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Perché “Vita da Carlo 3” è già un classico con Verdone alla James Stewart, D’Agostino da “Roma Santa e Dannata”, Dandini che piange e Sanremo. E solo una critica su Stokholma…

  • di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

18 novembre 2024

Perché “Vita da Carlo 3” è già un classico con Verdone alla James Stewart, D’Agostino da “Roma Santa e Dannata”, Dandini che piange e Sanremo. E solo una critica su Stokholma…
Sembra che Carlo Verdone stia riuscendo nell’impresa che è l’obiettivo di tutte le narrazioni seriali: crescere, crescere, crescere. Ma essendo difficile superare se stesso, riesce a farlo non in verticale bensì in orizzontale. Vita da Carlo si allarga e si fa ancora più corale con personaggi che entrano in scena da ogni dove. E con questa sua terza stagione entra di diritto nei classici perché la struttura, la scrittura, la messa in scena, sono di fatto coincidenti con le meravigliose commedie degli anni Trenta e Quaranta…

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Strepitosa. La terza stagione di “Vita da Carlo” su Prime Video/Paramount è strepitosa. Non che le prime due stagioni non lo fossero. Ma sembra che Carlo Verdone stia riuscendo nell’impresa che è l’obiettivo di tutte le narrazioni seriali: crescere, crescere, crescere. Ma, essendo difficile, per Verdone, superare se stesso (e in scena c’è lui stesso), riesce a farlo non in verticale bensì in orizzontale. "Vita da Carlo" si allarga (“larger than life”), esonda, si fa ancora più corale con personaggi che entrano in scena da ogni dove. "Vita da Carlo", con questa sua terza stagione entra di diritto nei classici, perché la struttura, la scrittura, la messa in scena, sono, di fatto, coincidenti con le meravigliose e sempre attuali “screwball comedy”, quelle commedie vertiginose degli anni Trenta e Quaranta dove i nomi erano Frank Capra, Cary Grant, Katharine Hepburn, James Stewart. Per fare alcuni nomi. E Carlo Verdone è più James Stewart, sopraffatto dagli eventi, che Cary Grant che li domina. Uno spasso.

Vita da Carlo 3 su Prime Video/Paramount
Vita da Carlo 3 su Prime Video/Paramount
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Così entra in scena un Maccio Capatonda, che prendendo il litio, vuole essere chiamato con il suo vero nome, Marcello Macchia, soltanto che Maccio sotto litio, ossia “equilibrato”, è ancora più delirante. Accudito dalla bravissima Lucia Sardo, la mamma di Maccio/Marcello, che gli riscalda i piedi nel lettino (Verdone alla Sardo: “Ma il litio tu devi prenderlo!”, “Havi che lo prendo!”). La storia è quella di Verdone che viene chiamato a dirigere il Festival di Sanremo. E chiede aiuto, come consulente, a Thomas, perfetta maschera di Giovanni Esposito, il napoletano che le ha viste tutte nel mondo dello spettacolo. Mentre, per i giovani, con i quali Carlo vorrebbe svecchiare il festival (“un big, tre giovani”), si rivolge a Roberto D’Agostino, Dago, protagonista assoluto di una puntata in cui fa da Virgilio a Carlo/Dante negli inferi paradisiaci (Santo e Dannato, come il docufilm, “Roma, Santa e Dannata”, che ha girato con Marco Giusti) della musica underground, dove la coppia incontra Lucio Corsi, che si sta esibendo live in una struttura da archeologia industriale, tra muri crepati e neon, in una scena che diventa una clip musicale imperdibile sulle note di “Cosa faremo da grandi?”. Ecco: fateci invecchiare tutti come Carlo Verdone. Perché "Vita da Carlo 3" inizia quasi con una crisi di mezza età, con un Carlo che vuole ritirarsi perché pare che oramai gli offrano soltanto parti da anziano.

Roberto D'agostino e Carlo Verdone in "Vita da Carlo 3"
Roberto D'agostino e Carlo Verdone in "Vita da Carlo 3"

Ma subito si vira verso i fuochi d’artificio di una commedia che non lascia feriti grazie ad azzecatissime incursioni. Stefania Rocca appanterata sempre più fuori di testa che vuole svecchiare il loro rapporto portandolo in un castello alla Eyes Wide Shot per una serata glamour scambista (Carlo Verdone con gli occhiali sulla maschera, così non lo riconosce nessuno, è geniale). Monica Guerritore che fa il verso a se stessa, ex moglie approdo sicuro in questo delirio che è il mondo dello spettacolo. Una Serena Dandini alla quale hanno appena chiuso una trasmissione e piange fuori dalla Rai. Gianna Nannini in versione Boss della Mala. Impossibile citare tutti! Sabato scorso sono state rilasciate le prime cinque puntate. Divorate. Aspettiamo sabato prossimo per le altre cinque. Una sola ferocissima critica: i pedi di Ema Stokholma. Carlo viene intervistato da Ema e gli viene l’idea di proporle la coconduzione del Festival. Le dice: “Quanto sei alta!”, lei risponde “i tacchi” e si toglie le scarpe. E Carlo non inquadra i piedi! I piedi di Ema Stokholma! Sono famosissimi! Resta in bocca il sapore dell’allegria di una brigata di compagnoni che si sono divertiti un mondo a prendere in giro lo showbiz. Fateci invecchiare così, se questo vuol dire invecchiare!

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