Una volta Umberto Eco scrisse che la casa del Grande Fratello sembrava arredata dall’ispettore Derrick, ma di crimini, forse una decina contro la pubblica decenza (ma niente che il nostro Parlamento non possa tranquillamente superare in grandezza e radicalità), non ce ne sono ancora stati. Qualche parola di troppo, sì, un lancio del bollitore pure. Andiamo con ordine. Jessica Morlacchi è entrata con il suo fare da romanaccia che dovrebbero destare subito simpatia. Per sicurezza Alfonso Signorini, nelle prime puntate, rideva sempre, imboccando il pubblico e sperando che tutti potessero farsi travolgere dall’umorismo da cinepanettone della ragazza. Piano piano Jessica è diventata sempre meno sorridente e ha piuttosto preferito cambiare maschera. Bocca serrata – ma, vedremo, non abbastanza – e occhi spiritati fissi sulla preda. In questo caso Helena, donna complessa ma evidentemente competente nel gioco. C’è un problema. Nessuno dovrebbe convincersi che un campione di scacchi non abbia emozioni. Allo stesso modo, Helena non è un’autonoma, un bot da show televisivi. Può essere criticata, può fare il doppio gioco, può essere cosciente del novanta per cento delle sue azioni, ma anche una come lei può perdere il controllo. E lo ha perso in effetti.
Jessica Morlacchi, si vede nella diretta delle ventiquattr’ore nella casa, le dà dell’imbecille. Il casus belli è un pezzo di pane: Helena avrebbe strappato dalle mani di Jessica una pagnottella. Imbecille, le dice. E poi: “Non sai nemmeno come è fatto il pane, guardalo bene e mangialo”. Disturbi alimentari, povertà, celiachia. Chi se ne frega. Jessica ha trovato una crepa nella corazza del bot e ci si infila come ci si è infilata in altre occasioni e da mesi. La scena si svolge intorno a un tavolo, chiunque è insensibile ai cinque minuti di insulti contro Helena. Lei si alza, riempie il bollitore d’acqua e prova a inzupparla, non riuscendoci perché trattenuta (solo a quel punto due assonnati concorrenti pensano che potrebbe essere il caso di separarle). Poi, per rabbia, lancia il bollitore a terra. Jessica risponde che Helena non sa reagire diversamente, non può. La accusa, in sostanza, di essere una persona aggressiva e violenta. E quando le dicono che forse poteva evitare di insistere risponde: “Almeno vedono com’è e magari finalmente la cacciano via”. Pare che Helena abbia voluto colpire con il bollitore Jessica, cosa evidentemente falsa, e pare che Jessica abbia provocato, da stratega, Helena per far sì che lei reagisse così e venisse squalificata. Anche questo è falso. In uno spettacolo che si basa sullo spettro di un copione (ancora Eco, che descrive il “mistero” dell’arco a ogiva dicendo: “Si sostiene su un’assenza”), qui abbiamo un’improvvisazione elegante, una messa in scena della vita vera, quella in cui due persone, tenute insieme in cattività, diventano l’una la preda dell’altra. Ma non è banale riflettere su chi delle due sia la predatrice.