Ci sono voluti anni, e ancora oggi è una sfida, per far capire a tante persone che chi va in terapia non è “pazzo”, non ha bisogno del “tso” e neanche di farsi internare da qualche parte perché “sente le voci nella testa”. La salute mentale è una cosa seria, e chi lavora nel mondo della comunicazione dovrebbe saperlo bene. E invece, spesso, siamo vittime consapevoli di modi di fare tossici che alimentano insofferenza, ansia e nervosismo. Quando Sangiovanni, ormai tre anni fa, ha partecipato a Sanremo, è arrivato penultimo e ha poi annunciato il ritiro dalle scene, annullando l’uscita del disco (praticamente pronto) e la data al Forum di Milano, si è passati da critiche, commenti negativi e insulti al pietismo, evidentemente falso. Chi lo criticava per “finiscimi”, in cui canta del tradimento verso la sua ex fidanzata, è poi finito a scrivere quanto fosse dispiaciuto per questo giovane artista fragile che aveva deciso di prendersi cura della sua salute mentale. “Bravo”, “complimenti”, “hai fatto bene”, “rimettiti presto”. Queste sono le due facce della medaglia, che sono un po’ anche quelle che tutti noi viviamo quasi quotidianamente. Quando stiamo male improvvisamente smettiamo di essere stron*i. Le critiche diminuiscono e aumentano i “mi dispiace” e le belle parole, probabilmente alimentate da un falso e ipocritca senso di colpa, che ci fa sentire persone migliori, a posto con la nostra coscienza. Sangiovanni è stato a lungo in silenzio. Si è preso il suo tempo, che in questo mondo frenetico è quasi un “lusso”. Perché anche se stai male, il mondo va avanti molto più veloce di te, e o stai al passo o ci saranno altre cinque, dieci, cinquanta, cento persone che prenderanno il tuo posto.

Quindi, perché dire tutto questo? Perchè dopo tre anni di silenzio Sangiovanni è tornato, prima con un video pubblicato sul suo profilo Instagram e poi con l’annuncio di “luci allo xeno”, il suo nuovo singolo in uscita il 9 aprile. Un brano in cui Sangiovanni ha voluto racchiudere le sue riflessioni sulla strada percorsa o su quella che ha davanti a sé. L’accoglienza, sul suo profilo Instagram è stata calorosa, come quando vedi tornare nella tua vita dopo tanto tempo un vecchio amico. Questo sarà il primo tassello della “nuova vita” di Sangiovanni e, quello che almeno io mi auguro, è che venga accolto non con finto buonissimo, come se fosse un cucciolo da proteggere, ma con rispetto, anche nelle critiche. Perché sì, la critica musicale (se così vogliamo chiamarla) è fatta anche di parole dure, ma non di offese. E sono sicura che non solo l’esperienza di Sangiovanni, ma anche quella di Angelina Mango e altri, ci abbiano insegnato qualcosa. O forse no. Ma questo lo capiremo meglio vedendo come sarà davvero accolto il suo ritorno.
