Era nell’aria? Forse. La pubblicazione su Netflix della serie su Yara Gambirasio ha innescato una marcia innocentista nei confronti di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato all’ergastolo per il suo assassinio. La serie, ha messo in fila tutti gli elementi a cui la difesa fa appello, con l’obbiettivo, chiaro anche se non espresso a parole, di istillare il dubbio nello spettatore. Per la serie, davvero non dobbiamo fidarci di ben tre gradi di giudizio che hanno portato tutti alla stessa sentenza? Ovvero la condanna definitiva all’ergastolo per Bossetti. Sappiamo tutti ormai come si è arrivati a lui, che per molto tempo conoscevamo solo come Ignoto 1, con quella campagna di test del Dna a tappetto tanto discussa. La prima indagine in Italia che si è appoggiata così tanto alla scienza forense. Forse non siamo abituati a tutto questo? Forse il rimanere senza colpevole aumenta l’hype attorno al caso? O forse non siamo abituti ad avere un colpevole?
Dettagli che ci riportano indietro nel tempo, al 1993, alla scomparsa di Elisa Claps. La sedicenne potentina apparentemente sparisce nel nulla. Ma solo apparentemente. Ricordiamo che fin dall’inizio tutto portava a una sola persona: Danilo Restivo, l’ultimo ad averla vista viva. Quella domenica d’inizio settembre i due avevano appuntamento nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza. Danilo l’aveva attirata lì con la promessa di un regalo per aver passato gli esami di riparazione, ed Elisa dispiaciuta dal fatto che a scuola Danilo venisse tenuto a distanza da tutti aveva accettato. Non potendo immaginare che quella chiesa le avrebbe fatto da tomba per ben diciassette anni, fino al ritrovamento del suo corpo nel 2010. La serie parte da qui, dalla ricerca della verità Per Elisa. Gli indici c’erano, ma Danilo Restivo non è stato assicurato alla giustizia, ed è per questo che a Londra anni dopo uccise di nuovo. Diciassette anni di depistaggi, indagini inconcludenti e una chiesa che ha alzato subito i muri per impedire che si arrivasse alla verità. E qui la domanda è solo una: è possibile avere un cadavere nella propria casa e non saperlo? Quello a cui proprio non vorremmo assistere, ora che la serie su Elisa andata in onda lo scorso autunno sulla Rai è disponibile su Netflix, è una marcia innocentista a favore di Danilo Restivo. Che non sia lui il nuovo Massimo Bossetti. E che la famiglia di Elisa non debba vivere quello che nelle ultime due settimane, dall’uscita sulla piattaforma della serie su Yara, stanno vivendo i suoi genitori. Una casualità che entrambe le serie siano disponibili su Netflix contemporaneamente? Chi lo sa…