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Morto Pino D’Angiò, l’ultima intervista inedita. Il Grammy con Stevie Wonder, la canzone per Mina, le donne (e con Simona Ventura…), le moto e la speranza: “Voglio vivere il più a lungo possibile, vediamo come va a finire…”

  • di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

7 luglio 2024

Morto Pino D’Angiò, l’ultima intervista inedita. Il Grammy con Stevie Wonder, la canzone per Mina, le donne (e con Simona Ventura…), le moto e la speranza: “Voglio vivere il più a lungo possibile, vediamo come va a finire…”
Quella che leggerete è l’ultima intervista inedita a Pino D’Angiò che ha rilasciato pochi giorni fa a MOW. La sua coraggiosa battaglia contro la malattia, il successo, le donne, gli aneddoti divertenti, l'amore per il figlio e la moglie, la seconda giovinezza artistica esplosa a Sanremo, il dispiacere per non essere stato considerato col dovuto rispetto dalle radio e dai giornalisti. La grandezza di un artista auto-ironico e geniale fino all'ultimo. Che brutta idea andarsene Pino, si dice così no?

di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

Ma che brutta idea, andarsene, Pino. È scomparso ieri, a 71 anni, Giuseppe Chierchia, il celebre cantautore che con il nome d'arte, Pino D'Angiò, era conosciuto e amato da diverse generazioni. Nonostante l'età e le malattie che lo avevano colpito nel corso degli anni – sei operazioni per il cancro alla gola, un tumore polmonare, un sarcoma, un infarto e un arresto cardiaco – non aveva mai smesso di affrontare la vita con forza e leggerezza. Questa resilienza era ulteriormente alimentata dalla sua rinascita artistica, celebrata di recente al Festival di Sanremo dove aveva duettato con i Bnkr44 durante la serata delle cover, con una rivisitazione della sua iconica hit Ma quale idea, un grande successo del 1980 e primo abbozzo di rap all'italiana. Per Giuseppe Chierchia, nato a Pompei, questa era davvero una nuova giovinezza, una seconda primavera che stava vivendo con rinnovato entusiasmo. La notizia della sua morte, annunciata dal figlio Francesco e dall'amata moglie Teresa tramite un messaggio WhatsApp a familiari e amici intimi prima di essere condivisa sui social, è stata uno shock per tutti. Era difficile da credere, impossibile da accettare, poiché D'Angiò era davvero un guerriero, un artista che fino all'ultimo aveva mantenuto i suoi impegni. Solo pochi giorni fa aveva registrato una delle serate del Tim Summer Hits 2024 a Roma, in Piazza del Popolo, per Rai1 (condotta da Carlo Conti e Andrea Delogu), che mostrava i giovani cantare a squarciagola la sua canzone, divenuta un nuovo inno. In segno di rispetto e in accordo con la volontà della famiglia e dei Bnkr44, la produzione del Tim Summer Hits ha deciso di posticipare la messa in onda dell'episodio, prevista ora per le prossime settimane. Noi di MOW l'avevamo incontrato per l'occasione e pubblichiamo qui la sua ultima intervista inedita. Una grande lezione di vita. Ciao Pino.

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Come sta Pino?

Negli ultimi tempi ho avuto delle difficoltà, ma posso considerarmi fortunato.

Nonostante tutto, ritiene ancora di essere fortunato?

Sì, sono ancora qui, sono vivo, e devo ammettere che non ne capisco neanche più la ragione.

Non si è mai chiesto: perché è successo a me?

In realtà, al momento della diagnosi del primo tumore mi sono davvero chiesto: perché proprio a me? Ma anche quando sono guarito, mi ha perseguitato la stessa domanda: perché proprio a me?

Ci sta dando una grande lezione di vita... Lei è stato lontano dalle scene per tanto tempo, e adesso anche grazie a Sanremo è tornato in cima alle classifiche. Amadeus è un po’ l'artefice della sua seconda giovinezza?

Tra tutti i direttori artistici che si sono avvicendati al timone del Festival, negli ultimi 40 anni, è stato l'unico a notare il mio successo all'estero e a invitarmi a partecipare. Forse gli altri erano distratti o condizionati dalle case discografiche? Ma questa storia è finita. È successo che con TikTok, Spotify, i ragazzi si scelgono la musica da soli. Anche le radio hanno perso il loro potere... Le stesse radio che trasmettono solo chi paga. Ebbene, io non mi sono mai inginocchiato. Sono sempre stato un lupo solitario che ha fatto tutto da solo, anche se nessuno, giornalisti compresi, se n'è mai accorto.

