L’arte e le sue infinite possibilità, l’incommensurabile grandezza dei capolavori del passato e le prospettive di riproducibilità delle opere digitali del futuro sono un tema attualissimo e multiforme. Nel tempo, finito, di una settimana ecco alcune proposte estremamente interessanti. Carlo Zoli si presenta nella monografica "L’infinito volgere del tempo" presso la prestigiosa cornice del Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati di Firenze, dove la curatrice Greta Zuccali mette in evidenza il lato contemporaneo del ceramista attraverso la sua ricerca dell’umano approfondita ulteriormente con gli strumenti del design e della musica. Tre sono le serie in esposizione: “Quiete Creature”, “Tempesta” e “L’infinito volgere del Tempo”, ognuna delle quali fa risuonare il pendolo tra le polarità della catarsi e dello struggimento per condurci in una dimensione priva di concezione lineare del tempo, verso il concetto di ciclicità degli eventi e della vita. Queste tematiche vengono ribadite da citazioni presenti lungo il percorso espositivo ricco di figure classiche, mitologiche e cavalleresche fino al tributo alla regione toscana con Pegaso.
Michele Ciacciofera evoca i suoi viaggi, i propri itinerari e le geometrie di una vita nella mostra "Condensare l’infinito" a Gallarate fino al 7 aprile 2024. Grazie alla cura di Alessandro Castiglioni culti, miti arcaici, strutture megalitiche e molto suggestive suggeriscono al visitatore passaggi tendenti all’infinito. All’interno delle installazioni ambientali ci si muove tra ritmi verticali e orizzontali promossi da pittura, opere sonore e richiamo ai culti mediterranei. Non mancano pattern elettronici capaci di rielaborare suoni naturali, monoliti in materiale riciclabile ed installazioni site-specific, il tutto elaborato allo scopo di coinvolgere e porre lo spettatore la riflessione sul concetto di spazio-tempo e delle sue implicazioni ataviche. Pittura, scultura, installazioni e fotografia esprimono ogni potenzialità attraverso la mano, esperta e soave, di Anselm Kiefer che negli spazi di Palazzo Strozzi espone dal 22 marzo "Angeli caduti". Il percorso è indubbiamente introspettivo e ricalca le sperimentazioni dell’artista negli anni Settanta, si scende nel profondo e si riemerge arricchiti da suggestioni storiche, mitologiche, filosofiche e religiose impresse e modellate sugli, immancabili, formati sovradimensionati incapaci di rispettare o tollerare il limite spaziale così come le tematiche superano quello temporale e sociale.
Il rifiuto del limite nell’orizzonte dell’equità razziale e di genere è ciò che l’immensa Adrian Piper ha ribadito nel padiglione dell'arte contemporanea (PAC) di Milano. "Race Traitor", visitabile dal 19 marzo 2024 ci restituisce l'immagine di un'artista capace di spaziare dal concettuale alle tentazioni minimaliste rimanendo coinvolta, da sempre, nel dialogo sulla necessità di definire, o meno, le identità razziali. Lei, in prima persona, è stata oggetto di esperienze misogine e sessiste, le quali hanno fornito la base per le opere, eclettiche come lei, che si presentano nello spazio del padiglione. Un’altra donna, Carla Accardi, nell’anniversario dei dieci anni dalla morte e 100 dalla nascita, viene proposta al Palazzo delle esposizioni di Roma al fine di riflettere sulla sua figura quale epigono di esperienze e possibilità. Lei, unica donna del gruppo astrattista Forma, porta immagini cariche di istanze femministe, egualitariste fino all’utopia. L’infinito tributo che l’arte, ormai storicizzata, dei Maestri dell’Avanguardia anima il Palazzo Blu di Pisa. La riflessione che siamo portati ad approfondire è quella riguardante l’immensità della popolarità, della grandezza e dei riconoscimenti che i vari Dalì, Chagall e Duchamp, tra gli altri, continueranno, illo tempore ad avere, ponendo una, provocatoria, domanda: siamo sicuri che la loro genialità sia ancora tale o siamo tenuti ad un, infinito e perpetuo, atto di sottomissione ai maestri del passato? Il periodo approfondito dall’esposizione è quello che termina con la Seconda guerra mondiale raccontata grazie ai pezzi del Philadelphia Museum of Art.
In arrivo...
La Biennale Arte 2024 di Venezia si arricchisce delle visioni dell’artista taiwanese Pahsi Lin il quale racconta le proprie visioni sospese nel tempo e nello spazio comprese tra oriente e occidente nel Salone a volta della caratteristica rimessa da diporto veneziana, Cavana ai gesuati con la mostra "Infinity Art". L’infinito evolvere, il continuo mutamento sono oggetto di indagine, antropologica e artistica, nella mostra Tatuaggio, storie dal Mediterraneo. Qui l’arte dell’adornare il corpo diventa cartina di tornasole delle epoche e delle culture, tutte del Mare Nostrum, dal Paleolitico, passando attraverso l’infamia dei numeri tatuati nei mattatoi umani in Germania, Russia e Siria. Reperti originali, fotografie e video rendono l'esperienza coinvolgente e completa grazie alla cura di Luisa Gnocchi Ruscone.
Cosa vi siete persi...
Al Muciaccia Gallery di Roma si è conclusa il 16 marzo 2024 la prima mostra personale di Mayram Eisler, "Intimity Landscape" dove l’energia femminile è stata indagata attraverso trenta pezzi, realizzati tra il 2018 e il 2024, divisi in quattro serie. Mayram ha una voce potente e fresca, le sue prossime, auspicatissime, mostra personali meritano un cenno sulle nostre agende.
Il caso...
Napoli, piazza Municipio, la controversa opera di Michelangelo Pistoletto La Venere degli stracci torna ad occupare il posto che è suo di diritto, simbolo di forza e resilienza. La prima installazione, distrutta circa otto mesi fa a causa di un incendio doloso, è stata prontamente sostituita anche grazie all'intervento del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Nonostante lo slancio della popolazione che ha attivato una campagna di crowdfunding, l'artista ha donato la propria opera e i fondi recuperati sono stati donati all'associazione la “Scintilla” che si occupa d’inclusione di soggetti affetti da disabilità intellettiva. La scelta della destinazione dei fondi è stata dettata anche dall’evento traumatico della distruzione del monumento l’estate scorsa avvenuto per mano di un giovane psicologicamente instabile e senza fissa dimora. La distruzione di un’opera che inneggia, tra le altre cose, alla rivalutazione del concetto di scarto, ha innescato il circolo virtuoso di donazioni nei confronti di chi si trova a vivere tra gli ultimi e in contesti sociali isolati. La distruzione ha creato, non è essa stessa arte?