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Meme, balletti TikTok e gattini rendono tutto molto “cute”? Ma ecco come ci fanno accettare qualsiasi mostruosità: da Donald Trump a M - Il figlio del secolo, ormai ragionare è inutile…

  • di Leonardo Caffo Leonardo Caffo

30 gennaio 2025

Meme, balletti TikTok e gattini rendono tutto molto “cute”? Ma ecco come ci fanno accettare qualsiasi mostruosità: da Donald Trump a M - Il figlio del secolo, ormai ragionare è inutile…
Gattini, balletti, meme: il “cute” è il trucco per infilarti in testa qualsiasi idea, dalla shitstorm feroce alla riscrittura storica di Mussolini. Il potere dell’adorabile? Trasforma l’orrore in intrattenimento e ci fa ridere mentre il mondo crolla...

di Leonardo Caffo Leonardo Caffo

Tutto molto “cute”. Un libro di filosofia recente, in italiano pubblicato da Luiss University Press (che sta facendo un lavoro molto interessante), scritto da Simon May e che si chiama Carino! Il potere inquietante delle cose adorabili, spiega molto bene un fenomeno complesso della contemporaneità… “i gattini su Internet”. Gattini … Gattini ovunque! La funzione del “cute” nella comunicazione odierna nasconde, nell'ombra di un apparente candore, un potere inquietante. La modernità, con la sua brama incessante di plasmare e possedere l’innocenza e la spensieratezza che ne consegue, si è nutrita dell'immagine del bambino, trasfigurandola in un archetipo d'amore puro e incontaminato. Così facendo, l’esistenza stessa nel contesto contemporaneo, è stata letta attraverso lenti che ne esaltano la sua essenza effimera, vana, e priva di scopi trascendenti. In tale prospettiva la vita quotidiana perde la sua connotazione morale, sfumando la possibilità di trovarvi un "ordinamento superiore" o un giudizio che possa considerarla, nel suo insieme, né completamente positiva né radicalmente negativa. Si svela così un potere della comunicazione sfortunatamente poco approfondito: è capace di distorcere e annullare il tentativo di attribuire un senso più profondo alla nostra esistenza, relegandola a un gioco fragile, dove ogni tentativo di spiegazione rischia di svanire come il battito di una farfalla. La traduco più semplice? Il “cute” è il modo con cui la comunicazione ci fa passare qualsiasi mostruosità nascondendola con la riduzione all’infanzia di cui parlava già Guy Debord ne La Società dello Spettacolo.

Carino! Il potere inquietante delle cose adorabili di Simon May
Carino! Il potere inquietante delle cose adorabili di Simon May

Le “shitstorm”, caliamoci nell’esempio pratico, spesso hanno questa forza paradossale: comunicano immagini violentissime contro qualcuno attraverso stupidi balletti da TikTok o cose di questo genere. Mascherano, con un uso unilaterale della forza, dietro una qualche “game-izzazione” del reale, qualcosa di atroce: così il cute sminuisce o aumenta le responsabilità. Della tanto discussa serie televisiva M - Il figlio del secolo su Mussolini in onda su Sky, Su M., nessuno dice che manca soprattutto di spessore storico e che non si colgono le vere ragioni che permisero all'agitatore romagnolo di diventare un dittatore proprio perché si fa un uso criminoso delle categorie del “cringe” e del “cute”. Discorso analogo si potrebbe fare per la serie Acab che rende graziosissima la Polizia di Stato. Mai come oggi, dunque, attraverso categorie come quelle di carino e adorabile assistiamo al veicolo di paradossali o inquietanti messaggi: una strategia di contrasto, immagini dolci e tenere, che vengono associate a messaggi più oscuri, paradossali e disturbanti. L'uso di immagini carine, come teneri animali e personaggi stilizzati dal colori pastello, genera una risposta emotiva immediata e piacevole.

Memestetica. Il settembre eterno dell'arte di Valentina Tanni
Memestetica. Il settembre eterno dell'arte di Valentina Tanni

L'uso del "cute" in contesti ironici è un modo per affrontare temi difficili con leggerezza apparente. Ad esempio, e quanti ve ne verrano in mente, si potrebbero usare animali disegnati in modo adorabile per parlare di temi come l'inquinamento, la solitudine, la violenza o il consumismo. Questo permette di comunicare una critica senza sembrare eccessivamente pesanti o predicatori, ma allo stesso tempo apre la porta a riflessioni più profonde su questi argomenti. È il fenomeno dei meme, delle immagini cute che trattano temi paradossali o inquietanti, e che spesso appartengono a quella che è stata chiamata l'estetica della distopia o del "dark humor”. Lo spiega bene ma non benissimo, anche perché non sembra proporre alcuna soluzione, Valentina Tanni nel suo Memestetica. Il settembre eterno dell’arte (Nero Edizioni 2023). In questo tipo di contenuti, la società contemporanea viene criticata, ma la dolcezza e la semplicità visiva dell'immagine attenuano la durezza della critica creando un tipo di dissonanza che può essere tanto comica quanto disturbante. In un mondo dominato dalla tecnologia e dai social, queste immagini carine possono anche rappresentare una sorta di "trappola visiva" per attrarre attenzione, ma nel contempo rivelano una certa alienazione o superficialità nei mezzi di comunicazione. Ecco dunque un cortocircuito su cui forse non abbiamo ancora riflettuto abbastanza: una società che si nutre di "simpatici" contenuti per distogliere l'attenzione dalle problematiche reali è una società in cui sperare di discutere della sostanza delle cose è praticamente impossibile. Come possiamo far notare a un rincoglionito che mentre cerca i carnefici la vittima la può trovare guardandosi allo specchio? D’altronde: chi è stato il più “memato” o “cutizzato” degli ultimi anni? Donald Trump. E infatti, adesso, ce lo ritroviamo presidente: auguri, carinissimi auguri, a tutti!

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