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SANNO ALMENO LEGGERE? 99 POSSE: “La senatrice Tubetti ci critica per i testi? Ma non sono i nostri!”. E la band attacca Fratelli d’Italia: “Partito che viene da Mussolini, il nostro odio è mosso dall’amore…”

  • di Angela Russo Angela Russo

  • Foto di Francesca Zorretta

18 luglio 2025

SANNO ALMENO LEGGERE? 99 POSSE: “La senatrice Tubetti ci critica per i testi? Ma non sono i nostri!”. E la band attacca Fratelli d’Italia: “Partito che viene da Mussolini, il nostro odio è mosso dall’amore…”
La band napoletana 99 Posse riceve un premio alla carriera in Friuli e una senatrice di Fratelli d’Italia si infuria: uno scontro tra mondi opposti. Marco Messina, fondatore della band, risponde a MOW col sorriso e qualche stoccata: “Noi antagonisti? È democrazia. L’odio? Il nostro è mosso dall’amore”. Francesca Tubetti li attacca: “È un paradosso istituzionale finanziare con fondi pubblici chi disconosce lo Stato”. Ma loro ribattono: “Se ami la libertà è normale odiare chi la opprime"

Foto di Francesca Zorretta

di Angela Russo Angela Russo

Un premio alla carriera assegnato a una delle band simbolo della musica, ma anche dei centri sociali italiani (soprattutto partenopei), e subito scoppia il caso. A scatenare la polemica è la senatrice di Fratelli d’Italia, Francesca Tubetti, che in una nota ufficiale si dice “sconcertata” per il riconoscimento conferito ai 99 Posse dal Festival Folkest di Udine. Tra le accuse, la senatrice cita alcuni loro versi: “C’è chi dice che la polizia è qua pe’ proteggerci/io li vedo armati fin sopra i denti e pronti a reprimerci”, oppure: “Con la divisa o senza, resta sempre repressione/con un distintivo o con una svastica è la stessa oppressione”, definendoli “messaggi d’odio” e contestando il fatto che vengano celebrati come “energia necessaria” dagli organizzatori del festival. Il lato ironico? Nessuna canzone dei 99 posse presenta queste parole nel testo. Ce lo dice lo stesso Marco Messina, membro del gruppo. Nella sua nota, la senatrice parla di “retoriche violente, anti-istituzionali e anacronistiche” e accusa il gruppo di incoerenza: “Se davvero questi pseudo-anarchici disconoscono lo Stato, abbiano allora il coraggio di rifiutare i riconoscimenti ufficiali che dallo Stato vengono finanziati". A risponderle è il fondatore, produttore e anima dei 99 Posse: “Essere antagonisti nei confronti dello Stato fa parte della democrazia. Capisco che una di Fratelli d’Italia possa avere dei problemi con questo concetto, ma altrimenti è dittatura” E sull’accusa di incitamento all’odio: “Noi proviamo anche l’odio, ma è un odio mosso dall’amore. Se ami la libertà, è normale odiare chi la opprime”. Poi chiude con una battuta: “La senatrice può stare in Parlamento e noi possiamo stare su qualche palco: questo si chiama democrazia”. 

Francesca Tubetti, senatrice FdI
Francesca Tubetti, senatrice FdI Foto Ansa

Come 99 Posse avete vinto il premio alla carriera, il Folkest. Il direttore artistico del festival ha parlato di “coerenza ideale”. Voi avete usato la musica fin da subito come veicolo per trasmettere dei messaggi molto forti, o no?

La 99 Posse è nata perché io e Luca Persico (nome d'arte 'O Zulù), all'università ci domandavamo sempre: dobbiamo trovare un modo per comunicare alla gente le nostre idee politiche, perché noi abbiamo sempre fatto attività politica, che non sia il volantinaggio. Perché, quando andavamo a fare il volantinaggio, notavamo che la gente prendeva il volantino, leggeva il titolo, la firma, lo accartocciava e lo buttava. E credo che la 99 Posse sia il frutto di quel desiderio, di quella ricerca di trovare un modo per comunicare certe cose. Poi, io credo che noi siamo nati per essere un volantino moderno dell'area politica nella quale militavamo. Credo che qualsiasi artista abbia il dovere di occuparsene, perché l'artista cerca di esprimere quello che ha dentro e di regalare delle sensazioni al pubblico. Questa capacità, questa bravura, ti dà anche l'imperativo morale di prendere posizione. Io voglio prendere l'occasione per ringraziare tutti gli artisti, i musicisti che, per esempio, si stanno attivando in questi mesi per contrastare la narrazione dei media mainstream che non equipara la Palestina all'Ucraina e Israele alla Russia. Ci fa molto piacere, anche se il premio alla carriera ci ricorda sempre che ci siamo fatti vecchietti, ma comunque è una cosa bella.

Non sono mancate le critiche, come nel caso della senatrice di Fratelli d'Italia, Francesca Tubetti, che ha definito l'iniziativa disdicevole perché, secondo lei, "la vostra carriera si fonda su decenni di anacronistiche retoriche violente, anti-istituzionali e apertamente antagoniste nei confronti dello Stato". 

