Sabato 2 novembre sono stato invitato dalla famiglia di Oliviero Toscani a partecipare alla cerimonia dello scoprimento delle nuove lapidi al Famedio di Milano, alla presenza del sindaco Giuseppe Sala e della presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi. La lettera firmata dalla Buscemi diceva: “La città di Milano intende ricordare Oliviero Toscani conferendogli l’onore del Famedio: l’iscrizione del suo nome nel luogo che, più di ogni altro, ci lega al nostro passato, tenendo viva la memoria di quanti hanno contribuito con le proprie qualità umane e professionali alla crescita, allo sviluppo e alla coesione della nostra comunità”. Per chi non lo ricordasse, il Famedio (dal latino Famae Andes) di Milano è il tempio della fama che si trova all’ingresso del cimitero monumentale, il posto che celebra gli uomini e le donne illustri, benemeriti e distinti che hanno reso celebre la città. La commissione consultiva per la scelta dei nomi per il 2025 ha scelto: Giuseppina Antognini, mecenate che con la sua generosità ha contribuito ad arricchire il patrimonio artistico di Milano; Giorgio Armani, stilista conosciuto e apprezzato in tutto il mondo; Adriana Asti, grande attrice di cinema e teatro famosa per alcuni film come “Rocco i suoi fratelli”, “Ludwig”, “Accattone” e tanti altri; Gianni Berengario Gardin, grande fotografo che attraverso le immagini denunciava problemi come quello dei manicomi o delle grandi navi al centro dei canali di Venezia; Cesare Cavalleri, giornalista, critico, letterario e televisivo protagonista della vita cattolica a Milano e nel paese; Rosita Missoni Jelmini, grande stilista che insieme al marito Ottavio hanno promosso delle grandi innovazioni nel campo della moda, come le maglie a zig-zag; Zita Mosca Baldassari, architetta e attiva nel mondo della cultura milanese e creatrice di una fondazione per valorizzare gli archivi; Ernesto Pellegrini, grande imprenditore che parte da zero sino ad arrivare a un’azienda che dà lavoro a oltre 12.000 collaboratori, ma che non dimentica la generosità col suo ristorante solidale Ruben; Giampaolo Pillitteri, politico, giornalista e sindaco di Milano negli anni ‘90; Arnaldo Pomodoro, uno degli artisti più importanti e interessanti del Novecento, le sue opere in bronzo levigato e corroso al loro interno sono conosciute in tutto il mondo; Nicoletta Ramorino, insegnante della scuola d’arte drammatica del Piccolo teatro, vera icona del mondo teatrale milanese; Fausta Squatriti, protagonista indiscussa della scena intellettuale italiana internazionale, i suoi lavori sono conservati nei più grandi musei del mondo; Augusto Tognasso, ufficiale della commissione incaricata di rintracciare la salma del Milite Ignoto, unico custode di un segreto di Stato, che mantenne sino alla fine, sulla provenienza del campo di battaglia dei resti dell’eroe senza nome; Oliviero Toscani, fotografo di fama internazionale che passa dalle foto con Andy Warhol, Mick Jagger, Mohamed Alì a campagne shock sulla pace, guerra, razzismo, AIDS e altre; il primo a utilizzare gli spazi giganteschi delle pubblicità di moda per denunciare e mostrare i grandi problemi e le grandi ingiustizie che affliggono il mondo.
La cerimonia si è aperta con un concerto del coro M. Haydn del Conservatorio di Milano. Un coro magico che trasmetteva una forte emozione o meglio trasportava in un’altra dimensione. Un’altra dimensione, appunto. Perché sarà stato la bellezza del luogo, l’emozione di leggere tutti quei nomi benemeriti, ma mi sono ritrovato con la mente a immaginare di essere lì con il mio amico Oliviero. Ho immaginato di essere lì con lui, dinnanzi al monumento dedicato ad Alessandro Manzoni, e lui mostrandomelo mi riempiva come sempre di informazioni e mi diceva: “Ecco Manzoni, ti ricordi il suo Proemio ai Promessi Sposi? ‘L’autore di questa storia, se non l’avesse già avuta l’idea di scriverla, non avrebbe certo pensato di farla stampare; e se l’avesse stampata, non avrebbe mai creduto che potesse aver lettori”. Mi avrebbe ricordato, spiegato, esaltato l’autoironia con cui Manzoni presentava il suo libro. Manzoni sapeva bene di avere scritto un’importante opera letteraria destinata a durare nel tempo e poteva permettersi questo tono ironico che alludeva ad un sicuro insuccesso. Che libro! E continuava: “Ma ti rendi conto di dove siamo? Pensa che fortuna essere ricordati per le cose belle e buone fatte per la tua comunità, quale ambizione maggiore può avere un uomo in questa breve vita?”. La Fama, l’ambizione, il bisogno o il desiderio da sempre tormentano la vita degli uomini, che con l’arte, la cultura, il mecenatismo o addirittura la guerra cercano di ottenere l’immortalità. E avrebbe continuato ricordandomi la frase della guerra di Troia nell’Iliade di Omero: “La nostra gloria sarà imperitura”. Ecco il vero movente per eroi eterni come Achille, Ulisse, Ettore: cercare di diventare immortali nella memoria. E continuava a illustrarmi tutti quei nomi benemeriti, ma poi di colpo si soffermava su Salvatore Quasimodo, dicendomi: “Uno dei tuoi più illustri e interessanti compaesani, autore del bellissimo, toccante, veritiero verso ‘ed è subito sera’”. Dovremmo rileggerlo tutti i giorni. Ahimé, inizia la cerimonia, “Milano ricorda. Famedio del Cimitero Monumentale, 2 Novembre 2025”. Grazie, Milano.