Chi ce l’aveva più grossa, partiva in vantaggio. E si faceva sempre modo di esibirla. Al bar, prendendo il primo caffè della giornata, ma anche in spiaggia, poggiandola vistosamente sul lettino. Se ce l’avevi grossa era perché, in qualche maniera, eri più in alto nella scala sociale ed era in quel pacco che si portava in giro ad essere oggetto di conversazione, quando ancora una “conversazione” esisteva. Doveva intravedersi anche quella puntina di rosa, non il rosa acceso e gridato della “Gazzetta” ma quello più pallido del “Sole”. Addio “mazzetta”. Non stiamo parlando della mazzetta in uso nei reati di concussione e corruzione, ma di quella dei giornali. Da quella si iniziava per giudicare una tizia o un tizio appena conosciuto, ché se avevi la mazzetta di già anche il giudizio sul vestiario era superato: chi passeggiava con la mazzetta (o passeggiava la mazzetta, ché a volte era la mazzetta a portare in giro il proprietario) sapeva di default come vestire. E ancora prima degli “inserti”, nella mazzetta, una volta a settimana, apparivano i “settimanali”: L’Espresso e Panorama. Perdersi una “bustina” non significava dovere tornare dallo spaccino per distrazione, ma non avere letto l’intervento settimanale di Umberto Eco sulla questione calda del momento.
Alcuni osavano aggiungere un Diabolik, o un “Bonelli”; “Novella” ed “Eva” si infrattavano tra le loro grandi pagine. Perché si leggeva a 360 gradi (non a 90) e per, come si dice, “formarsi un’opinione”, bisognava ascoltare più campane, lontanissimi dall’algoritmo che vuole tenerci nella sua bolla. Poi, all’improvviso, divenne figo, divenne status symbol, l’Ipad, e quel dito svolazzante in aria non si inumidì mai più. Così, ogni mese, le rilevazioni Ads sulle vendite dei quotidiani cartacea sono una strage. Si scende nelle vendite del 3%, del 4, del 9. Si danno i numeri mentre le redazioni si assottigliano. I dati di novembre 2024 lasciano, come sempre, cadaveri sul campo. Si va dal -5,4% (rispetto al novembre 2023) al -5,1 di Repubblica. E quest’ultima si avvicina sempre più, con le sue 100.503 copie a quella famosa soglia psicologica delle centomila copie. Resistono “Il Fatto”, come in ogni periodo in cui la politica si mostra sempre più ridicola, ma è finita e ha invertito la rotta la crescita dei quotidiani di Destra, dai titoli urlati e diretti alla pancia, quelli fatti apposta per fare litigare la gente al bar. In tutto questo noi ci chiediamo, ma quella rassegna stampa delle Prime Pagine mattutine, incastrate tra gli oroscopi, Roncobilaccio e il Meteo, con quei jingle che sembrano fatti apposta per darti il nervoso, hanno ancora un senso?
Quando si sa che non sono più i “cartacei” a dettare l’agenda delle news, ma le tendenze Google e i siti online, interessa ancora davvero quali notizia sono finite in Prima nelle edicole? Che poi, quali edicole? Oramai te le devi cercare con Google Maps. Non sarebbe opportuno svecchiare questo appuntamento mattiniero con la Rassegna dei siti, magari inserendo anche noi di MOW insieme a tanti altri? Anche perché, quali saranno le prime pagine dei quotidiani lo sappiamo già tutti dalla sera prima. I motivi del declino del cartaceo sono tanti. E conosciuti. Noi ci limitiamo a una domanda. Secondo voi, i “cartacei”, se lo meritano?