Secondo l’Osservatorio sulle Comunicazioni dell’Agcom, nei primi nove mesi del 2024 le vendite giornaliere medie di quotidiani in Italia sono scese a 1,29 milioni di copie, registrando un calo del 9,4% rispetto allo stesso periodo del 2023 e un crollo del 30% rispetto al 2020, quando si vendevano 1,84 milioni di copie al giorno. La crisi coinvolge sia i quotidiani nazionali (-9,2% rispetto al 2023, -29% rispetto al 2020) sia quelli locali, che mostrano una flessione più marcata (-9,8% e -31,3% nello stesso periodo). Le copie vendute in formato cartaceo si attestano a 1,10 milioni (-9,4% rispetto al 2023), mentre quelle digitali restano stabili a una media di 190.000 copie giornaliere. Con dati del genere, quanto può durare la stabilità del mercato?
Le testate più vendute in formato cartaceo sono il Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport, La Repubblica, Avvenire e La Stampa, che insieme rappresentano il 34% delle vendite totali. Nel segmento digitale, invece, il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano e La Stampa costituiscono il 60% delle copie complessive. In termini di quote di mercato, il gruppo Cairo/Rcs guida con il 19,1% (grazie al Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport), seguito da Gedi (14,7%), Caltagirone Editore (9,2%) e Monrif Group (7,8%). Tra i gruppi minori si distinguono Il Sole 24 Ore (4,7%) e il Gruppo Tosinvest (Il Giornale, Libero e Il Tempo) con il 4%. Il quotidiano gratuito Metro, invece, presente in Italia dal 2000, ha cessato definitivamente le pubblicazioni sia cartacee che online. La sua chiusura lascia Leggo come unico quotidiano gratuito ancora in attività in Italia. Quali sono, però, le prospettive future?
A livello globale, il settore della carta stampata è in declino costante. Un rapporto di Mordor Intelligence prevede che l'industria globale dei giornali scenderà da 83,28 miliardi di dollari nel 2024 a 77,85 miliardi entro il 2029, con un calo annuo dell'1,33%. Il fenomeno non è esclusivamente italiano: negli Stati Uniti, oltre 2.200 testate hanno chiuso dal 2005 al 2022. In Spagna e Francia, i principali gruppi stanno riorganizzando le loro attività per privilegiare le piattaforme digitali e il segmento della gestione patrimoniale. La transizione al digitale è in corso, ma la completa scomparsa dei giornali cartacei non è imminente. Alcuni segmenti di lettori continuano a preferire la versione stampata, soprattutto per approfondimenti e analisi dettagliate. Tuttavia, con l'avanzare delle tecnologie digitali e il cambiamento delle abitudini dei consumatori, è probabile che la presenza della carta nei quotidiani, settimanali e mensili continui a ridursi progressivamente nei prossimi anni. Il calo delle vendite e i costi crescenti di produzione renderanno sempre più difficile per le testate cartacee sopravvivere senza una strategia digitale integrata. Il 2025, quindi, si prospetta come un anno cruciale per la loro sopravvivenza.