Chi ha paura dell'intelligenza artificiale? Qualcuno. Questa domanda non solo è decisamente contemporanea, ma è anche il quesito cardine attorno al quale ruota l’ultima opera distribuita da 20th Century Fox: The Creator, il lungometraggio dai toni distopici diretto da Gareth Edwards (lo stesso regista di Rogue One: A Star Wars Story per intenderci). Sono andata all’anteprima senza avere la minima idea di cosa aspettarmi, e sono uscita dalla sala soddisfatta e vagamente atterrita. Mi sono ritrovata di fronte a una storia in cui le forze armate americane sono il male assoluto, piene di risentimento e preconcetti contro l’intelligenza artificiale, mentre un’Asia buddista accetta e rispetta l’esistenza di tutti, dai batraci ai robot. Forse questa trama può sembrare familiare. Ovviamente, non starò a fare un approfondimento sul film di per sé, il “rischio spoiler” è sempre dietro l'angolo, ma farò un breve elenco di motivi per cui, a mio avviso, non potete perdervelo. Innanzitutto, non è banale. Non stiamo parlando di un’opera strutturata e complessa come Blade Runner o Apocalypse Now (al quale strizza vagamente l’occhio), ma è comunque un lavoro degno di nota, che affronta tematiche care alla cinematografia moderna come la famiglia, l’amore, l’esserci per l’altro e l’avversione ai pregiudizi. Non lo fa in modo banale o stucchevole. Dal punto di vista della fotografia è senza dubbio un capolavoro, senza se e senza ma: astronavi che svolazzano, architetture futuristiche, un sud-est asiatico raccontato nel modo migliore. Un thriller di fantascienza che va visto nel miglior cinema Imax che riuscite a trovare, insomma. Se non provate grande simpatia per Christopher Nolan, sappiate che Gareth Edwards con questo lavoro urla a gran voce che l’altro non è di certo l'unico a pensare e fare le cose in grande. Anzi, in modo gigante.
Se siete fan di Denzel Washington, sappiate che questa volta suo figlio, John David Washington, si porta a casa un’interpretazione che non sfigura accanto a quelle di suo padre: il personaggio è interessante, intenso e capace di rappresentare perfettamente la divisione tra “testa e cuore”. Ciò lo rende drammatico al punto da strappare un paio di lacrime sul finale, che qualcuno potrebbe definire più debole rispetto al resto della trama. Io, onestamente, ho trovato puntuale e azzeccato anche quello. In definitiva, The Creator è un film intrigante, stimolante ed esaltante, che affronta seriamente il grande problema della nostra epoca, ovvero l’intelligenza artificiale e i pregiudizi che l’accompagnano. Un’entità che ci costringe a rivedere le nostre posizioni. The Creator getta un credibilissimo sguardo sul futuro. Fossi in voi ci dare un’occhiata.