo? “So che è strano a dirsi, è estremamente impegnativo, fisicamente e psicologicamente. Sei sottoposto a un'enorme pressione per avere il look giusto, scattare la foto giusta. In questo caso, però, è stato molto divertente. Sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto”. Il frontman dei Maneskin, durante lo shooting, ha indossato anche l’harness, un’imbracatura tipica della scena gay leather. “Era lì e volevamo provarlo. Quando l’abbiamo visto abbiamo pensato: ‘Ok, questo potrebbe funzionare’”.  E sulla moda ha spiegato: “Mi interessa perché mi interessa il modo in cui mi presento alla gente, ma non mi definire un grande appassionato di moda. È uno strumento efficace, un eccellente modo per comunicare. E a me piace comunicare”. 

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