Il cinema è in crisi. A soffrire di più sono i pesci piccoli, le realtà minori dell’industria cinematografica italiana, si sa. A ribadirlo il Maestro Pupi Avati durante la cerimonia dei David di Donatello. Dichiarazioni che unite ad altre parole del regista sul ruolo del Ministero della cultura (e non solo) , chiaramente, hanno suscitato diverse polemiche online e offline. Avati, in diretta nazionale, tra le varie riflessioni, ha anche detto: “Sarebbe bello che Schlein chiamasse la premier e le chiedesse: cosa possiamo fare insieme?” Un appello che, come sappiamo, è stato prontamente accolto dalla stessa segretaria del Pd tramite un post su Instagram. Avati, ma anche Germano, e poi le associazioni, Claudio Santamaria e tantissimi altri lavoratori del mondo dello spettacolo italiano hanno parlato. Hanno criticato. Hanno chiesto aiuto allo Stato per un dialogo intorno a un settore complesso come l’arte, meraviglioso come il cinema che deve guarire.

Di recente anche il giornalista Salvo Sottile ha espresso la sua opinione sul dissing (a distanza) tra Elio Germano e Alessandro Giuli (ve ne avevamo parlato qui). E il conduttore, che stasera sarà in onda con il suo FarWest su Rai 3, ha condiviso un nuovo messaggio sull'argomento, soffermandosi sulle lamentele di Avati . Nel copy sotto il video: “Il cinema italiano è in crisi. Gli attori si lamentano, il settore è fermo, ma a Pupi Avati, regista di area moderata apprezzato per i suoi film di ‘nicchia’, lo Stato ha dato in sei anni 8 milioni e 165 mila euro. L’ultimo film – tanto per dire – è costato la bellezza di 3 milioni e mezzo di euro.” Sempre nel video, condiviso sul profilo Facebook del giornalista, Sottile afferma: “Anche Avati dice che bisognerebbe creare un ministero ad hoc per il cinema e togliere le competenze al Ministero della Cultura. Le competenze di cui parla sono i 700 milioni di euro che il ministero ha a disposizione per promuovere il cinema italiano. Ebbene, di questi soldi, dal 2017 al 2023, Pupi Avati ha prodotto e girato sei film, ottenendo dal ministero finanziamenti da 8 milioni e 165 mila euro. E sono tutti soldi nostri.” Non resta che aspettare un vero confronto, un dialogo — magari acceso, ma necessario — tra le tantissime voci emerse in queste settimane che vogliono dire la loro su ciò che sta più a cuore a tutti: il futuro del cinema italiano. Per capire dove andremo davvero (e che forma avrà il domani, soprattutto per i giovani).

