Dopo i ripetuti scontri su MOW tra Vittorio Sgarbi e Valentina Nappi, scaturiti dopo un commento del critico d’arte (che in verità a modo suo aveva anche lodato l’iniziativa) sull’evento che prevedeva la possibilità di annusare la pornostar, ci ha contattato Antonio Manfredi, direttore del museo che ha ospitato la performance, il Cam (Contemporary Art Museum) di Casoria per darci la sua versione.
“Lungi da me – dice Manfredi – entrare nella polemica tra Valentina Nappi e Vittorio Sgarbi, ma vorrei ricordare a entrambi che cosa è il Cam. Se si parla di museo in senso classico, come contenitore di opere legate ad un mercato, a gallerie e a tendenze allora no, il Cam non è quel tipo di museo. Come tante volte specificato il nostro è uno spazio culturale, aperto a fermenti artistici, che offre la possibilità di esporre ad artisti che sono fuori i canoni commerciali ma che così facendo apre alla visione di un'arte contemporanea più vera, più viva e più diffusa. Libertà di contesti e categorie. Eppure la nostra è una collezione ampia e di rilievo (arricchita anche dalle opere pervenute dalla Biennale di Venezia/Padiglione Italia/Regione Campania del 2011 organizzata al Cam da Vittorio Sgarbi), che non può essere «dissacrata» con un gesto (che rientra in tante pratiche artistiche) e che non può essere rinchiusa in una definizione classica di «museo» o, di «non-museo»”.
Manfredi aggiunge: “Quello che è stato e quello che si è innescato dopo non è nient'altro che un'ennesima provocazione del museo Cam..., come la Richiesta dell'Asilo Politico alla Germania del 2011, dell'azione distruttiva delle opere Cam Art War del 2012, ErotiCam_Gabinetto Segreto II del 2014 e tante altre. Buona diatriba a voi... Noi continuiamo a lavorare...”