Mythos: Creature Fantastiche
C’è qualcosa che, nei secoli, ha affascinato l’umanità e non ha mai conosciuto abbandono e decadenza: il magnetismo del mito. Si tratti di mitologia in senso stretto, di mitizzazione di un simbolo o di un personaggio, il mito conosce una stagione di fascino e attrattiva che, fin dall’origine dell’umanità, si perpetua senza soluzione di continuità. A Torino, dal 7 marzo al 7 luglio 2024, presso l’evocativa cornice delle Antiche Ghiacciaie di Porta Palazzo grazie alla mostra Mythos: Creature Fantastiche il mistero della magia bianca e dei suoi figli si offre allo spettatore in una delle città che, per tradizione, è maggiormente connessa alle tradizioni esoteriche, al punto da essere definita la “capitale italiana dell’esoterismo”. I protagonisti della mostra sono innumerevoli modelli di dimensioni naturali, si fa per dire, alti mediamente sei metri, realizzati con tecniche miste che vanno dall tassidermia alla modellazione 3D, non mancano scenografie, videoproiezioni ed eclettiche proposte di mondi fantastici e onirici. Chi non ha mai rinunciato a fantasticare sui temi di divinità egizie e arcaiche, licantropi, minotauri finanche al conte Dracula potrà incontrare queste figure capaci di connettere cielo e terra, reale e immaginato. Non manca un “padrino” d’eccezione: Ovidio, il quale accompagnerà lo spettatore, come un vate, attraverso il regno dell’immaginario umano fungendo da bussola e puntando, per quanto possibile, al discernimento tra fantasia e realtà.
Notte, al MAXXI di Roma la mostra che omaggia Jannis Kounellis
Scandagliando i vari pantheon mitologici della cultura moderna, uno tra i maggiormente evidenti è il mondo dell'arte che annovera tra i suoi gota Jannis Kounellis. Il maestro viene omaggiato, al MAXXI di Roma fino al 30 aprile 2024, attraverso alcune tra le sue più famose e suggestive installazioni già proposte nella città eterna nel 1970 presso il Palazzo delle esposizioni e all’esperienza di Achille Bonito Oliva. “Notte” e “Nabucco” sono le grandi protagoniste della Galleria 5 dimostrando, ancora e per sempre, la grandezza dell’artista capace di creare opere di concetto senza rinunciare alla dimensione immersiva e teatrale dell’atmosfera. Lettere che vogliano fuggire dallo loro status di mero segno informativo in “Notte” si lasciano oltrepassare permettendo l’ascolto delle note del “Va pensiero” nella cornice di “Nabucco”. Il dialogo tra interno ed esteno dello spazio espositivo è una costante che crea omogeneità e continuità tra installazioni multiformi. Mito, credenze popolari, religione e filosofia ma anche storia e meditazione profonda sono le parole chiave dell’opera di un altro astro dell’arte contemporanea: Anselm Kiefer.
Angeli Caduti
Angeli Caduti, questo il nome della mostra visibile a Palazzo Strozzi (Firenze) a partire dal 22 marzo 2024, ci palesa le immense capacità dell’artista che ha abituato il proprio pubblico a opere di misure monumentali, dal punto di vista dimensionale e filosofico. Kiefer si presenta nella duplice veste di artista e ideatore dell’esposizione avendo collaborato, attivamente, alla realizzazione del percorso espositivo. Il messaggio, implicito, è quello del superamento del limite sia esso fisico, dimensionale o dell’impianto razionale capace di voli pindarici eccezionali. La cornice rinascimentale, lungi dal gareggiare con le tele e le sculture di Kiefer crea una armoniosa nota di fondo che abbraccia e sostiene lo spettatore. Accanto alla produzione tradizionale non mancano fotografie ed installazioni. L’indubbia dimensione storica, carica di fascino mitologico, del Museo archeologico di Napoli ha ispirato la genesi dell'esposizione.
House of Lobster
House of Lobster firmata dal poliedrico Philip Colbert e visitabile fino al 1 aprile 2024. L’artista britannico, tra i più innovativi dell’ultima decade, affronta il soggiorno partenopeo accompagnato dal proprio alter ego, una mascotte a forma di aragosta, proponendo una satira straniante e sardonica senza rinunciare alla connessione con la tradizione locale. I capolavori del Museo archeologico sono il punto di partenza della speculazione artistica di Colbert siano essi plasmati nel bronzo e nel marmo o vergati ad olio su tela. Il mito dell’aragosta è il vessillo, la continuità nel contrasto tra spazi interni ed esterni, capace di volteggiare tra il passato ed il futuro dell’arte. La guerra, la sua universalità e atemporalità viene declinata in improbabili scontri tra animali marini nella Pompei Series (2023-presente) così come in After Battle of Issus Mosaic. Colbert, vero pioniere del metaverso, sposta il nostro immaginario verso l’orizzonte surreale e futuristico, seppur tristemente attuale, della guerra continua e trasversale a tutte le forme di vita sulla terra.
