Un passo indietro del filosofo antispecista Leonardo Caffo, 36 anni appena compiuti, accusato dell’ex compagna di maltrattamenti e lesioni (tra le altre cose, anche di un «accorciamento del dito» dovuto a una torsione della mano). Caffo, autore del recente Anarchia – Il ritorno del pensiero selvaggio (Raffaele Cortina, 2024), era stato invitato per un incontro su prenotazione al festival romano Più libri più liberi, una delle più importanti fiere dell’editoria indipendente, quest’anno curata dalla scrittrice Chiara Valerio. Tuttavia, in molti hanno criticato la sua presenza, per via dei suoi attuali problemi in tribunale, soprattutto perché questa edizione è stata dedicata a Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio e simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Chiara Valerio, chiamata in causa sui social, ha risposto rimarcando l’innocenza, fino a prova contraria, di un imputato: “Non ci sono ospiti d'onore e, soprattutto, si è innocenti fino a condanna definitiva. E gli innocenti hanno il diritto costituzionale alla parola”. Tuttavia la polemica ha preso piede e Caffo, che ieri aveva chiesto che il suo processo restasse una cosa privata, ha preferito ringraziare l’organizzazione e il suo editore, rinunciando però a presenziare all’evento.
«36 oggi. Anni migliori ne ho avuti parecchi, ma anche oggi va bene così: c’è C., ci sono tanti amici, c’è ancora la voglia di leggere, scrivere, creare. Ci sono tante polemiche, tanta energia negativa sprecata perché chissà… forse è destino dell’universo che forze contrarie si equilibrino tra loro in conflitto. Sono comunque vissuto più di ciò che credevo da ragazzino, ho avuto una vita piena e una discreta dose di momenti intensi. Ho scritto un verso, costruito la mia casa, piantato un albero come diceva qualcuno… e ho anche dato modo a tanta gente di inventare tante storie su di me di vario tipo. Ho ritirato oggi stesso la mia partecipazione a Più libri più liberi e ringraziato Chiara Valerio e Raffaello Cortina per il gentile invito. Loro non hanno nessuna colpa: rispettatele, se potete. Se la mia sola presenza rovina una fiera così importante, per la cultura italiana e dedicata a un così alto ideale, credo sia necessario come intellettuale fare un passo indietro. Chiedo scusa a tutte coloro a cui ho arrecato fastidio e spero un giorno di poter tornare a fare cultura insieme in un modo libero e rispettoso, augurandomi un giusto corso delle cose. Molto presto si capirà come sono andate le cose; sarà mia cura, qualora mi sia sbagliato, fare un ulteriore passo indietro e smetterla di arrecare ogni disturbo derivante dalla mia sola esistenza in vita. Se posso: non litigate, né tra di voi né con me. Io me ne sono andato, ora ricominciate a parlarle di cose belle: ne abbiamo tutti bisogno. Non shitstorm, non cattiverie inutili: se ho sbagliato pagherò, se non ho sbagliato non pagherà nessun altro. Voglio solo un po’ di pace, leggere e scrivere. Auguri».