Le dispiace non aver avuto il giusto spazio sulla stampa?

No, non mi dispiace. Sono proprio incazzato. Permettetemi un esempio concreto: ho vinto un Grammy (nel 2001 per il brano dance Don’t call me baby) con Stevie Wonder, un riconoscimento importante con una leggenda della musica mondiale, e nessuno ne ha fatto menzione. Sono l'unico artista italiano presente nel dvd World Tribute to Funk, e nessun giornale ne ha parlato. Ma vergognatevi!

Non ha neanche un ufficio stampa...

In effetti il mio ufficio stampa sono i ragazzi, che cantano le mie canzoni. Sarei felice se lo scrivesse.

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Lo scriverò.

Ma parliamo anche di moto? Non siete il magazine di AM Network (moto.it e automoto.it, ndr)? Sa, io sono un ex motociclista, anche se a livello amatoriale eh. Ne ho collezionate tante, ma a 57 anni ho deciso di smettere, perché continuavo a cadere (ride).

Andava in moto perché era considerato un playboy?

Non mi sono mai accorto di esserlo (ride).

Mi vuol far credere che, prima di conoscere sua moglie, non era desiderato dalle donne?

Direi più che playboy io sono stato fortunato per la generosità dimostrata dalle donne. Poi mi sono anche ritrovato in situazioni divertenti...

Me ne racconta una che non ha mai raccontato?

La racconto volentieri: una volta, durante una trasferta per una tappa del Cantagiro, nella hall dell'hotel vidi la figlia del proprietario, di una bellezza sconvolgente. Immediatamente, cercai un modo per rompere il ghiaccio e anche un po’ spavaldo le chiesi: ‘scusa, in che camera sei?’ E lei, senza esitazione: ‘ma vengo io da te’. Rimasi allibito da quella risposta così diretta. Dopo aver passato la notte insieme, non potei fare a meno di notare la sua inesperienza e osservai: ‘sbaglio o è da poco che pratichi?’ Lei, con un candore disarmante, mi confessò: ‘fino a ieri non lo avevo mai fatto’. Ero immerso in quella rivelazione sorprendente, quando lei mi riportò bruscamente coi piedi per terra, elencandomi con nonchalance i nomi di sei artisti con cui era stata nelle ultime 24 ore! Altro che sciupafemmine (ride) non ero altro che uno degli strumenti delle sue prime sperimentazioni amorose.

L'ha più vista?

Dopo molti anni mi ha cercato, ma non ho voluto incontrarla perché non volevo alterare il ricordo di quel momento poetico straordinario.

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Simona Ventura le disse che aveva ‘gli occhi da serpente’ che piacevano alle donne. C'è stato qualcosa tra voi?

Le confido una cosa, anche se non riguarda direttamente la Ventura: se le elencassi tutte le donne con cui ho avuto relazioni, e che in seguito sono diventate conduttrici importanti...

E poi sostiene di non essere mai stato un playboy... Torniamo alla musica. È finito anche lei nel calderone delle hit estive (con Paperina Qua Qua Qua).

Il vero problema è che oggi tutti cantano, e in questo mare magnum di produzione incontrollata c'è anche tanta spazzatura. Di conseguenza, per scoprire quelli bravi fai più fatica. Le suggerisco di ascoltare 10 brani che passano in radio: noterà che almeno 8 suonano uguali. Perché si tende a imitare il successo più recente.

Geolier le piace?

Se un artista riesce a riempire per tre volte il Maradona ci deve essere una ragione. Non è il mio pubblico, è il suo pubblico, ma questo non ha importanza.

Ha avuto una carriera straordinaria, di cosa è più orgoglioso?

Sono orgoglioso di tante cose. Prima di tutto sono orgoglioso di aver avuto un figlio straordinario, una moglie insostituibile e piena di qualità. Sono orgoglioso che Mina mi abbia chiesto di scriverle un pezzo d’amore che fosse nel suo stile, Ma chi è quello lì, interpretato poi anche da Monica Vitti. Sono orgoglioso di aver ricevuto un Grammy in America. In sintesi, sono orgoglioso della mia vita. Cos'altro succederà adesso? Ho in programma di vivere il più a lungo possibile, vediamo come va a finire.

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