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Scrivere senza offendere? Con PCorrector è possibile, ma...

Riccardo Canaletti

28 settembre 2023

Davvero abbiamo bisogno di una intelligenza artificiale che ci dica cosa è giusto o sbagliato dire? Raffaele Alberto Ventura lancia PCorrettor, l’ia più politicamente corretta e piagnona a cui si potesse pensare…

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Raffaele Alberto Ventura lancia PCorrettor: “È possibile comunicare senza far danni Noi di RAV Ltd crediamo di sì. Per questo abbiamo sviluppato PCorrector. Uno strumento, potenziato dall'intelligenza artificiale, in grado di valutare il rischio comunicativo di ogni testo. Nell'esempio qui sotto, vediamo come un semplice scan con PCorrector avrebbe permesso a un noto giornalista di evitare ogni gaffe. Il link alla versione Beta è disponibile qui sotto nei commenti”. Il giornalista sarebbe Giambruno, la frase: “Se eviti di ubriacarti, eviti di trovare il lupo”. 

Pubblicato il link alla versione beta, si sono sprecati i tentativi. C’è chi ha testato la neutralità del programma scrivendo prima “l’aborto è giusto” e poi “l’aborto è sbagliato”. C’è chi ha inserito come frase la risposta dell’ia su un contenuto problematico: “Il testo è potenzialmente problematico in quanto contiene un insulto sessista, ecc.”. È la trappola del relativismo: persino il perché della problematicità di una certo discorso è in sé problematico. Anche io ho provato, puntando più in alto di aborto e altri temi di notevole importanza politica, così ho scritto: “Le barzellette di Berlusconi fanno ridere”. Potete immaginare la risposta, ma i motivi? Bene, sembra che la mia frase sia poco inclusiva: “Il testo potrebbe essere visto come escludente da coloro che non sono a conoscenza o non hanno interesse nelle barzellette di Berlusconi”.

Raffaele Alberto Ventura
Raffaele Alberto Ventura

C’è una frase di Ventura che mi colpì, l’anno scorso, ascoltando un suo breve intervento a Le Iene: “La comunicazione è un rischio che va governato”. Mi spinse a leggere Non si può più dire niente? (Utet), una raccolta di saggi che si chiudeva con una sua analisi in dieci punti del politicamente corretto. Mi colpì la neutralità del linguaggio, quasi un residuo stilistico positivista. Una delle tesi era l’inevitabilità del politicamente corretto in una società con i nostri spazi virtuali e la nostra tecnologia. Un’altra era l’introduzione di una sorta di linea guida condivisa per parlare “correttamente”, tema che probabilmente sarà al centro del suo vademecum, in uscita il 10 ottobre per Einaudi, La regola del gioco. Comunicare senza fare danni, sostenuta dalla necessità di fermare la “guerra planetaria sul codice” e, con essa, le contraddizioni di una rivoluzione linguistica che, in quanto inevitabile, non deve essere combattuta, ma orientata. 

L’apparente distacco intellettuale, tuttavia, nasconde quella che potremmo definire la tentazione leninista. Agli economicisti (che ritenevano non fosse necessario l’apporto degli intellettuali alla rivoluzione del proletariato) Lenin rimproverava la scarsa attitudine manageriale. Per lui, gli economicisti non capivano come si dovesse organizzare la rivoluzione. Raffaele Alberto Ventura tratta il fenomeno del politicamente corretto come “la soluzione” da imbrigliare grazie a un modo standard di giudicare cosa sia più o meno problematico e divisivo. PCorrettor fa il lavoro sporco che per Lenin avrebbero dovuto fare gli intellettuali. Con un problema: tutto diventa, potenzialmente, divisivo. Persino essere disinteressati o ignari di qualcosa di rende una vittima. Parola dell’IA più piagnona a cui si potesse pensare. 

La rispsota di PCorrector alla frase: "Le barzellette di Berlusconi fanno ridere"
La rispsota di PCorrector alla frase: "Le barzellette di Berlusconi fanno ridere"

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