Prendi una storia potentissima, quella di una scienziata di fama mondiale qual è stata Margherita Hack. Prendi la biografia da cui è tratta, intitolata ironicamente Nove vite come i gatti e adattala per il piccolo schermo; chiamala Margherita delle stelle e a quel punto, solo a quel punto, sarà un film tv per Rai Uno. Come protagonista scegli Cristiana Capotondi, poi falle interpretare una donna decisa e anticonformista. Cosa potrà mai andare storto? Margherita delle stelle, il film tv trasmesso in prima serata su Rai Uno ci ha raccontato la Margherita Hack che non conoscevamo. Un'infanzia da “diversa” per diventare una donna “diversa” dalle altre: la bambina che si arrampicava sugli alberi mentre le compagnette indossavano vestitini puliti, l'adolescente vegetariana che non frequenta l'ora di religione, la quasi maturanda che esprime idee non allineate a quelle fasciste e rischia l'espulsione. Atleta nel salto in alto e in lungo, unica donna del suo liceo. La storia di Margherita Hack attraversa gli anni del Fascismo, i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, il giudizio costante di una società con un punto di vista maschile sulle cose, gli studi astronomici, fino alla direzione dell’Osservatorio astronomico di Trieste negli anni Sessanta. Il film di Rai Uno ci conduce attraverso gli anni, in una rapida successione di accadimenti.
Proprio a causa di tanti fatti concentrati in due ore di racconto, però, la protagonista, più che mossa dall'amore per la scienza, appare quasi trascinata dal flusso degli eventi. Del resto all'inizio è così: “Margherita delle stelle” sceglie la facoltà di Fisica per seguire un'amica; solo in seguito scoprirà quanto invece il cielo sia affascinante. Molto velocemente, la vediamo sposarsi, laurearsi, partire per una borsa di studio a Berkley, vincere il concorso per la direzione dell'Osservatorio di Trieste. Il fuoco che la anima sembra, piuttosto, il dover difendere la propria posizione di donna e studiosa in un mondo che funziona, pensa, giudica, al maschile. Ora, riguardo al termine “fuoco”: l'attrice che interpreta la Hack è Cristiana Capotondi, perciò il ritratto che ne viene fuori non è tanto quello di una donna carismatica, quanto di una con la risposta pronta. Di una donna che va dritta per la sua strada: diligente, ma non appassionante. Un compitino tutto sommato portato a termine, ma didascalico: una figura come quella di Margherita Hack avrebbe meritato spessore. Nota a margine: perché affidare le scene da liceale a un'attrice più che quarantenne? Ciò che invece emerge con forza è l'importanza del sistema che ti cresce: quanto le radici familiari ci forgino, così come il supporto di un compagno di vita che condivide gli stessi valori. Margherita Hack forse non sarebbe diventata una scienziata se i suoi genitori non l'avessero cresciuta libera; non si sarebbe potuta nutrire di scienza senza un marito che la amasse libera. In un mondo di donne rassegnate al ruolo di centralinista o segretaria, lei ha potuto guardare le stelle. E scusate se è poco.