Dalla prossima stagione televisiva Massimo Bernardini non condurrà più Tv Talk. Per la cronaca e a scanso di equivoci: Bernardini non va sul canale Nove, ma va in pensione. E mentre la Rai è al centro di una polemica un giorno sì e quello dopo pure, lui annuncia il ritiro senza nemmeno un sottinteso, una velata recriminazione, niente di niente. La trasmissione che analizza il linguaggio televisivo, tuttavia, non chiuderà: continuerà con un nuovo volto. Conduttore di Tv Talk dalla prima storica edizione su Sat2000, all'epoca intitolato Il Grande Talk, Massimo Bernardini ne è stato padrone di casa sin dal 2001. Ben 22 stagioni, il passaggio in Rai e il cambio di orario: dal primo mattino al day time pomeridiano di Rai3. La notizia dell'addio era stata anticipata da Dagospia, poi confermata da un'intervista al Corriere Della Sera. Riguardo la decisione di lasciare la sua “creatura”, questa la risposta incriminata: "Innanzitutto perché a luglio compirò 69 anni. Da quando ne ho 67 sono pensionato. Poi perché sono convinto che lasciare un programma al massimo del successo, e non quando comincia a traballare, sia la cosa più giusta da fare. Infine, sento che è doveroso, per quelli della mia generazione, passare la mano a quelli più giovani”. Gioia tripudio e gaudio. In un Paese dove le terga sono sempre ben piazzate sulla sedia -anzi, poltrona- di turno, una dichiarazione come questa ha il sapore dell'eccezionale. Come se non bastasse, dando pure la benedizione ai più giovani. I giovani, questa categoria dello spirito dalle caratteristiche indefinite: ghiottissima per gli inserzionisti pubblicitari, capro espiatorio per ristoratori e albergatori quando devono lamentarsi, serbatoio di spocchia per tutti gli “aaaaah, ai miei tempi” che sanno sempre cosa dovrebbero studiare i giovani/come dovrebbero trovare lavoro/come dovrebbero campare.
Bernardini invece, ai giovani passa il testimone: gli piacerebbe una donna, aggiunge; magari con la passione giornalistica. Inoltre, sarebbe bello che il programma rimanesse a Milano, dove è nato. Consigli non richiesti, specifica comunque il conduttore, lasciando intendere un'estraneità completa sulla prossima edizione. Nel frattempo, se la Rai o qualche altra rete vorrà, ci sono dei progetti editoriali e audiovisivi nel cassetto. Il format di Tv Talk inizialmente era pensato in maniera diversa: prendeva spunto da un talk della Nbc, in cui un comico commentava in maniera caustica la tv della settimana. Poi si è deciso di ospitare i protagonisti stessi della tv, cambiando così il clima stesso in studio. Perché “se fai il ‘libero picchiatore’ te la suoni e te la canti; se dialoghi coi protagonisti rinunci agli ‘schiaffi’, ma forse ottieni qualcosa in più nel racconto sul suo mestiere”. La critica di andarci troppo morbidi con gli ospiti? “Raramente (nessuno è perfetto) abbiamo nascosto critiche o dati di ascolto. Magari li abbiamo attenuati, mettendo in luce gli aspetti controversi, più che negativi, di un programma”. Insomma, tradotto: un po' di guanti bianchi sono stati usati. Va bene, aggiungiamo noi: ma davvero questi vip del teleschermo sono così fragili da dover “attenuare” le osservazioni? Se i televip entrano in casa nostra propinandoci la brutta tv, che siano anche pronti ad argomentare. Nei posti di lavoro dove non circolano privilegi e paperdollari, a un richiamo del capo si risponde. Se non era richiesto il consiglio di Bernardini, ne segue uno non richiestissimo per il prossimo conduttore di Tv Talk: nel dubbio, dateci gli schiaffi. Tanto gli ospiti possono sempre consolarsi contando gli zeri dei loro contratti televisivi.