Short and Sweet
Navigando tra le sfaccettature dell’epoca moderna quali potrebbero essere i corrispettivi figurativi di mosaici e vasi dipinti che furono protagonisti dell’universo visuale del passato? Senza dubbio le pubblicità e le foto che le compongono, il mito del turismo reso in immagini volutamente pacchiane e dall'aspetto plastificato. Martin Parr anche alla luce della sua lunga collaborazione con Magnum Photos ha saputo incarnare le istanze contraddittorie della società dell’immagine nella quale siamo immersi da almeno trent’anni. Short and Sweet, al MUDEC, propone un percorso espositivo di oltre 200 fotografie arricchite dall’intervista che lo stesso Parr ha rilasciato alla curatrice Roberta Valtorta in materia di società contemporanea e delle sue idiosincrasie e delle applicazioni delle stesse applicate alla pubblicità e al turismo di massa.
Mimmo Paladino
Il mito, essere un mito, rappresentare un punto di riferimento del proprio modo professionale ed espressivo, questo ed altro è Mimmo Paladino nel Palazzo del Papa, celebrato a Palazzo Boncompagni di Bologna dal 1 marzo al 7 aprile 2024. Silvia Evangelisti, con l'apporto diretto dello stesso Paladino, espone il prodotto dello sforzo artistico degli ultimi vent’anni dal caposaldo della transavanguardia italiana attraverso venti sculture di grandi dimensioni e, al centro della sala delle udienze papali, ci stupisce con l’installazione monumentale di 13 cavalli bruni accompagnati da monumentali guerrieri bronzei. Gli spazi esterni della loggia sono occupati dagli Ideogrammi del respiro e fanno da contraltare agli spazi interni dove oggetti evocativi, come elmi di bronzo, rimandano a una comunicazione onirica e indecifrabile. Lasciando la mostra non si può non riflettere sulla grandezza di un artista che oggi, come allora, è capace di grandiose visioni incarnate dalla nuova serie Sei madonne nere (dipinte).
In arrivo...
Venezia, città costantemente pervasa dal moto ondoso e dalle orde di turisti che imperversano in laguna sarà la protagonista, una volta di più, di due mostre imperdibili: Helmut Newton Legacy presso le Stanze della Fotografia dal 28 marzo al 24 novembre 2024 e Francesco Vezzoli presso la straordinaria sede del Museo Correr dal 17 aprile al 24 aprile 2024. Non diciamo oltre, attendiamo di stupirci e di poter raccontare le emozioni scaturite dalla visione delle opere di due grandi, ognuno a suo modo, interpreti della modernità in chiave figurativa.
In arrivo... o forse no
Ricordando Ferdinando Botero: via Crucis - La passione di Cristo sarebbe dovuta essere la mostra tributo che la città di Torino e l’Italia tutta avrebbe reso alla memoria del grandissimo maestro scomparso il 15 settembre scorso. Così non è stato. Così non sarà. Gli eredi della collezione, Il Museo Nazionale di Antiqua a Medellin, nella figura della curatrice Maria Del Rosario Escobar, hanno ritenuto opportuno richiamare in patria quanto prima il tesoro inestimabile della via Crucis. Cosa resta alla società Navigare s.r.l che si è occupata di parte delle esposizioni europee del patrimonio di Botero? Rivalse legali e lunghe traversie burocratiche. A noi cosa resta? La possibilità di visitare, anzitempo, l’esposizione su Toulouse Lautrec degli spazi orfani del maestro colombiano presso il Mastio della Cittadella, si spera dal 20 aprile 2024.
Cosa vi siete persi...
“Se comprendere è impossibile…” tutti ricordiamo come termina questa immortale frase di Primo Levi, dopo aver visitato la mostra dedicata a Helga Weissovà a Mantova, conclusa il 3 marzo 2024, c’è la tentazione di concluderla in maniera diversa, "rappresentare è stato necessario”. L’esposizione, attraverso 31 pannelli con le riproduzioni dei suoi disegni originali, mostra l’esperienza diretta dell’autrice che, bambina, si trovò a subire l’orrore del ghetto di Terezin e dell’internamento nel campo di concentramento di Auschwitz. Con lungimiranza il padre dell’artista. assassinato nel campo, la spronò a creare un diario per immagini attraverso il mantra del "disegna ciò che vedi”. L’esposizione, nella sua semplicità apre, ancora una volta, la riflessione su tematiche talmente pregne di dolore che non lasciano spazio al giudizio.