Arturo Bruni, in arte Side Baby, l’ex Dark Side Baby membro della Dark Polo Gang, ha atteso il giorno del suo trentesimo compleanno per far uscire il terzo album in studio, “Leggendario”. Rispetto agli altri della gang è l’unico che vive ancora a Roma e che ha mantenuto uno stile puramente rap, rimanendo ancorato alle proprie origini. È sempre stato il più tormentato, arrivando a sfiorare la morte più volte, per questo si stupisce di essere arrivato ai 30, un traguardo che soli pochi anni fa gli sembrava lontano. Adesso, però, sta meglio e quella spada nella roccia che ha messo in copertina vuole estrarla per ricominciare a combattere da leggenda, facendo l’impossibile. Nelle tredici tracce che lo compongono Side fa sfoggio di stile, applicandosi in quello che gli viene naturalmente bene, raccontare la vita del quartiere, anzi del rione XX, con barre dure e crude, come tutti gli artisti di strada. Aldilà di un po’ di autocelebrazione e storie di narcotraffico, che sono quasi dovute per il tipo di genere, affiora soprattutto nelle tracce finali come “Bonnie & Clyde”, “Miracoli” e “Strada Symphony” la dark side di Arturo, che si dipinge come un malcapitato con i demoni che gli ballano dietro, spingendolo sulla via del peccato (“Il frutto del peccato morsicato dietro l'iPhone Demoni ballano dietro al malcapitato” canta in Demone). In “Bonnie & Clyde”, la traccia a cui è più affezionato, si fa accompagnare da Mew, l’unica donna presente nell’album, che insieme all’immagine della figlia più volte citata diventa un simbolo della luce a cui mira per sopravvivere dalla guerra che ha dentro (“Tengo la guerra in testa da quando sono nato”). “Leggendario” è un disco per gli appassionati del rap e della trap, che non strizza l’occhio agli auditori esterni alla cerchia, anche perché Side è stanco di essere giudicato da chi non conosce la sua vita (“chi non mi conosce non mi può giudicare”) e quindi si fa “i cazzi suoi” (“Fatti i cazzi tuoi che io sto facendo me stesso”).
Se durante l’estate hanno fatto coppia fissa per la hit di stagione, Emis Killa e Fedez da questa settimana si separano e si riaccompagnano l’uno con l’amico e collega Massimo Pericolo e l’altro con un nome in crescita tra le nuove leve della trap, Niky Savage. “Nino Nino” è una canzone leggera da club che, come ha dichiarato scherzosamente Emis Killa su Instagram, avrebbe dovuto addolcire gli ultimi giorni del caldo estivo, che almeno a Milano però, sembra aver ceduto il passo a un novello clima autunnale. “Di Caprio” di Fedez invece è più che un semplice brano, perché ormai di lui sappiamo tutto e quindi in ogni sua manifestazione pubblica tendiamo a leggerci più del dovuto, dal gossip all’attività imprenditoriale, che comunque ci sono. Quello che gli va riconosciuto è un fiuto fine per le tendenze e la capacità di essere un fenomeno di costume costante, questa volta sfruttando la leggenda metropolitana delle frequentazioni sentimentali sempre under 25 di Leonardo di Caprio e la voce graffiata di Niky Savage, noto per le sue narrazioni esplicite sul sesso e le donne.
Un altro abbinamento inedito e inaspettato è quello di Bresh e Artie 5ive in “Per sempre”, un brano pieno di malinconia che parla di cambiamenti di vita, che in quelle parole nascono o muoiono come se fossero un interruttore. Una conferma ulteriore della bravura di entrambi, che sanno mettere insieme immagini di vita vissuta con un gusto moderno senza mai perdere di vista il peso delle parole. Intercettata sul red carpet a Venezia Patty Pravo è diventata virale per aver risposto a un giornalista che non avrebbe eredi tra le cantanti di oggi, perché ormai nessuna più interpreta. Ecco, Chiara Galiazzo (vincitrice di X Factor 6) che ha appena pubblicato “Di nuovo tu” è una delle pochissime che sa ancora farlo ed è solo un bene che stia tornando sulle scene, in una veste nuova e decisa, sperando che non finirà nel vortice (rigorosamente intonato alla Annalisa) del pop mainstream.