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Ma davvero Michel Houellebecq non vincerà mai un Nobel perché di “estrema destra”? La scrittrice Ernaux a Robinson (Repubblica): “Si premia chi eleva la società, non chi odia donne e minoranze”: cara Annie, ma tutto bene?

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

22 aprile 2025

Ma davvero Michel Houellebecq non vincerà mai un Nobel perché di “estrema destra”? La scrittrice Ernaux a Robinson (Repubblica): “Si premia chi eleva la società, non chi odia donne e minoranze”: cara Annie, ma tutto bene?
Davvero Houellebecq non merita il Nobel perché di destra? Sì, secondo Annie Ernaux, intervistata da Robinson. Ma non conosce la storia del premio e gli altri premiati? Non conosce neanche il suo “maestro” Jean Paul Sartre (amico dei dittatori)? Ecco la prova provata che anche i grandi scrittori possono dire cazzate politicamente corrette (anche se nei loro libri, grandissimi, politicamente corretti non sono mai stati)

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

“Michel Houellebecq non è mai stato davvero in lizza per il Nobel”. Anche se il suo nome, nel 2022, sembrava tra i più quotati. Fu l’anno, invece, di Annie Ernaux, scrittrice francese e femminista, diversa in modo radicale dall’autore di Sottomissione. E proprio lei, in un’intervista nell’ultimo numero di Robinson, interviene sulla possibilità di premiare il suo connazionale: “Il senso originario del premio è premiare chi contribuisce all'elevazione della società. In quest'ottica, è difficile immaginare che venga premiato uno scrittore di estrema destra, o portatore di un discorso d'odio verso donne e minoranze”. Vi bastino questi nomi e bastino ad Annie Ernaux: Knut Hamsun, che vinse il Nobel nel 1920 e regalò la medaglia a Goebbles. Peter Handke, Nobel per la letteratura nel 2019, accusato di negazionismo riguardo ai crimini in Jugoslavia (e amico di Slobodan Milošević, processato per crimini contro l’umanità). Jean-Paul Sartre, Nobel nel 1964 (ma lo rifiutò); sostenitore di Mao, prima ancora dell’Urss (già ai tempi delle testimonianze dei gulag), e poi della Cuba di Fidel Castro. Quest’ultimo, uno dei riferimenti culturali e letterari di Annie Ernaux (che rispetto a lui, anche nell’intervista a Robinson, si definisce “piccola”).

La nuova edizione di "Sottomissione", pubblicata da La Nave di Teseo
"Sottomissione" di Michel Houllebecq, considerato un libro profetico sul ritorno del fondamentalismo islamico in Europa

C’è un motivo specifico per cui Houllebecq debba essere considerato moralmente – perché di letteratura Ernaux non parla – inferiore a un nazista, un esaltatore, secondo le accuse, della Serbia che portò a Srebenica e di un intellettuale organico a tre dittature comuniste? Certo, Annientare è complessamente antitetico ai libri autobiografici di Annie Ernaux, scrittrice non per questo meno grande, ma per questo è anche meno premiabile? E proprio quel Sottomissione, che incarna totalmente la missione, quella alta, profonda, della letteratura, diventato un libro-profezia di quel che di lì a poche ore sarebbe accaduto a Charlie Hebdo? Si chieda, allora, a Ernaux: davvero basta essere di estrema destra per non essere meritevoli di un premio letterario? Lo avrebbe tolto, stando alla vulgata che lo voleva amico (sbagliando) dell’alt-right, a Vargas Llosa? E James Ellroy non lo meriterebbe? Che si facciano questi nomi a Ernaus, la prossima volta.

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