Forever Young: The Dorian Gray Syndrome
Genio e sregolatezza, gioventù e onnipotenza, divinità che invidiano il fulgore dell’umanità che sboccia. Questi e altri sono i temi che le mostre della settimana propongono sul territorio italiano in un intrico di memento mori e memento Vasco. Il MEET di Milano, alla cura di Maria Grazia Mattei e Clement Thibault, propone fino al 20 giugno la mostra collettiva Forever Young: The Dorian Gray Syndrome in seno alle iniziative connesse al palinsesto del Milan Longevity Summit. L’evento propone, attraverso la Digital Art, dodici visioni diverse sul tema, con l’unico dichiarato scopo, di sacrificare, sull’altare delle nuove tecnologie e della sociologia in mutamento, la versione del se composta da sangue e lacrime a favore dell’avatar che, forse, è una versione migliore di noi? Dove le sculture di Esnay Wagemans deformano la figura che vi si specchi, l'installazione interattiva di Chris Salter capta immagini frontali del visitatore per trasformarle in ID digitale permanente sulle pareti delle sale per la durata di tutta la visita creando un flusso ininterrotto di figure immateriali e inconsapevoli aprendo a dibattiti di varia natura.
Body Sculpture
Sempre a Milano, al Babs Art Gallery fino al 21 maggio, è possibile visitare un’esposizione che si pone fuori dalla comfort zone dell’utente medio: Body Sculpture. In questo contesto le collezioni di gioielli partorite, per l'occasione, dalla creatività visionaria di Loris Cecchini diventano rappresentanti della temperie dell’arte contemporanea. La Galleria, l’unica in Italia dedicata interamente ai gioielli, ci permette di ammirare oggetti preziosi nella materia come nella ricerca concettuale sui tempi della spazialità e della forza generatrice del pensiero. Bracciali rigidi in varie versioni, anelli che ripropongono forme naturalistiche e l'installazione Wall Wave Vibrations, capace di generare forme di oreficeria, sono i grandi protagonisti di un evento, ad oggi, unico nel suo genere capace di ricordarci la molteplicità di aspetti nascosti dentro le sillabe della parola “arte”.
Aqua Mater
Capacità di creare, nutrire, generare vita è morte sono gli assunti attraverso i quali Sebastiao Salgado ha ripreso, con il mezzo fotografico, l’acqua e le sue possibilità espresse nelle mostra Aqua Mater di scena a Genova fino al 14 luglio nei locali del Sottoporticato di Palazzo Ducale. Entrare nelle sale di questa esposizione equivale a intraprendere un viaggio nelle regioni più estreme e a tratti selvagge del mondo dal Brasile al Mali passando anche in Italia, un viaggio in 42 scatti che la curatrice Lélia Salgado ha voluto accompagnare con tracce musicali composte per l’occasione e che portano la firma del musicista Bernard Mache. L’acqua, elemento che è vita per sua definizione, riflette le immagini e le idiosincrasie di un sistema produttivo e umano che ha progressivamente dimenticato la funzione di grande dea madre rischiando, riuscendo potremmo dire, nel compito arduo di esaurire l’immensa generosità che l'elemento ha dimostrato al nostro pianeta con conseguenze, purtroppo, prevedibili.
Eleganza di Carta e Stoffa
La creazione, questa volta completamente umana, è al centro di un’altra, particolarissima, mostra genovese, attiva fino al 21 aprile, Eleganza di Carta e Stoffa per un bestiario insolito di Danièle Sulewic. Il percorso, umano e professionale, dell’artista è fortemente connesso a quello di Lele Luzzati ed è proprio in occasione delle manifestazioni inerenti al 100 Luzzati che si pongono le sue creazioni in stoffa ispirate al Flauto magico nella versione che ne diede l’illustratore genovese. La stoffa diventa tela, non già bianca ma orgogliosamente solcata dalle proprie texture, per le creazioni della Sulewic che dimostrano quanto il suo mentore non sia solamente una base culturale e d'ispirazione ma sia divenuto a tutti gli effetti parte della propria mente creativa.
