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Sanremo 2024, Ghali con “L’italiano” di Cutugno ma canta in arabo. Un messaggio per Salvini? E chi ricorda la lite del 2021 durante il derby Milan-Inter?

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

9 febbraio 2024

Sanremo 2024, Ghali con “L’italiano” di Cutugno ma canta in arabo. Un messaggio per Salvini? E chi ricorda la lite del 2021 durante il derby Milan-Inter?
Ghali si è esibito nella serata delle cover con un brano classico di Toto Cutugno, “L'italiano”, per continuare con un medley dei suoi successi. Ma prima del tributo all’italianità (vera) il trapper ha iniziato l’esibizione in tunisino. E i social salutano Matteo Salvini (e ricordano la lite tra i due finite su Le Iene nel 2021)

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Si può essere italiani veri e cantare in tunisino? Pare di sì, Ghali, classe ’93, nato a Milano, ci riesce. E porta a Sanremo 2024 nella serata delle cover L’italiano di Toto Cutugno, uno dei simboli musicali dell’italianità nel mondo. E lo fa iniziando l’esibizione cantando in tunisino, la lingua dei suoi genitori. Un messaggio per qualcuno? Sui social c’è chi tagga Matteo Salvini e ringrazia il trapper per la scelta. Altri hanno invece notato che si tratterebbe di un leitmotiv di Ghali, che già nel 2019 criticò il leader della Lega per le sue politiche sull’immigrazione. Critiche che divennero una vera e propria lite e, poi, un caso mediatico, tanto da arrivare a Le Iene dove. 2021, derby Milan-Inter. Salvini e Ghali sono seduti entrambi in tribuna e inizia lo scontro. Lo scontro, partito proprio da Ghali, diventò virale e il cantante spiegò il motivo del suo attacco sui social: “Sono andato allo stadio per tifare la mia squadra del cuore, lo stesso cuore che mi ha portato ad agire d’impulso. Non ho assolutamente fatto pace con Salvini e non mi sono mai pentito delle parole che gli ho detto durante il derby. Io sono per la pace, ma pace non si può fare con chi ogni giorno fa guerra ai più deboli portando avanti politiche razziste e di odio, con chi fa soffrire e morire la mia gente. La pace si farà quando ammetterà i propri errori, quando risponderà delle sue azioni, quando racconterà la verità al suo popolo e smetterà di creare disinformazione, usando l’immigrato come capro espiatorio dei problemi dell’Italia”. Salvini, prima di questa risposta, era già intervenuto facendo finta di non conoscere l’artista: “Io non conoscevo il signor Ghali. Sarò vecchio ma preferisco De André, De Gregori, Battisti, fatto sta che ieri ero in un momento di tranquillità con mio figlio allo stadio e sono stato assalito da questo Ghali che quando il Milan ha segnato mi ha urlato assassino, fascista”. Il signor Ghali.

Ghali durante la serata cover di Sanremo 2024
Ghali durante la serata cover di Sanremo 2024

La lite si concluse apparentemente in diretta tv a Le Iene grazie alla mediazione di Stefano Corti che “costrinse” i due a firmare una maglietta della Nazionale tunisina che poi, in segno di pace, Salvini indossò. Poco prima, sempre durante il programma, Ghali aveva ricordato: “Chiunque con un minimo di cervello, al posto mio, trovandosi davanti a un personaggio del genere, l’avrebbe fatto. Stavo esultando anche io, poi mi sono girato e quando l’ho visto mi sono riapparse in mente tante immagini e mi è sembrata una grandissima presa per il culo. Quello che gli ho detto lui lo sa benissimo, le persone che mi erano di fianco hanno sentito, però di fronte a un personaggio del genere non sono riuscito a starmene zitto, anche se non era il contesto giusto. Dopo aver vissuto certe cose sulla propria pelle, avendo perso delle persone che conosco, nel mare, è una questione molto delicata che non va trattata come la fa lui, in un questo modo veramente disumano. Ti ripeto, è stata una cosa impulsiva e basta”. Secondo Dagospia, Ghali avrebbe in effetti urlato a Salvini di non esultare per un goal di Tomori, del Milan, poiché fatto da un calciatore nero. Sta di fatto che la presunta pace sarebbe stata realizzata solo a favore di telecamere. Anzi, sarebbe stata una vera e propria fake news costruita ad arte. Il trapper la spiega così: “Ho firmato quella t-shirt solo perché sapevo che sarebbe finita a suo figlio, essendo mio fan, nella speranza che un giorno, crescendo, potrà farsi delle domande e avrà voglia di vivere in un’Italia diversa da quella voluta da suo padre. In fondo anche io ho preso delle scelte diverse da mio papà, so che può succedere”. Insomma, il messaggio a Sanremo è abbastanza chiaro e forse il destinatario, come notato sui social, anche. Persino lo storico dell’arte Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, è subito intervenuto: “Ghali che canta a Sanremo in arabo, poi Cara Italia e poi Sono un italiano vero è un magnifico manifesto di un’altra idea di identità: i confini non ci circondano, ci attraversano!” E subito dopo l’esibizione è arrivata la spiegazione direttamente da Ghali con un post sui suoi social: “Bayna mi ha permesso di mantenere la promessa di cantare in arabo sul palco di Sanremo. Grazie a Bayna e a Mediterranea abbiamo salvato delle vite nel nostro mare. Cara Italia ha portato un arabo in tutte le case degli italiani. L’italiano di Toto Cutugno è l’unica canzone italiana che mia madre cantava quando ero bambino ed è l’ultimo ricordo che ho dei miei genitori insieme. Penso di rappresentare quei ragazzi di quartiere con genitori che hanno faticato tanto per crescerli. Amo e credo in questo Paese che ripudia la guerra per Costituzione. Sono nato in Italia. Mi sposerò in Italia. I miei figli saranno italiani. Morirò in questo Paese. Sono anch’io un italiano vero”.

L'ippopotamo alieno di Ghali che dirige l'orchestra
L'ippopotamo alieno di Ghali che dirige l'orchestra insieme al maestro Melozzi

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