Partiamo da un punto fondamentale, senza troppe premesse: in base all’articolo 4, comma 1 della Costituzione Italiana: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Sono numerosi i casi in cui artisti del mondo dello spettacolo, che siano autori, cantanti, attori o anche solo presentatori, vengono allontanati per brevi periodi da televisioni, radio, programmi, conduzioni… a tutti gli effetti i loro posti di lavoro. Questo può succedere per motivazioni personali, per condizioni di salute oppure per controversie legate proprio al posto di lavoro: qualcuno decide di cambiare emittente perché è sottopagato, qualcuno licenzia qualcun altro perché vuole rinfrescare il format, qualcuno fa qualche passo falso e viene preso da onde mediatiche che costringono gli altri del settore ad allontanarlo/a almeno per un po’. A volte le motivazioni possono essere valide mentre altre volte risultano effettivamente un po’ forzate se non addirittura ingiuste. Negli ultimi anni possiamo ricordare gli episodi random: Flavio Insinna che insulta dei concorrenti ad ‘Affari tuoi’ nel 2017, o ancora Mietta ed Enrico Montesano a ‘Ballando con le stelle’ 2021 e 2022 (diciamo causa ‘No-vax’ per riaccendere la memoria), oppure il fuori onda di cattivo gusto divulgati da ‘Striscia la notizia’ dell’ex compagno di Giorgia Meloni, il giornalista Andrea Giambruno allontanato nel 2023, oppure il passaggio da rete ammiraglia a canale nove di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Insomma, i casi già solo più recenti, hanno portato strascichi e polemiche non di poco conto, eppure gli italiani a volte dimenticano, a volte perdonano, a volte condannano. Per citare due casi in cui invece alcuni Artisti, con la A maiuscola sono stati allontanati dal mondo dello spettacolo e dal proprio posto di lavoro non si può non pensare a Umberto Bindi, cantautore e autore pilastro della musica italiana allontanato per voci sulla sua omosessualità in seguito alla partecipazione al festival di Sanremo nel 1961, stesso artista tra i più noti insieme addirittura ad Alda Merini a dover concludere la propria carriera e vita sostentandosi grazie alla Legge Bacchelli ( in nome dello scrittore italiano Riccardo Bacchelli, dell’8 Agosto 1985, n 440 ) definita durante il governo Craxi per sopperire a particolari necessità di personaggi illustri in difficoltà economiche e/o allontanati dal proprio posto di lavoro per garantire un utilizzo di contributi vitalizi necessari al loro sostentamento.
È uscito il videoclip ufficiale del rapper Shiva, all’anagrafe Andrea Arrigoni, il brano era già stato precedentemente distribuito sulle piattaforme digitali, ma il videoclip ufficiale si è fatto attendere. Il titolo è “First day out” e racchiude immagini inedite del primo giorno fuori dal carcere di Shiva. Il rapper aveva anche allegato una lunga didascalia, spiegando che prima non aveva potuto divulgare queste immagini anche se il brano era già pubblico, che avrebbe dovuto aspettare a pubblicare il suo nuovo disco ma che è già pronto. Questa sua didascalia sotto al post è prontamente sparita in poche ore, ma era molto chiara e forse qualcuno gli avrà consigliato di modificarla, e quindi non posso riportarvela per intero.
In tutti questi particolari ultimi “casi” chi ha già perfino ricevuto condanne e non solo “presunte accuse” ma fatti concreti sono la prova lampante che nel mondo discografico di oggi ci sono ‘figli’ e ‘figliastri’. Perché Shiva (o altri come lui) possono addirittura pubblicare dischi o comunque proseguire nel proprio percorso musicale mentre Morgan per un’accusa e non ancora condannato non può lavorare? Perché lui ha perso ogni contratto discografico così come ogni data del tour in programma? Perché in questo specifico caso riguardante Marco Castoldi in arte Morgan il diritto al lavoro non viene preso in considerazione? Trovo tutto questo paradossale e ingiusto, come lui anche altri casi hanno avuto trattamenti simili, ma mai con tale accanimento, perfino Shiva è stato difeso dai suoi colleghi e amici, mentre ora i colleghi e gli amici artisti di Morgan dove sono? Perché quando si tratta di far valere un diritto sacrosanto come il lavoro di un artista come lui tutti si tirano indietro? Onestamente io non l’ho capito, questo è il mio punto di vista e dati gli ultimi eventi non ho potuto non notare quanto la bilancia spesso penda a caso sempre dallo stesso lato, quello dello streaming e della notizia da prima pagina che porta ascolti e click ad ogni costo, quello che predilige la curiosità morbosa del personaggio e del ‘malessere’ alla musica fine a se stessa e al piacere di ascoltarla. Fate le vostre valutazioni prima di giudicare e puntare il dito. Dite la vostra che ho detto la mia.