Sicilia, aperta campagna, ore 21. Inizio concerto “Cugini di Campagna” alla Sagra dell’Arancino ore 22. Mi deve venire a prendere Salvuccio ed è in ritardo come al solito e io ho finito di cotonarmi i capelli già da un’ora perché li ho lunghi e mi sembra doveroso tenerli sciolti per i Cugini di Campagna ma fa caldissimo e fra un po’ io li lego e pazienza. Ho detto a Salvuccio di non venire col furgoncino della famiglia con la scritta POMPE SOMMERSE con la quale siamo andati alla spiaggia nudista della riserva Marianelli un po’ perché sua mamma ha letto il reportage e gli ha detto, più o meno, “ma dove minchia ti porta Ottavio?”, un po’ perché quel reportage ha avuto un discreto successo da queste parti e il furgoncino POMPE SOMMERSE è diventato famosissimo e io non voglio fare il Vip e resto umile. Non avendo niente da fare oltre aspettare e legarmi i capelli mi metto a pensare. Mai pensare con i capelli che ti portano caldo. Così penso che in fondo è tutta una questione di pelo, questa folle Sagra dell’Arancino di Rosolini dove, come è giusto, ti aspetti di trovare il comico, la banda del paese e il duo tastiera midi cantante di cover dei Cugini di Campagna e invece non solo non c’è la cover ma ci sono i Cugini di Campagna quelli veri ed è solo la prima serata perché la Sagra dell’Arancino dura cinque giorni cinque e per l’ultimo giorno arriverà Skin degli Skunk Anansie per cui sì: è senz’altro una questione di pelo. Di perdere il pelo ma non il vizio. Perché se parti dai Cugini di Campagna e finisci con Skin, la cui pettinatura sembra un’arancino (non quello a forma di cono, quello rotondo, tipo al burro e prosciutto), allora è chiaro che il pelo c’entra qualcosa e questo fa parte anche della tradizione folk del concetto di sagra ché sono tutti lì a dire che si tratta di roba da mangiare e invece la verità è che in tanti ci vanno per vedere il pelo: dei Cugini di Campagna.
Mentre penso al pelo, a quello altrui (ce n’è sempre meno in giro, oramai sono distese di epidermidi un po’ ruvide) e a quello mio (ho legato i capelli e addio al look), arriva Salvuccio con la Opel Agila arancione alla quale però di agile è restato ben poco dopo che ha preso un marciapiede e adesso la ruota anteriore destra è fuori asse così ci dirigiamo un po’ di sbieco, quasi di bolina, al concerto.
Salvuccio mi chiede “secondo te c’è pelo?” e io trovo la domanda profondamente sessista e inopportuna così mi metto a fare l’offeso.
“Ma che ho detto?”.
Resto in un indignato silenzio.
Mission Impossible (tatta ta-ta tatta ta-ta)
L’idea era quella di consegnare un arancino ai Cugini di Campagna e però i Cugini di Campagna sono quattro e quindi, penso, dovrei chiedere il taglio dell’arancino in quattro ma considerando quanto vengono i colpi di lama al giorno d’oggi non so se ci rientro col budget: già vengono cari senza Cugini di Campagna.
L’idea è quella di raggiungere i Cugini di Campagna prima del concerto, mentre tutti sono distratti dal comico Carlo Kaneba, e io mi sono immaginato me che scavalco transenne e servizio d’ordine e forze dell’ordine camminando sulle teste dei malcapitati fino a quando non vengo colpito da un taser e l’arancino mi esplode in mano. Così ho contattato gli organizzatori della sagra che mi avevano assicurato un incontro senza taser per fare il video dove consegnava l’arancino ai Cugini di Campagna (poi al taglio ci pensavano loro ché sono più ricchi) ma nessuno aveva fatto i conti con il signor Tolomeo.
E neanche con il traffico e la folla che sembrava un concerto di Taylor Swift e così arrivo mentre presentano i Cugini di Campagna che salgono sul palco con delle mise tutte sbrilluccicanti di pailletes così penso che anche io abito in campagna e al momento sono vestito con le imitazioni delle Crocs, i jeans tagliati (male, tutti storti, non li so tagliare dritti, i jeans) e una maglietta col buco (le buco apposta d’estate così sventila) ma da domani verrò fuori dall’uscio di casa all’aurora per fare pip… per ammirare il giorno nuovo che sorge tutto pailletato e con le imitazioni delle zeppe. D’estate con il solleone e il riflesso dovrei più o meno sembrare la torcia umana dei fantastici quattro con le imitazioni delle zeppe.
