L’assenza di Jannik Sinner da Mattarella è diventato un caso di Stato e a parlarne è tutta la stampa italiana. Il prima ad averlo criticato è stato il Corriere della Sera, sia dalle pagine dello sport che con un commento di Massimo Gramellini. E anche Il Domani non si è risparmiato: nell’editoriale firmato da Angelo Carotenuto, dal titolo “Caro Sinner, Mattarella non è Amadeus”, leggiamo che “dire di no al presidente della Repubblica è una circostanza strana, rara, probabilmente unica. Non è la stessa cosa che sfilarsi dal festival di Sanremo. Sergio Mattarella non è Amadeus. Non può non essere un motivo di imbarazzo per la federazione e per il Coni, se lo sportivo italiano più in vista non coglie il senso del suo gesto, lui che ci viene raccontato come meraviglioso, esemplare”. Eppure, il presidente della Fitp Angelo Binaghi non sembra aver provato questo grande imbarazzo, visto che, intervistato da Repubblica ha risposto in modo chiaro: “Jannik fa notizia sempre oramai. Per quasi trent'anni noi al Colle non ci siamo mai stati, adesso è la terza volta in quattro anni. Sinner sta vivendo una situazione di stress al limite dell'umano e parliamo di un ragazzo di 23 anni sottoposto a una pressione massima ovunque. In campo, dove tutti vogliono batterlo. Fuori, perché c'è un giudizio pendente al Tas sul quale sono assolutamente ottimista. Non può più vivere: non può prendere una Coca Cola al bar o chiedere dov'è un bagno. E poi lui è troppo disponibile con tutti, sorride, firma autografi e concede selfie senza mai negarsi. Nessuno comprende che il campione di uno sport individuale esasperato in cui giri il mondo per 11 mesi e sei al limite della resistenza psicologica e fisica”.
Ma anche la Gazzetta dello Sport non beatifica Sinner, non lo condanna, ma non condivide di certo la scelta. E infatti il titolo del commento di Marco Bucciantini recita “Sinner assente da Mattarella”, spiegando che “è un dispiacere che riguarda l'altro uomo e loro due insieme, la festa di un paese riunito davanti ai migliori. Da Mattarella si va. C'era un grande uomo da abbracciare, una foto da scattare, un ricordo da deporre”. Poi c’è chi lo difende, e tra questi c’è la firma di Libero Fabrizio Biasin: “Folle criticare Sinner se non sale sul Colle, per un atleta conta vincere sul campo” titola il quotidiano. Il giornalista sportivo poi spiega che “come era ampiamente prevedibile stanno rompendo le palline a Jannik Sinner, fenomeno azzurro. Lui è l'indiscusso numero uno al mondo del tennis e in generale lo dicono tutti quelli che hanno visto mezza partita in vita loro. È gentile per natura, non sa cosa significhi tirarsela, potrebbe farlo ma si imbarazza, firma più autografi che può, abbraccio agli avversari e quasi si vergogna quando si tratta di stringere loro la mano a mattanza avvenuta. E però c'è chi non riesce a volergli bene. Trattasi in generale dei consueti invidiosi, coloro che si cibano degli inciampi altrui e godono nel vedere una stella cadere per qualsiasi motivo”.
Come Biasin anche Gustavo Bialetti di La Verità: “Che strano paese l'Italia. Sogna per anni un campione della statura di Jannik Sinner e poi, quando arriva, spunta subito chi mostra di non vedere l'ora di offuscarne l'immagine. Se poi c'è di mezzo Sergio Mattarella, il vero Santo protettore della nazione, il gioco è fatto. Meno male che c'è il nostro presidente, così buono e saggio, che sennò con questi discoli viziati alla Sinner chissà dove si andrebbe a finire. L'ultima occasione per scatenare inutili predicozzi (al giovanotto) e nuovi salmi (al capo dello Stato) e la mancata partecipazione del campione festeggiamenti del tennis italiano al Quirinale. Ieri i giornaloni hanno montato un nuovo caso e perfino un appassionato di sport come Massimo Gramellini sul Corriere arriva a dire che la mancata trasferta quirinalizia ‘sembra uno sgarbo oltretutto ha un presidente che ama lo sport’. Ma che c'entra?”. Non è dello stesso avviso il quotidiano torinese TuttoSport che titola “lo scusi presidente” sotto la foto degli azzurri compatti che si sono fatti il selfie con Sergio Mattarella.
Ma il Corriere della Sera ne ha parlato anche oggi con il commento di Daniela Dallera: “Se il Quirinale chiama in vita si deve rispondere (possibilmente sull’attenti). Da quel bravo ragazzo di Jannik Sinner ci si poteva attendere di tutto tranne che un no, seppur sofferto, a partecipare alla festa del tennis italiano celebrata da Sergio Mattarella, medaglia d'oro per affetto e attenzione verso lo sport italiano. Ieri c'erano tutti i nazionali, tranne Sinner. Ma non è colpa sua, nemmeno dei medici che gli hanno consigliato un motivato riposo, da trascorrere tra mari e Monti a Montecarlo, dov'era ieri, e sulle maestose Alpi dell'alta Pusteria, che raggiungerà nei prossimi giorni. Sinner è un fenomeno, il numero uno al mondo, ma mai dimenticare che ha solo 23 anni e come tutti i ragazzi di quell'età deve essere seguito, consigliato, assistito, non solo per firmare contratti pubblicitari milionari”. A rispondere al Corriere, e in particolare a Gramellini, è la giornalista de Il Foglio Giorgia Mecca: “Il sospetto è che si tenda a sottovalutare cosa significa avere 23 anni ed essere il numero uno al mondo, oneri e onori che questo compito comporta tutti i giorni, lo stress e la programmazione maniacale che stanno dietro ogni successo presente e futuro. Da qui forse, e non dall'arroganza o dall'irriconoscenza, derivano i no al Quirinale e a Sanremo (con tutto l'abisso che c'è tra i due luoghi). E poi, oramai dovremmo averlo compreso, Sinner non è il tipo a cui piace darsi le pacche sulla spalla da solo, mettersi in posa in pompa magna per farsi dire quanto è forte, che orgoglio rappresenta per il nostro paese, farsi tirare a destra e a sinistra come se fosse una bella statuina”.