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Ma che senso ha andare a sentire un dj come Bob Sinclair e poi passare la serata fermi guardando il telefono? Lui si incaz*a con i giovani e... [VIDEO]

  • di Matteo Mattei Matteo Mattei

17 agosto 2024

Ma che senso ha andare a sentire un dj come Bob Sinclair e poi passare la serata fermi guardando il telefono? Lui si incaz*a con i giovani e... [VIDEO]
Bob Sinclair pubblica un video per criticare la nuova moda di riprendere le sue serate (e in generale tutti gli eventi in discoteca). Ma davvero riusciamo a goderci la musica solo pubblicando dei video sui social per dimostrare di essere a una serata?

di Matteo Mattei Matteo Mattei

È virale sui social lo sfogo di Bob Sinclair dopo la sua serata a Mykonos. Il noto dj, in tour nelle migliori location estive d'Europa, non si trattiene e sbotta: “Basta usare il cellulare in discoteca!”. Racconta di una serata da incubo quella vissuta artisticamente nell'isola greca: “Suonavo e la gente stava immobile”. È ormai una consuetudine globale quella che l’artista francese sta denunciando nelle ultime ore attraverso i suoi social. Lo smartphone ha narcotizzato le serate estive dei club di ogni parte del mondo, i ragazzi non si godono più gli istanti e le emozioni che alcune esperienze potrebbero regalare. Sono tutti alle prese con una vera e propria protesi del nostro corpo, appena si ha davanti ai propri occhi qualcosa di interessante ecco che scatta il bisogno compulsivo di doverlo riprendere o immortalare nel proprio telefonino con il solo scopo di condividerlo online e nulla più. Anche perché, alzi la mano chi è che rivede i video registrati in vacanza, a un concerto o una serata, una volta tornati a casa. E se lo dice uno dei personaggi ormai da anni più in voga nel mondo della notte, vuol dire che si tratta davvero di un fenomeno ormai alla deriva. C'era una volta la richiesta della canzone preferita, ora c'è lo smartphone puntato addosso, ecco il nuovo modo di interagire con il dj. L'ospite più atteso della serata è finalmente in consolle, la musica aumenta di volume e di bpm dalle casse, le luci si muovono in sincronia, il ritmo diventa travolgente. Eppure, se hai più di quarant'anni e ti guardi intorno, qualcosa è cambiato dalle estati di qualche anno fa. Invece di vedere corpi sudati che si muovono al ritmo della musica, vedi in aria decine, se non centinaia, di schermi luminosi e torce accese. Tutti con lo smartphone in mano, a catturare e intrappolare quel momento. Bob Sinclar, come molti altri artisti, è sempre più deluso dell'istantanea appena descritta. Va bene la foto ricordo, ma la sua musica non riesce più a far vibrare le casse e le persone. Per lo meno è quello che crede lui, ciò che un tempo era un rituale di puro divertimento e abbandono, è ora diventato un’esperienza mediata dallo schermo di uno smartphone. La pista da ballo non è più un luogo dove si balla spensierati o si conoscono nuove persone, ma un palcoscenico virtuale per i social media. La tecnologia sta cambiando il nostro modo di vivere gli eventi sociali e anche i protagonisti della notte se ne sono accorti. I concerti, allo stadio, le serate in discoteca, e perfino gli incontri tra amici, vengono costantemente interrotti o alterati dall'onnipresenza dello smartphone. Il fenomeno sembra purtroppo aver raggiunto nuovi limiti, il desiderio di documentare ogni istante supera ormai quello di viverlo. Secondo uno studio condotto da Eventbrite, il settanta per cento dei frequentatori di concerti ammette di fare video o foto durante l'evento. Di questi, il trentuno per cento lo fa per postare sui social media, mentre il quaranta per cento afferma che lo fa per avere un ricordo personale.

Bob Sinclair
Bob Sinclair
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Quello che preoccupa è che invece di essere immersi nel momento, in molti sono spesso distratti dal trovare l'angolazione giusta, dall'inserire il filtro migliore, o dal leggere i commenti in tempo reale. Come se ci fosse la cultura del se non lo condividi, non è mai successo. Non basta più vivere un’esperienza ma è necessario mostrarla al mondo, raccogliere like e commenti, magari con persone che in realtà sono lì nello stesso posto. Come una certificazione di buon operato, la ricerca di approvazione virtuale sta trasformando le esperienze in qualcosa di superficiale ed effimero. La domanda che in molti iniziano a porsi è come contrastare questa tendenza? In alcuni concerti i telefoni sono banditi. All'ingresso, i partecipanti devono inserire i loro dispositivi in una custodia sigillata che può essere aperta solo all'uscita. Cantanti come Adele hanno chiesto ai propri fan di mettere da parte i telefoni durante il concerto. Ma davvero si deve arrivare a questo? L'artista che dà la "sveglia" ai propri fan? Queste iniziative, seppur controcorrente, stanno riscuotendo un certo successo, e sono molti i fan che apprezzano la possibilità di staccare la spina e immergersi completamente nella musica. Tanti artisti però preferiscono non farlo. È noto che oggi tanti streaming producono pochi euro di fatturato e gli artisti più emergenti o appena arrivati all'apice del successo non possono ignorare il fatto che la possibilità di documentare gli eventi ha anche i suoi lati positivi. Le foto e i video registrati durante un concerto o una serata in discoteca diventano istanti promozionali tangibili. Un nuovo modo per creare comunità compatte e legami speciali. Il vero problema, quindi, sorge quando la documentazione diventa l'obiettivo principale, piuttosto che un mezzo per arricchire l'esperienza. La distanza che si crea non è solo fisica, ma anche emotiva. La tecnologia continuerà a giocare un ruolo predominante, ma sarà importante trovare un equilibrio. Gli artisti e gli organizzatori potrebbero dover prendere posizioni più decise per incoraggiare il pubblico a mettere da parte i dispositivi e a godersi l'esperienza. Che sia un concerto, una serata in discoteca o semplicemente un incontro con gli amici, non c'è schermo che possa restituire l'emozione di un’esperienza vissuta in prima persona. E viviamola.

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