E inizio ad aggirarmi per la Sagra dell’Arancino con l’arancino in mano per contattare gli organizzatori e spiegare che ho fatto tardi però molti complimenti se ho fatto tardi è perché c’è tanta gente manco fossero i Cugini di Taylor Swift.
L’organizzatore con cui ho parlato al telefono non c’è. È al mare, a San Lorenzo, mi dice che mi manda un altro numero ma non me lo manda così inizio a chiedere informazioni e trovo il fratello di quello che frigge gli arancini allo stand che mi spiega che l’organizzatore della sagra ha organizzato una festa a San Lorenzo ma in questo momento ha grossi problemi con l’impianto ed è sicuramente per questo che non mi richiama e che ha dimenticato di mandarmi l’altro numero, poi mi chiede perché non lo mangio, l’arancino, ché poi si fredda e io gli dico che mi serve per un’altra cosa e lo lascio lì a pensare quali possano essere gli usi alternativi dell’arancino.
Così continuo a girare intorno allo stand perché ho capito che di qui prima o poi passano tutti e finalmente trovo un altro organizzatore che mi dice: “Ma tu puoi parlare con i Cugini di Campagna soltanto se loro vogliono” e io sto per dirgli che io ho il numero di telefono di Taylor Swift e che in ogni caso sono pronto a scavalcare folle di avventori e di forze dell’ordine e sono capace di farmi sparare col taser perché sono dell’Imf (Impossible mission force) e invece gli dico: “Sì, certo”. “Non lo mangia, l’arancino?”. “No, ho in mente di usarlo per altro”. Dopo avere riflettuto per qualche secondo mentre io, impassibile, tengo l’arancino in mano, mi dice: “Dobbiamo parlare con Tolomeo, il manager”. “E parliamo con Tolomeo”.
Così mi fa passare al di là di una transenna e sento lo sguardo del pubblico che mi ammira e invidia e si chiede chi sono, coi capelli lunghi potrei essere un cugino di secondo grado di campagna e sono certo che una decina di ragazze (curiosamente quelle più carine anche se una donna non si giudica dall’aspetto) si sono innamorate follemente di me: quella transenna era il delimitare tra il “se non se lo vuole mangiare, perché se ne va in giro con l’arancino vestito male?” e il “ma io lo amo, se è vestito eccentrico sicuramente lo fa perché è molto vip”.
Tolomeo il manager è seduto a bordo palco e si sta guardando il concerto da lì. Decisamente sembra più vip di me. Io mi aggrappo alla ringhiera del palco, sulle punte delle imitazioni delle Crocs, e urlo: “Sono un giornalista e mi chiedevo se fosse possibile…”. “No!”. “Ma non ho finito di…”. “No!”. “Come fosse antani!”. “No!”. “Taylor Swift!”. “No!”.
Le dieci ragazze mi hanno visto parlare con Tolomeo e sono certo che appena verrò fuori dal transennato mi lanceranno le mutandine o qualcosa del genere.
Vengo fuori e niente mutandine. Penso che quelle ragazze saranno anche belle (anche se non si giudica una donna dall’aspetto), saranno anche innamorate di me, ma hanno una pessima mira, hanno, e nella vita di campagna la mira è importante infatti guardo sempre su DMAX il programma della famiglia che vende le armi e la figlia ha una mira pazzesca ed è in grado di colpire con le mutandine un uccello a 300 metri di distanza.
Zitti e buoni, il trionfo della cover (dei Maneskin)
Salvuccio sta cantando a squarciagola “Zitti e Buoni” dei Maneskin e io non capisco ma solo per poco perché mi rendo conto che I Cugini di Campagna stanno facendo la cover dei Maneskin e mi esplode il cervello: non solo alla sagra dell’arancino ci sono I Cugini di Campagna e addirittura Skin degli Skunk Anansie, ma addirittura i Cugini di Campagna che sono da sempre uno dei gruppi più coverizzati nelle sagre di paese si trasformano essi stessi nel duo tastiera midi e cantante di cover e si mettono a cantare una cover perché – penso – la sagra ha le sue tradizioni e se qualcuno, da qualche parte, fosse anche Taylor Swift in persona, non fa una minchia di cover la gente ci resta malissimo.