“Eventi come l’Electronic BBQ Festival dimostrano quanto una comunità possa superare ogni limite quando lavora insieme. A Castellarano si respira un’energia rara, fatta di volontariato, collaborazione e visione. È straordinario vedere un piccolo centro diventare palcoscenico internazionale, senza snaturare la propria identità. Questo è il segno più bello di una provincia viva, creativa e aperta al mondo”. Quante volte vi è capitato, di recente, di ascoltare la voce di un politico – di un primo cittadino – e non avvertire alcuna traccia di retorica? Solo entusiasmo e orgoglio, nessuna retorica. Questa, almeno, è la sensazione che ci ha dato Giorgio Zanni, giovanissimo sindaco di Castellarano e presidente della Provincia di Reggio Emilia, che ha commentato così la megafesta del sabato appena trascorso al Parco dei Popoli di Castellarano. Regista del Festival, Benny Benassi, ideatore della rassegna, giunta alla terza edizione, insieme a Zanni stesso e a Filippo Bedeschi. “Lo sforzo è stato grande – ci ha detto Benassi. Per allestire tutto, palchi compresi, ci siamo appoggiati su più di 400 giovani volontari. Alcuni ragazzi hanno preso ferie una settimana prima del BBQ. Tutto questo per un tipo di celebrazione, quello della cultura dance, che spesso non va giù molto dritta alla politica. Io ci metto il cuore e un po’ di strategia, quest’anno ho fortemente voluto Korolova perché, oltre a essere una bravissima dj, è una persona molto interessante”. Un piccolo esercito di volontari e un nutrito numero di dj per un festival gratuito che non ha ancora conosciuto la voce grossa di un megasponsor affamato di “quick bucks”. Al quale invece ha preferito il coro, unito e intonato, dei vari sponsor locali.

Benny Benassi e Korolova, i due polmoni sonori di una giornata infinita. Tre palchi, tantissimi dj (anche locali) che si sono avvicendati ai piatti prima delle pietanze forti. A un certo punto c’era anche Giulio sul palco. Un bimbo di 8 anni, cuffie nere in testa, che aveva scritto a Benassi giurando di “spaccare”. E così è stato, prima che Korolova, dall’Ucraina, portasse la sua techno tostissima e dal deciso sapore est-europeo davanti a migliaia di compostissime anime danzanti. Compostissime e danzanti? Non è un ossimoro, è la natura di un Festival come altri (volumi alti, voglia di fare casino, tanti drink), ma essenzialmente pacifico. Come se la flora vicina, gli alti alberi che costeggiavano i palchi e sorvegliavano l’andirivieni verso i rivenditori di cibo avessero avuto la funzione, severa, di avvertire tutti: siete ospiti della natura, abbiate rispetto. A Ibiza, patria della dance lungo il mare, il governo ci è appena andato giù con l’accetta. Nella riserva naturale della Salines stop ai dj dal vivo, con Jonathan Grey che – dal 1993 fisso al chiringuito Sa Trinxa nei mesi estivi – ha salutato la sua spiaggia del cuore con un set d’addio. Una decisione epocale, figlia di un antefatto: nel giugno 2024, mentre il sole tramontava dietro Es Vedrà, Diplo ha improvvisato a Cala d’Hort una festa illegale (e abbastanza irrispettosa della circostante natura) che gli è costata 300mila euro di multa. A Castellarano non c’era nulla di improvvisato. Nulla di selvaggio che abbia potuto far sobbalzare le autorità, solo il desiderio di declinare il verbo dance in modo nuovo. Non è nuova l’idea della dance che trova alloggio in un festival estivo – lo sa bene Benassi, che già suonava al Coachella vent’anni fa –; è nuova l’idea che un festival simile sia diretta emanazione di un territorio che lo sente proprio. Nessuno si ritiene invaso, tutti si sentono partecipi.

KOROLOVA, DAI TERRAZZI DI KIEV…
Su YouTube gira un video, carico di visualizzazioni, in cui Korolova diffonde beats da una terrazza di Kiev. La sua Kiev, da cui è dovuta fuggire. Una giovane dj in netta ascesa. Magnetica, con un suono “esagerato”, in linea con le evoluzioni più spinte della techno di matrice nord-europea/est-europea, figlia anche del gaming e di una concezione del dj-set che non prevede più una paziente costruzione ad anticipare l’attesa deflagrazione. Qui la deflagrazione arriva subito, fin dal primo pezzo, dopo che Benny Benassi cede il mixer. Korolova apre con una voce che ripete più volte “I don’t play no games”. Non scherzo un ca**o, ragazzi. E così è stato, fino alla fine, davanti a migliaia di braccia alzate. Scene degne di un Tomorrowland, dove lei peraltro si è esibita. Scene degne di una turbo-dj – poche sottigliezze, breakdowns grandi come grattacieli – che nel suo curriculum vanta già varie collaborazioni con gente come David Guetta, Armin Van Buuren, Above & Beyond. E Benny Benassi? C’era e non c’era. Quando sul palco c’era, si sentiva eccome, sempre sensibile agli umori della pista, anche se la pista – nel caso del BBQ – era un prato intasato di anime intergenerazionali. E quando non c’era? Coordinava, accoglieva, instillava fiducia. Il regista, appunto.
