“Michel Houellebecq non è mai stato davvero in lizza per il Nobel”. Anche se il suo nome, nel 2022, sembrava tra i più quotati. Fu l’anno, invece, di Annie Ernaux, scrittrice francese e femminista, diversa in modo radicale dall’autore di Sottomissione. E proprio lei, in un’intervista nell’ultimo numero di Robinson, interviene sulla possibilità di premiare il suo connazionale: “Il senso originario del premio è premiare chi contribuisce all'elevazione della società. In quest'ottica, è difficile immaginare che venga premiato uno scrittore di estrema destra, o portatore di un discorso d'odio verso donne e minoranze”. Vi bastino questi nomi e bastino ad Annie Ernaux: Knut Hamsun, che vinse il Nobel nel 1920 e regalò la medaglia a Goebbles. Peter Handke, Nobel per la letteratura nel 2019, accusato di negazionismo riguardo ai crimini in Jugoslavia (e amico di Slobodan Milošević, processato per crimini contro l’umanità). Jean-Paul Sartre, Nobel nel 1964 (ma lo rifiutò); sostenitore di Mao, prima ancora dell’Urss (già ai tempi delle testimonianze dei gulag), e poi della Cuba di Fidel Castro. Quest’ultimo, uno dei riferimenti culturali e letterari di Annie Ernaux (che rispetto a lui, anche nell’intervista a Robinson, si definisce “piccola”).

C’è un motivo specifico per cui Houllebecq debba essere considerato moralmente – perché di letteratura Ernaux non parla – inferiore a un nazista, un esaltatore, secondo le accuse, della Serbia che portò a Srebenica e di un intellettuale organico a tre dittature comuniste? Certo, Annientare è complessamente antitetico ai libri autobiografici di Annie Ernaux, scrittrice non per questo meno grande, ma per questo è anche meno premiabile? E proprio quel Sottomissione, che incarna totalmente la missione, quella alta, profonda, della letteratura, diventato un libro-profezia di quel che di lì a poche ore sarebbe accaduto a Charlie Hebdo? Si chieda, allora, a Ernaux: davvero basta essere di estrema destra per non essere meritevoli di un premio letterario? Lo avrebbe tolto, stando alla vulgata che lo voleva amico (sbagliando) dell’alt-right, a Vargas Llosa? E James Ellroy non lo meriterebbe? Che si facciano questi nomi a Ernaus, la prossima volta.
