Avrà un nome di battaglia di sole due lettere – Ye –, ma Kanye West ha un ego che, al confronto, quello di Silvio Berlusconi era quello di un umile francescano prono alla sottomissione. Una lingua talmente tagliente, quella di Ye, che ogni sua dichiarazione pubblica rischia di trasformarsi in una bomba al neutrone scagliata contro le già fragili vetrate della Grande Comunicazione. Emblematico, a tal proposito, il balletto “bloccami-sbloccami” ingaggiato con X. Elon Musk lo banna nell’ottobre 2022 a causa di uno dei suoi (vari) tweet anti-semiti, poi lo reintegra per poi bannarlo di nuovo sul finire dello stesso anno. Quindi, anno 2023, bigmouth strikes again? Vultures è il titolo dell’album di ¥$ (dove Ye incontra il rapper Ty Dolla $ign), anticipato da varie esibizioni live in giro per gli States, non è ancora “ufficialmente fuori” sebbene diverse tracce siano ascoltabili su YouTube. In lista da giorni su alcuni servizi streaming, è stato rimosso proprio sotto la data del fatidico drop, andando così ad allungare la lista di album westiani che hanno subito enormi ritardi rispetto alle effettive date della release. E il mistero s’infittisce, solo che quando il mistero segue sempre lo stesso copione… Sull’album in sé il nostro magazine tornerà non appena sarà effettivamente disponibile, statene certi. Osservandolo sopra e sotto, dal lato destro – soprattutto; visto di chi stiamo parlando – e da quello sinistro. Per ora spiccano i vari feat (tra cui quello con North West, primogenita di Kanye e Kim, che in Slide rappa su un sample di James Blake). Spicca un suono asciutto e stilizzato, fra vintage electro e spruzzate post-trap, a cui West ci ha abituato almeno dai tempi del colossale 808s & heartbreak (2008). Così abbiamo dato un’occhiata ai testi per vedere se la lingua più lunga del… West, appunto, si sia lasciata “scappare” qualcosa tipo: “Tutti gli esseri umani hanno qualcosa di valore che mettono sul tavolo, soprattutto Hitler. Vedo delle cose buone anche in Hitler. Hitler ha inventato le autostrade, il microfono che io uso. Non si può dire ad alta voce che non ha mai fatto nulla di buono”. Una simpatica boutade pre-natalizia (eravamo agli inizi di dicembre dello scorso anno) che irrigidì persino il suo interlocutore cospirazionista Alex Jones. Ma veniamo a Vultures che, con una copertina (si tratta di un dipinto, lievemente riadattato, del 1835 di Caspar David Friedrich, uno degli artisti preferiti del Führer) che richiama il leggendario Filosofem (1993) di Burzum, già promette bene in termini di flirt con il proibito.
Un ego-trip al cubo, ma questo era il minimo…
Se alcune logorroiche rappate di Ye e i suoi ospiti andrebbero ascoltate e riascoltate più volte per cogliere quelle frasi – di solito parzialmente criptate da un linguaggio spesso scomposto e ricomposto – che fanno strillare tutti i media del globo, a un primo ascolto alcuni concetti chiave di Vultures appaiono chiari fin da Everybody, brano che campiona proprio quella Everybody (bentornati Backstreet Boys): “Mi fate fare la parte del cattivo come Coogi”, “Tutti aspettano che dica la cosa sbagliata”. In Beg forgiveness, Chris Brown, anche ironico, canta “hai esagerato”, “dovresti vergognarti”. In sostanza: placido vittimismo e nessuna marcia indietro goffamente chiarificatrice (che fine farebbe, così, il West che ogni volta che accende un microfono causa più disastri dell’uragano Katrina?). Ma stiamo parlando di ritornelli o incisi, le controversie in genere si manifestano nei versi delle parti rappate, dove il flusso di (in)coscienza di Ye talvolta raggiunge vette ragguardevoli pur non sfiorando l’aperta sfida contenuta in certe eccentriche dichiarazioni extra-musicali. Vultures, title-track e singolo-appetizer, è una summa dell’egocentrica visione di Ye, laddove “egocentrico”, detto di un rapper, può suonare come una pura ridondanza. “Non ho amici rapper, giro con gli avvoltoi”, “dieci mattoni li faccio diventare dodici”, “sono il ne*ro più duro della Terra, neppure proveniente dalla Terra”, “tre gang leaders con me sempre”, “si fottano la polizia, il procuratore distrettuale e il giudice”. Con una chicca che è una risposta “in stile” alle polemiche sulle sue dichiarazioni antisemite: “Come posso essere antisemita? Mi sono appena scopato una bitch ebrea”. Tranne quest’ultimo verso, tutto abbondantemente nella media (al momento stiamo ancora cercando di interpretare un verso – alquanto sfuggente – che lega la Russia alla f*ga ucraina). Soliti temi ego-riferiti, almeno in superficie, in attesa di decifrare meglio tutto il decifrabile. Suonano abbastanza bene, per quanto forse “non terminati”, i brani che ci è stato concesso di ascoltare, ma l’album esce o no? I ritardi sono frutto della consueta ossessiva meticolosità di Ye o di qualcos’altro? Stay tuned.