image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Sanremo 2025
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Siamo andati a sentire Marco Castello a Bari, ma com’è un suo concerto? Un’esperienza collettiva da fare. Altro che live di Tony Effe…

  • di Elvio Carrieri Elvio Carrieri

29 dicembre 2024

Siamo andati a sentire Marco Castello a Bari, ma com’è un suo concerto? Un’esperienza collettiva da fare. Altro che live di Tony Effe…
Siamo andati a sentire (a Bari) Marco Castello ed è stata un’esperienza collettiva, capace di riunire sotto l’egida di un pop certosino le varie schegge impazzite di un’Italia spaccata. Un’esperienza da fare. Ecco com’è andata…

di Elvio Carrieri Elvio Carrieri

La fauna, se non altro, è singolare. Siamo accerchiati da ragazzi e ragazze comunemente (superficialmente?) assoggettabili a quel fritto misto ideologico che è detta "estetica alternativa". Accanto a loro alcune mamme, che non hanno l’occhio abbattuto di quando accompagni il pupo al concerto di Tony Effe, ma una certa reattività nello sguardo, come a dire non sono qui sotto minaccia; e ancora ci attorniano alcuni trentenni composti e garbati che il tempo di scrollarsi la sciarpa dal collo nel trambusto dell’entrata e sono già stretti agli angoli del locale: sono quelli che sopravvivono alla calca, che si slinguazzano con certa posa, mai triste, mai volgare. Siamo alla prima data barese di Marco Castello: di fronte a noi un vero e proprio calderone etico, estetico, ideologico, in altre parole generazionale, è pronto a dimenarsi per il primo dei tre set di un’ora che il cantautore siciliano si è condannato a portare a termine.

Marco Castello
Marco Castello

Non che si tratti proprio di una condanna per Castello, che sornione ha puntualizzato in alcuni commenti di non star lavorando in miniera: cantare e suonare è il lavoro più bello del mondo e, verrebbe automatico aggiungere a questo punto, viviamo nel migliore dei mondi possibili. Ma a pelle la sensazione corrotta, anticipata, violata dal pregiudizio, di stare per assistere a una forma di esercizio o compitino ci sfiora la mente. Tre set: uno alle 19, uno alle 21, uno alle 23. Ottimo materiale per i mematori dell’instagram che ne hanno intelligentemente approfittato nelle ultime settimane. Ma la vera domanda da porsi allontanando le questioni logistiche è: da dove spunta fuori questo giovane uomo capace di mandare sold out tre set in una città notoriamente poco reattiva alla musica che ancora si classifica come alternativa, ovvero Bari?  Quanto accade nella successiva ora ci conferma ciò che già sospettavamo: Marco Castello, oltre che essere un paraculo di prim’ordine, è un grande musicista. Ci sorprende un dettaglio del suo set: la voce. Ma non si tratta della sua. Si tratta della voce omogenea di questo magma generazionale che non solo compra il biglietto e conosce le parole, ma canta pure i fill strumentali dove Castello, solo con una chitarra e una loop station, non riesce ad arrivare. È il caso di "Dracme", il cui incipit sincopato di tastiere viene cantato con dubbio tempo ma indubbio cuore dall’intero pubblico mentre il cantante si leva il maglione: Castello intona il riff introduttivo con la voce, e attacca. Muove le spalle come il George Benson disteso e pattinante nel video di "Give Me the Night", ne sembra quasi avveduto. Ci fermiamo e meditiamo trasognati mentre il siciliano, sveltissimo eppure a suo modo accogliente, corre da un brano all’altro ben consapevole (lo ammette) che il tempo insomma è quello che è.

https://mowmag-store.myspreadshop.it/

Ma la grande novità di Marco Castello è data proprio dal suo pubblico. La sua musica, un intelligentissimo e certosino pop strattonato verso la strada meno battuta da arrangiamenti funk, soul, R&B, latin e da certe soluzioni armoniche jazzistiche, è un appiglio per riflettere sul miracolo che è agguantare una fetta di pubblico talmente variegata nell’Italia del 2024. Non ricordiamo infatti fenomeni recenti che fossero capaci di fagocitare tutto, in una morsa onnicomprensiva di sicilianità e savoir faire di chi sa stare al mondo (complice la gavetta decennale con Erlend Øye), tutto il possibile antropologico e musicalmente distante: dal lascivo in cuor suo ascoltatore di indie (è ancora una cosa?) al jazzista con la coppola in capa, dal noioso ma certo più felice di noi amante del pop da classifica allo snob musicalmente democristiano (la categoria cui ci ascriviamo). Ciò che stupisce, in fondo, non è altro che l’attestazione di una qualche forma di collettività che permane, che sia capace di riunire sotto l’egida di un pop certosino le varie schegge impazzite di un’Italia spaccata. Anche al costo di uscire dal set con la sensazione di aver assistito a una schitarrata informale, e non tanto a un concerto.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da MI AMI (@miami_fest)

https://mowmag.com/?nl=1

More

Tamango e Marco Castello su TikTok sono tormentoni pop. Cari discografici fatevi due conti...

di Michele Monina Michele Monina

Tamango e Marco Castello su TikTok sono tormentoni pop. Cari discografici fatevi due conti...

Vasco Rossi è Dio, non ci sono scuole di pensiero al riguardo. E I magnifici 7 San Siro (su Canale 5) lo dimostrano

di Michele Monina Michele Monina

Amen

Vasco Rossi è Dio, non ci sono scuole di pensiero al riguardo. E I magnifici 7 San Siro (su Canale 5) lo dimostrano

La vera guerra? In un’Italia di analfabeti funzionali è quella che si combatte sulle parole. Anche nelle nostre playlist musicali

di Michele Monina Michele Monina

Killing in the Name

La vera guerra? In un’Italia di analfabeti funzionali è quella che si combatte sulle parole. Anche nelle nostre playlist musicali

Tag

  • Bari
  • Concerto
  • Musica

Top Stories

  • Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì

    di Benedetta Minoliti

    Le Scelte stupide di Fedez e Clara (altro che flirt), Damiano David torna Maneskin e Emis Killa e Lazza… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio dei singoli del venerdì
  • Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”

    di Riccardo Canaletti

    Daria Bignardi distrugge Valérie Perrin e Joel Dicker: “Come la torta al cioccolato del supermercato, golosa ma non ti nutre e magari è tossica…” Cambiare l’acqua ai fiori? “Ho perso sei ore a leggerlo e…”
  • LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)

    di Grazia Sambruna

    LE PAGELLE del Concertone del primo maggio: Gabry Ponte imperatore assoluto (10 e lode), Lauro vampiro di Twilight (4)
  • Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)

    di Ilaria Ferretti

    Abbiamo visto The Four Seasons con Steve Carell su Netflix, ma com’è? Una serie per adulti (ma non nel senso che credete)
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo ascoltato in anteprima Ranch di Salmo: essere invecchiati è crudele ma averlo fatto così è un lusso. La recensione di MOW traccia per traccia

    di Cosimo Curatola

    Abbiamo ascoltato in anteprima Ranch di Salmo: essere invecchiati è crudele ma averlo fatto così è un lusso. La recensione di MOW traccia per traccia

di Elvio Carrieri Elvio Carrieri

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Il settore che non conosce crisi e i dati di Escort Advisor che lo confermano: le rivoluzioni si fanno con le recensioni

Il settore che non conosce crisi e i dati di Escort Advisor che lo confermano: le rivoluzioni si fanno con le recensioni
Next Next

Il settore che non conosce crisi e i dati di Escort Advisor che...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy