La musica nel destino, fin dall’infanzia. Quando insieme ai fratelli andava a casa degli zii (Adriano Celentano e Claudia Mori) e “il salotto era abbastanza grande per contenere il divano dove giocavamo o facevamo i compiti e, più in là, il computer con il microfono”. Marta Donà, 40 anni da poco, ora la musica ce l’ha dentro, attorno, sotto e sopra. È la manager musicale più in vista d’Italia: con la musica ci vive, con i musicisti vive. Perché nello “spietato mondo dello spettacolo”, il modus operandi di Donà sembra seguire l’intima cometa delle relazioni. Con i suoi assistiti (leggere i suoi post Instagram per credere; account: martalatarma) c’è un rapporto vero, profondo, che Marta ama mettere nero su bianco.
“Per me zio Adriano era uno zio qualsiasi”
Sulla parentela nobile con Mori e Celentano, Donà ha tirato corto, in un’intervista al Corriere: “Credo che questa parentela mi abbia agevolata soltanto per fare i primi tre mesi di stage a Milano dopo la triennale in Scienze della comunicazione, editoria e giornalismo presa a Verona”. “Era uno zio qualsiasi”, per lei, zio Adriano, poi crescendo ha capito. Nella storia di Marta Donà il mondo, in alcuni momenti clou, sembra dischiudersi davanti ai suoi occhioni suscitando “ooh” di stupore e meraviglia. Del resto lei mica si sentiva “manager”, è stato Marco Mengoni a credere in lei fino al punto di convincerla che ce la potesse fare. La carriera di Donà, in realtà, parte in sordina, senza fuochi d’artificio. Dopo una montagna di fotocopie (ruolo, neanche a dirlo, stagista) e collaborazioni varie, la prima autentica svolta arriva nel 2009, quando approda in Sony Music Entertainment come ufficio stampa.
Manager a fianco di Marco Mengoni
Sul finire del 2011, Marco Mengoni le fa la proposta indecente: “Vuoi farmi da manager?”. Lei sulle prime tentenna, quasi non ci crede. Lui insiste, certo di un’intuizione che porterà lontano entrambi. Ed è qui, all’alba di questa nuova dimensione, che Donà mostra quella che diventerà presto la sua “carta in più”. Al di là di quelle fredde “competenze” che costituiscono l’ossatura di ogni buon curriculum, Marta ci mette il cuore. E con il cuore – e tutta sé stessa – inizia una nuova vita. Tra i suoi assistiti, negli anni: Francesca Michielin, Alessandro Cattelan e… Måneskin. Storie diverse, esito simile: il successo. Oggi Donà vanta tre vittorie a Sanremo (due con Mengoni, una con i Måneskin), due podi (entrambi con Francesca Michielin) - Intanto ha trasformato Mengoni e Michielin in presentatori, il primo del Festival e la seconda di X Factor -, cinque partecipazioni all’Eurovision (due con Mengoni, poi con Michielin, Måneskin e Alessandro Cattelan da conduttore). Non male per una che poteva rischiare di rimanere invischiata nelle paludi dei comunicati stampa. Alla meglio sono precisi e affidabili; alla peggio vengono direttamente cestinati. Spam alla nascita.
Måneskin: trionfo e tragedia
Damiano e soci come culla del successo. Quattro anni insieme, dalla storica partecipazione della band a “X Factor” fino all’Eurovision 2021. Poi il gruppo sente profumo di “international act” e mette fine, senza troppe cerimonie, al rapporto con Donà. Ancora una volta le dichiarazioni di Marta – via Twitter – vanno oltre la musica: “Abbiamo trascorso 4 anni indimenticabili pieni di sogni da esaudire e di progetti realizzati. Io vi ho portato fino a qui. Da adesso in poi avete deciso di proseguire senza di me. Ho il cuore spezzato ma vi auguro il meglio dalla vita ragazzi”.
La vita è adesso, anche su Instagram
Ma oggi, nel 2023, Marta Donà non è “l’ex-manager dei Måneskin”, bensì la professionista a tutto tondo che non trascura il valore di una connessione vera, profonda. Da poco madre del piccolo Orlando (avuto dal compagno Jacopo), è alla guida di un gruppo di lavoro tutto al femminile. La Tarma srl, infatti, conta ben 14 dipendenti, tutte donne. Non sappiamo se in futuro Donà considererà l’inserimento di “quote blu”, ma per adesso le cose vanno bene così. Un vento a favore che Marta celebra con post su Instagram – sempre corroborati da foto da urlo – in cui si esprime attraverso il sentimento. Ad Angelina Mango dedica queste parole: “Il tuo primo tour. Il nostro primo insieme. È una gioia poterti stare accanto, sono orgogliosa di viverti Nina, di vedere giorno dopo giorno una ragazza fortissima diventare donna, con quella consapevolezza che solo chi ha un mondo interiore da raccontare possiede”. A Cattelan, con cui, alle spalle, c’è un rapporto più lungo, offre questa carezza: “Sono ormai sei anni che lavoriamo insieme eppure tutte le volte che ti vedo fare un'intervista, che ti vedo ridere inventare pensare uno sketch, che ti osservo fare cose, rimango incantata, oppure rido fino alle lacrime, mi scuoti o mi fai riflettere, mi stupisci e soprattutto mi fai divertire”. E per Mengoni? Visto che tutto è iniziato insieme a lui? “Dopo tanto tempo stasera ho pensato a noi 10 anni fa. Da soli, piccoli e pieni di sogni. Ti voglio bene veramente Marco, grazie di darci la possibilità di sognare così forte. Mi scoppia il cuore”. Suvvia, non siate cinici. Anche Francesco De Gregori, cantautore razionale, scrisse “Cardiologia”, perla nascosta negli anfratti della sua discografia autunnale. Se un sorrisino cinico davvero vi scappa, fermatevi. Da troppo tempo ci siamo abituati al sentimento come prodotto, ma vuoi vedere che, in un ambiente di sorridenti squali, Marta Donà sta trionfando perché insieme a queste benedette e sacre competenze ci mette anche un cuore non ancora plastificato?