Epopee celesti
L’umanità e le sue declinazioni sono, in qualche modo, le protagoniste della mostra Epopee celesti a Villa Medici, Firenze, visitabile fino al 19 maggio. La collezione Decharme, ricca di pezzi ascrivibile alla temperie Art Brut e del suo più celebre protagonista Jean Dubuffet, apre al pubblico i propri archivi relativi alle opere realizzate dai pazienti degli ospedali psichiatrici o comunque capaci di esistere fuori dal sistema sociale accettato all’epoca. I temi, per natura stessa del materiale umano al quale ci riferiamo, sono i più disparati: guerra, discriminazione sociale, violenza, visoni e molto altro.Cosa vediamo dunque una volta varcata la soglia di Villa Medici? La più importante collezione di Arts Brut ma anche un vero campionario di umanità e delle sue sfaccettature al confine tra il reale l’immaginato.
In arrivo…
Sarà presentato il 25 maggio 2024 alle 17 presso la Galleria D'Arte "Phaber Art" di Ciro Cardiello, l'evento espositivo "Tu io tu io tu" in occasione del quale Antonio Bonaviri, Micaela Mattioli, Maria Cristina Rumi, Raffaele Coppola, Lucio Groa, Rodolfo La Torre e Carmine Dello Ioio daranno vita ad una mostra show sul tema del ritratto capace di assunti trasversali all’espressione pittorica e all’arte concettuale contemporanea. Il direttore nonché motore dell’evento, Peppe Della Volpe, ha colto l’ispirazione quando Carmine Dello Ioio ne ha tracciato il profilo in una serata tra amici, da qui l’idea: coinvolgere sette artisti, diversi tra loro nello stile ma accomunati dalla passione per il mezzo pittorico, nella produzione di altrettanti ritratti dell’istrionico promotore. Della Volpe fa plasmare, ad altri, la propria immagine che diventa oggetto di trasformazione, interpretazione e distorsione per essere, infine, restituita al pubblico. La mostra, aperta al pubblico dal 25 al 27 maggio 2024 a Napoli, Piazzetta Durante 1, rappresenta il primo step di un progetto più ampio che promette di ribaltare alcuni, ostinati clichè sul fare e promuovere arte. Un Manifesto d’intenti, una mostra, uno show, un nuovo modo di comunicare il complesso e spesso contraddittorio universo del contemporaneo sistema arte.
Il caso…
L’arte, il comune senso del pudore e la provocazione sono tre ingredienti che, da sempre, fanno versare litri di inchiostro. L’interprete dell'archetipo umano conosciuto come “scandalo” della primavera 2024 è l’italiano Andrea Saltini che con la sua mostra Gratia Plena visitabile fino al 2 giugno presso la Chiesa di Sant'Ignazio di Carpi ha proposto varie tele controverse per la forte, per alcuni, connotazione sessuale ed erotica al loro interno. La pietra dello scandalo è l’opera, con velleità di pala d'altare, Noli me tangere dove la prospettiva e il posizionamento dell'immagine nello spazio suggeriscono un'interazione tra Longino e Gesù che lascia poco spazio all'interpretazione nel suo approccio decisamente “orale” alla sessualità. Il parroco, l’ente promotore e l’artista sono fortemente convinti della genuinità della loro proposta nonostante le feroci critiche delle fazioni conservatrici, non ultimo il quotidiano “La Bussola Quotidiano" che si è scagliata con Saltini senza temere di definire le sue opere “arte blasfema”. Ogni qual volta si definisce l’arte, con etichette che aggiungono al sostantivo arte un aggettivo capace di esprimere un giudizio negativo, come nel caso di “arte degenerata” o “arte blasfema” si commette l’errore di giudicare ciò che, forse, solo un ipotetico ente superiore e trascendente, può permettersi di fare.