Essere antagonisti nei confronti dello Stato fa parte della democrazia. Io capisco che una di Fratelli d'Italia possa avere dei problemi con questo concetto. Nella dittatura tu non puoi contestare e non puoi definirti antagonista al potere. Nella democrazia questa cosa è possibile. Io veramente sono sconcertato, perché posso capire che tu possa dire “disdicevole”… Trovo disdicevoli delle cose, la senatrice potrà trovare disdicevoli altre cose. Ma una senatrice fa parte di un partito che si ricollega idealmente, ma di fatto attraverso varie trasformazioni, al partito di Benito Mussolini, che ha devastato l'Italia e che ha sulla coscienza milioni di morti. Insomma, a me sembra un po’ bislacco. Avrei usato solo il termine “disdicevole” o antistorico. Non capisco, non ho mai capito questa cosa. Lo yogurt scade, le idee non si perdono. Anche se io mi rifaccio alle idee di Carletto Marx, oppure non studiamo più Platone perché operava più di duemila anni fa? Le idee non scadono come lo yogurt, sono sempre valide. O sbagliate. Se ne faccia una ragione la senatrice. Del resto, lei può stare in Parlamento e noi possiamo stare sul palco a cantare: questo si chiama la democrazia.

I 99 posse
I 99 posse

Lei dice che considera i vostri messaggi come messaggi d'odio. Come rispondi?

Posso dire una cosa? Se io amo il mio paese, ci sta che io odi chi devasta il mio paese. Se io amo la libertà, ci sta che io odi chi toglie la libertà. Come noi scriviamo in una nostra canzone: proviamo anche l'odio, ma penso che è un sentimento che hanno tutti gli esseri umani. Ma il nostro è un odio mosso dall'amore. Noi amiamo delle cose, e quindi, di conseguenza, odiamo chi combatte o cerca di distruggere quelle cose. Perché se amo la democrazia, non posso più odiare un dittatore? Credo che ci sia un grande problema, al di là delle idee politiche, che sia un problema culturale e, in alcuni casi, cognitivo. Il senso è che tu, che appartieni a Fratelli d’Italia, muovi delle critiche a un concetto come “99 posse”? Da una senatrice mi aspetterei delle critiche più solide. Non le critiche che mi potrei aspettare da una persona che ha studiato poco nella vita, che non ha strumenti culturali per muovere una critica sensata.

Lei ha citato alcuni vostri testi, direttamente sul sito di Fratelli D'Italia: “C'è chi dice che la polizia è qua per proteggerci, io li vedo armati fin sopra i denti e pronti a reprimerci", oppure “E con la divisa o senza resta sempre repressione: con un distintivo o con una svastica è la stessa oppressione". 

Non abbiamo un testo che dice quelle parole. Ma il problema è: se le forze dell'ordine, che sono preposte a far rispettare le leggi, fanno rispettare una legge che non è giusta, è ovvio che io muovo una critica nei confronti di quelle persone. Non è una questione di confronti. Ovvio che ci sia il massimo rispetto per i due poliziotti che sono rimasti feriti per salvare delle persone in un incendio enorme qualche tempo fa. Massima critica invece ai poliziotti che magari vanno la sera per strada e fermano il ragazzino o la ragazzina nella speranza di trovargli una canna in tasca e di fargli passare un guaio. Al di là che questo testo non è nostro, perché non ci appartiene, la divisa comporta una grande responsabilità e, molto spesso, la divisa obbliga a far rispettare delle leggi e magari punisce le persone anche se le leggi sono sbagliate. Capisco il loro lavoro. Io, che sono un libero cittadino, non posso che criticare questa condizione. 

Marco Messina (99 posse)
Marco Messina (99 posse) Foto di Sonia Assanti

Cosa intendi per "punisce chi non rispetta quelle leggi, anche se non sono sbagliate"?

Io sono di Napoli, abito al centro storico, in via Toledo. A Napoli arrivano tanti turisti, via Toledo è una tra le più famose di Napoli, è la strada dello shopping e dei turisti. Chi ha i negozi in via Toledo ha parecchi soldi. Ecco, la stragrande maggioranza di quei negozi, e io lo so perché ho il mio studio di registrazione in via Toledo quindi entro nei bar, nei negozi, li conosco i dipendenti, molti sono in nero, e chi non è in nero ha il lavoro part-time con orario full-time. Eppure io vedo vigili e polizia rincorrere solo l'africano che con la bancarella. Però ritengo che, se fossi un poliziotto, andrei più a beccare il bar che fa soldi a palate, che paga 900 euro al mese con un contratto part-time un ragazzo o una ragazza, rovinandogli la vita e il futuro, che il senegalese che ha la bancarella per strada. In termini di danno che tu fai alla società è superiore. Eppure, io non ho mai visto le forze dell'ordine entrare in questi negozi. E se lo so io, che sono un cittadino, certo, sono un cittadino atipico. Quando vado a prendere un caffè mi metto a parlare con il barista e mi dice: “Mi vorrei sposare, ma non posso farlo perché ho 900 euro al mese e non riesco ad andare da nessuna parte che non sia a casa di mamma e papà".

Lei ha detto anche "se questi pseudo-anarchici disconoscono lo Stato, abbiano allora il coraggio e la coerenza di rifiutare i riconoscimenti ufficiali che dallo Stato vengono finanziati, ed eventuali sostegni economici o gettoni di presenza". Dice che gli sponsor del festival sono l'Unesco, il Ministero degli Esteri, il Ministero della Cultura e la Regione Friuli Venezia Giulia, e quindi, secondo lei, è un paradosso istituzionale.

Sono argomentazioni molto povere. Mi dispiace per la signora. Più che criticarla, mi sento di comprenderla, perché c'è un problema serio, e mi dispiace. Sono tragedie queste qua. 

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