Il Comune di Riccione ha detto addio a Radio Deejay. Via Linus e il consolidato format di “Deejay On Stage”, dentro Gerry Scotti e la grande macchina Mediaset. Lo Zio Gerry, tra i conduttori più amati della televisione italiana, è stato scelto per incarnare quest'anno l’identità della Perla Verde dell’Adriatico. Il nuovo corso è stato lanciato ufficialmente lunedì 9 giugno, con video, reel e post pubblicati sui canali social. Ma la campagna era già partita da settimane sulle reti Mediaset, accompagnata da spot radiofonici su Radio 105, Montecarlo e 101. A supporto anche una campagna su Spotify e persino un treno regionale brandizzato “Riccione” lungo la dorsale adriatica. Dietro questa massiccia operazione promozionale - da circa 140mila euro fino a dicembre - c’è una precisa strategia di rilancio, che punta a valorizzare Riccione come meta versatile e intergenerazionale con il claim: “Riccione mette tutti d’accordo”. Ma come sarà questo passaggio da Linus a Gerry Scotti? Abbiamo deciso di parlarne con chi entrambi li ha scoperti e lanciati: Claudio Cecchetto. Pioniere della radio e grande talent scout, ha segnato un’epoca con il suo quartier generale all’Aquafan negli anni Ottanta e Novanta. È stato lui a dare il via alle carriere sia di Linus sia di Gerry Scotti, oggi al centro del nuovo dualismo tra Riccione e Rimini: la prima si affida a Mediaset, la seconda accoglierà Radio Deejay con un evento inedito di tre giorni a fine mese. Ed essendo anche un grande produttore discografico, gli abbiamo chiesto anche cosa ne pensa dei concerti oggi: costi alti, stadi che non vengono riempiti, biglietti che vengono improvvisamente venduti a 10 euro...

Riccione cambia volto: via Linus, arriva Gerry Scotti. Lei conosce entrambi e ha contribuito a lanciarli. Cosa ne pensa di questo passaggio?
Sono due persone conosciute, che possono benissimo essere testimonial, quindi mi sembra un bel cambio. Lo vedo come un fatto di quest’anno, poi non lo so, il prossimo anno potrà cambiare? Da una parte c’è Linus che è forte in radio, dall’altra parte c’è il presentatore più forte di Mediaset. Insomma, mi sembra un bel cambio. Le cose possono anche tornare, possono cambiare. Io l’ho vista così, mi ha fatto piacere vedere Gerry Scotti. Insomma, in fin dei conti, Gerry, quando sono venuto qui, era un presentatore della mia DeeJay Television. E quando ho deciso di farla dall'Aquafan, lui c’era. Quindi mi sembra un ritorno al passato molto emozionante.
Gerry è amatissimo, ma ha un profilo comunque molto diverso da quello di Linus. Che Riccione potrebbe raccontare Scotti?
Riccione si racconta da sola. Si tratta solo di far capire alle persone che Riccione è sempre in pista. Non è che cambia Riccione: ha una sua identità. Quando cambia il testimonial, non cambia il prodotto.
Quindi non ci sarà un cambio di target secondo lei?
Non penso. Riccione vive del suo alone di città sicuramente da frequentare d’estate. È cambiato il testimonial: l’amministrazione che ha scelto questo testimonial avrà i suoi perché.
Ma lei che reazione ha avuto quando ha saputo questa notizia? Le hanno chiesto un parere?
No, io sono come tutti quanti voi. Non c’entro con l’amministrazione, queste sono scelte loro. Poi è logico: mi capita spesso che località, prodotti, televisioni scelgano personaggi che escono sempre dalla mia agenzia.

Invecem in generale, come vede tutti questi tour o concerti che saltano d'estate?
A un certo punto è come se avessero speso tutti i soldi. Quando compri una cosa, non puoi comprarne un’altra. Se hai un budget limitato, probabilmente l’offerta è talmente enorme che non tutti riescono a essere dove vorrebbero. Magari amano più artisti, ma devono fare delle scelte. Se devono comprare un biglietto e hanno solo 50-60 euro, ne scelgono uno. Magari amano tre o quattro artisti diversi, però è una questione solo ed esclusivamente economica.
E perché i cantanti mettono i biglietti a 10 euro per riempire gli stadi? Ultimamente si è parlato di Elodie...
Non lo so. Saranno i vecchi last minute. Se ti ricordi, una volta negli aerei i posti vuoti entravano nel last minute. Adesso è il contrario: se aspetti l’ultimo momento per comprarti il biglietto aereo, costa di più. Probabilmente anche questi sono dei last minute.
Ma comunque, se non riescono a vendere i biglietti, non sarebbe più comodo spostarsi nei palazzetti piuttosto che cercare di riempire gli stadi vendendo poi i biglietti a così poco?
Eh, vabbè, ma se hai già preso lo stadio non è che puoi spostarti.
Quindi secondo lei non è un modo per dimostrare di poter riempire uno stadio, anche se poi non è così?
Hai dei posti vuoti e quindi, per non tenerli vuoti, cerchi di venderli a poco sperando di riempire. Però questo non è un’unità di misura per stabilire se un cantante va o non va. Purtroppo ci sono talmente tante offerte che il pubblico, cioè il ragazzo giovane, l’utente, deve scegliere quale andare a vedere e a quale rinunciare.
Al di là di questi da 10 euro, parliamo comunque di 80-90 euro a concerto. Non sono pochi.
È vero. Poi, sai com'è: quando tiri troppo la corda, si spezza. No?
