La realtà, l’attualità e quanto possa essere veicolato attraverso un medium figurativo subisce, inevitabilmente, una deformazione frutto della manipolazione, soggetta a vari gradi di consapevolezza, da parte di chi crea o diffonde l'informazione. Una mostra, particolarissima, ci parla di queste tematiche declinate sul tema dell’onirico e della provocazione: The Uncanny Lens/La Lente Inquietantevisitabile fino al 14 aprile 2024 al Castello Ivano di Trento. I protagonisti, i fotografi Roger Ballen e Joel Peter Witkin, fortemente interconnessi a livello biografico e professionale, animano provocazioni e suggestioni inquietanti capaci di strisciare all’esterno del mondo onirico degli artisti e imprimersi sulla pellicola dinoccolandosi in scorci e visioni ai confini del reale.
La capacità di estrapolare nuovi punti di vista ed interpretazione di fenomeni noti è l'idea che la Galleria LABS Contemporary Art di Bologna propone ai propri visitatori fino all’11 maggio 2024, ma c’è di più. Cécil Beau, Nicolas Boulard, Jean-Baptiste Caron e Charlotte Charbonnel si fanno ambasciatori, con le loro opere eclettiche, del ponte ideale tra l’Italia e la Francia grazie alla collaborazione tra LABS la galleria parigina 22,48 m2. Le opere, pensate anche sulla base dello spazio a disposizione, si dipanano tra visioni sonore e percorsi spazio temporali atipici di Beau, all’approccio scientifico per il fenomenologico di Caron passando per l’indagine dei fluidi instabili di Carbonnel. Metamorfosi, con questa cornice si raccolgono spunti di riflessione complementari e variegati sul tema dell’uomo, dell’ambiente e della mutevolezza della materia che li compone e contiene entrambi.
Maurizio Pellegrin, presso la Galleria Internazionale di Arte Contemporanea Cà Pesaro di Venezia, torna nella sua città natale e anima le Sale Dom Pérignon con la sua, originalissima, personale Me stesso e io visitabile fino al primo aprile 2024. Numerosi ritratti della nobiltà lagunare tra Settecento ed Ottocento vengono intercettati e manipolati dall’artista con l’inserimento di oggetti e stoffe nella serie The Others. Le immagini pittoriche sono il pretesto per dare nuova vita e continuità energetica al mana degli oggetti che vi sono abbinati allo scopo di trovare linfa rigenerante nel sogno di una vita più libera. Disegni del primo periodo newyorkese e la grande installazione astratta realizzata con cuffie da aviazione completano il quadro di un’esposizione per sua vocazione frammentata e caleidoscopica.
La realtà si modifica, si piega, subisce profonde metamorfosi sulla base del punto di vista di coloro che la indagano. In Out of Place, arte e storie dai campi dei rifugiati del mondo, si mostrano alle Gallerie delle Prigioni di Treviso fino al 30 giugno. Centosettantaquattro opere tutte rigorosamente 10 per 12 contengono, in uno spazio quadrato e asfissiante, cartoline dolorose provenienti da alcuni dei luoghi maggiormente congestionati del pianeta, tra i quali spiccano Afghanistan, Myanmar, Vietnam, Palestina, Siria e altri oltre che i siti, capillari, dei numerosissimi Paesi di accoglienza. Ogni luogo, con il suo bagaglio di sofferenza e problematiche, si presenta in un ambiente separato dagli altri ed è leggibile anche alla luce di pannelli e video frutto dello sforzo informativo degli stessi autori, veri custodi delle esperienze personali descritte e ambasciatori del malessere di un intero popolo. Impreziosiscono l’iniziativa cortometraggi, esperienze ed interviste, tra le quali emerge la testimonianza del regista Dennis Munene relativo alla convivenza di tre comunità etniche in un centro di accoglienza in Somalia dove, alle difficoltà di una vita in fuga, si aggiungono le rigidità derivate dall'incontro di culture, lingue e religioni diverse.
L’immagine cambia nelle possibili visioni che l’artista propone e rielabora. Cosa accade quando lo spaesamento dello spettatore non deriva da soluzioni astratte e performanti ma dall’apparente riproduzione di capolavori dell’arte di ogni tempo? Una voce in questo difficile dialogo è quella di Adamo Antonacci fautore della mostra fotografica Divine Creature allestita al Museo Diocesano Carlo Maria Martiri di Milano fino al 14 aprile 2024. Il progetto fotografico ci accompagna in una profonda riflessione sul tema della disabilità attraverso la proposta di tableau vivant dove, i grandi capolavori della storia dell’arte, rivivono nei panni di modelli e modelle d’eccezione ossia soggetti disabili e le loro famiglie. L’impatto è forte e profondo, contraddittorio e difficile da sviscerare in tutti i suoi risvolti nel solo tempo della visita. Lo spirito critico del fruitore vaga dalla scandalosa proposta di Gino De Dominicis del 1972 con la quale le intuizioni di Antonacci condividono unicamente la il coinvolgimento di modelli portatori di disabilità ma non un’etica e approccio completamente diversi, alle sperimentazioni sulle tele di Caravaggio e non solo di Cindy Sherman agli esordi del 1990 senza dimenticare le similari sperimentazioni di Luigi Ontani.
Cosa vi siete persi…
Si è conclusa il 20 marzo 2024 la prima personale di Habib Farajabadi sperimentatore di origine iraniana, classe 1982, capace di giocare con i colori e con gli strumenti atti a porli sul supporto. Burning Blue ha rappresentato, per chi l’ha visitata, una visita nel mondo della fantasia e dell’immaginazione umana dove il conosciuto mostra un lato sempre nuovo e insolito dove calligrafie oniriche si confondono con alfabeti arcaici.
In arrivo…
A Torino il tuo 27 marzo 2024 presso il Museo di Arti decorative ha aperto la mostra Anni Cinquanta. La Grande Stagione dell’informale per la cura di Francesco Poli mentre, quasi contemporaneamente, a Venezia avrà l’avvio il 24 marzo l’esposizione Affinità elettive. Picasso, Matisse, Klee e Giacometti nei locali della Galleria dell’Accademia curata da Giulio Maniera Elia e Michele Tavola. Due mostre antologiche che, con buona probabilità, riserveranno allo spettatore punti di vista insoliti e innovativi.
Il caso…
Dal 16 marzo al 2 luglio il Palazzo reale di Napoli si fa teatro di una proposta culturale unica, ad oggi, sul territorio italiano: Tolkien uomo, professore,autore nata dalla volontà di celebrare l’autore di indubbia fama nel settantesimo anniversario dalla pubblicazione dei primi due volumi dedicati alle vicende della Terra di Mezzo. L’uomo e l’artista emergono con uno sbilanciamento,forse, verso la prima figura attraverso l’esposizione di lettere, memorie, fotografie. Passando attraverso le rielaborazioni cinematografiche delle sue visioni immaginifiche e le intime opinioni sull’Italia, amata e ammirata, la mostra è un unicum in Italia e si propone come un punto di riferimento per gli amanti del Fantasy o semplicemente per gli ammiratori della letteratura.